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Tu sei qui: SezioniAttualitàMaiori e Tramonti non dimenticano: a Nocera Inferiore una nuova lapide a ricordare le 7 vittime del 6 marzo 1994 [FOTO]
Scritto da (Redazione), mercoledì 7 agosto 2019 12:11:05
Ultimo aggiornamento mercoledì 7 agosto 2019 12:33:59
di Emiliano Amato
Nell'anno del 25esimo anniversario della tragedia di Nocera Inferiore, Maiori e Tramonti ricordano le sette vittime del pullman della morte. Una nuova lapide, a sostituire la precedente, che versava in evidente stato di incuria, è stata posta all'uscita del casello autostradale di Nocera Inferiore. Nei giorni scorsi la cerimonia di ricorso con tanto di benedizione da parte di Don Danilo Mansi, maiorese e parroco a Conca dei Marini, che in quella tragedia perse il fratello e alcuni zii.
Un momento toccante, che ha visto la partecipazione di tante persone di Maiori e Tramonti, parenti delle vittime, per non dimenticare quanto accaduto e affidare ancora una volta i loro cari al Signore. Sulla lapide scolpite, oltre ai nomi delle vittime, Antonio D' Urso e Luisa Mansi col loro figlioletto Mario; Giacomo Mansi, Rosaria Di Martino, Annarita Ferrara e Raffaele Fierro, le immagini di Santa Maria a Mare, protettrice di Maiori, e del Cristo Redentore. La lastra marmorea è protetta da un vetro a preservarla da smog e agenti atmosferici.
Era l'alba del 6 marzo 1994: un bus privato, partito da Maiori con a bordo 54 persone che avrebbero dovuto assistere all'Angelus di Sua Santità Giovanni Paolo II, a Roma non ci arrivò mai. Un improvviso incendio al motore, scoppiato all'altezza dell'uscita autostradale di Nocera Inferiore, costò la vita a 7 di quelle persone che non fecero in tempo a lasciare il mezzo, vecchio di soli 10 anni, in pochi minuti avvolto dalle fiamme. Antonio D' Urso, 30 anni, con sua moglie, Luisa Mansi, anche lei trentenne, ed il loro figlioletto Mario, di 3 anni; Giacomo Mansi, quindicenne, nipote di Luisa; Rosaria Di Martino, 37 anni, e sua figlia Annarita Ferrara, di 10; Raffaele Fierro, 22 anni, di Tramonti. Queste le vittime di una tragedia che commosse l'Italia intera, ma che a Maiori lasciò un vuoto incolmabile.
Inizialmente si parlò di circuito nell'impianto elettrico a provocare l'incendio. Alle 5.30 il pullman imboccava la "A3", l autostrada che collega Salerno a Napoli. Un quarto d' ora dopo, mentre già s' intravedeva il casello di Nocera Inferiore, dal quadro dei comandi si levava una sottile colonna di fumo. La gente seduta sulle poltroncine chiacchiera o sonnecchia: nessuno s' accorge di quanto sta avvenendo. Soltanto il conducente si rende conto che qualcosa non va. Ma preferisce andare avanti perché teme che quell'autostrada angusta e pericolosa possa trasformarsi in una trappola. Così s' infila nell'uscita di Nocera Inferiore e raggiunge una rampa che si trova qualche metro più in là . Blocca il pullman e apre lo sportello anteriore. Dal cruscotto, però, si alzano ormai le prime fiamme. L'uomo prova a spegnerle in ogni modo. All' improvviso una lingua di fuoco inghiotte l'abitacolo.
Sei persone restano imprigionate nel retro del bus e s' accalcano vicino alla porta posteriore rimasta bloccata. Raffaele Fierro è tra quelli che ce l'hanno fatta a mettersi in salvo. Ma non vede accanto a sè Maria Assunta, la sua fidanzata, e risale per aiutarla. La ragazza, invece, è già in strada. Insieme agli altri prova a sfondare dall'esterno il portellone. Tutto inutile. "Fate presto, aiutateci", urla Rosaria Di Martino mentre col corpo cerca di riparare la sua bambina. "Giacomo salvati, scappa", grida Antonio Mansi guardando il figlio cadere al di là del vetro annerito dal fumo. Il volto di Elena balena negli occhi annebbiati di Raffaele.
Poi il buio, l'asfissia e più niente. Perfino i Vigili del fuoco cederanno al pianto quando, pochi minuti dopo, dovranno trascinare via quei 7 corpi senza vita. Bruciati coi loro piccoli sogni all' alba di una domenica in gita. L'autista fu arrestato con l'accusa di disastro colposo. Dopo una travagliata battaglia legale venne assolto in via definitiva.
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