Tu sei qui: Eventi e SpettacoliRavello celebra Mario Schiavo, 3 gennaio serata-tributo al grande musicologo con un libro e un disco
Inserito da (redazionelda), lunedì 26 dicembre 2016 10:41:51
"Co' ‘nu felillo ‘e voce" è il titolo della serata-tributo al Maestro Mario Schiavo nel centenario della nascita (Ravello, 29 settembre 1916 - 3 gennaio 1998), in programma stasera (martedì 3 gennaio) a Ravello.
Alle 17, presso l'Art Center di Gradillo, la presentazione di un libro che ripercorre la storia di un figlio illustre di Ravello, musicista eclettico, giornalista, storico appassionato e musicologo dotto e puntuale, con particolare riferimento alla produzione artistica dedicata al suo paese natale.
La pubblicazione, curata dai figli Antonio e Gianpaolo, spazia dalle canzoni folkloristiche a quelle composte per le diverse occasioni nelle quali il Maestro Schiavo fu chiamato a prestare la sua preziosa e disinteressata collaborazione (Sagra dell'Uva, tournée promozionale delle Aziende di Soggiorno della Costiera Amalfitana a Milano e Torino, Soggiorno di Jacqueline Kennedy a Ravello nel 1962).
A corredo del libro, in omaggio a quanti vorranno assistere alla presentazione, un originale compact disk con i brani più celebri eseguiti da un prestigioso duo di musicisti di fama internazionale: Domenico Colaianni, baritono, e Rosario Mastroserio, pianista, che concluderanno la serata riproponendoli in esclusiva per il pubblico della Costa d'Amalfi.
Il talento musicale del Maestro Schiavo si espresse già in tenera età, tanto da meritare, a soli 12 anni, un premio di composizione al concorso internazionale di Trieste del 1928. Il prestigioso riconoscimento comportò al giovane musicista una menzione ufficiale da parte del Comune di Ravello, che si impegnò a sostenerlo negli studi, come risulta dagli atti conservati nell’Archivio Storico Comunale.
L’immagine del Maestro Schiavo resta impressa in ricordi d’altri tempi quando, con la vecchia Olivetti Lettera 32, preparava appunti per le sue ricerche storiche e musicologiche. Che archiviava, con precisione maniacale, centinaia di articoli di possibile interesse culturale. E momenti di creatività, al pianoforte, alternati alla preparazione delle lezioni per i suoi studenti. Non era raro incontrarlo sull'autobus per Amalfi, con, oltre alla sua inseparabile cartella, un gigantesco registratore a bobine per le lezioni sui suoni e le musiche della Costa d’Amalfi. Oppure con un giradischi per l'introduzione degli alunni alla conoscenza della musica classica o una piccola pianola per i primi esercizi sulla tastiera. Un pioniere, insomma, come lo definiva Piero Farulli, il grande maestro della scuola di Fiesole con cui Mario Schiavo aveva studiato a Firenze e che lo onorava della sua amicizia.
Ma prima di tutto: Ravello. L´amore disinteressato per la sua città che voleva degno della sua nobile storia, meno provinciale nelle scelte culturali e artistiche, lontane dalla cultura patinata di cui si è ammantata negli ultimi anni, attento ad evitare inopinate colonizzazioni. E le felici intuizioni: sua l'idea della Città della musica, i progetti di delocalizzazione dei concerti, gli spettacoli teatrali come momento di aggregazione giovanile. Mise a disposizione di tutti i risultati dei suoi studi. Con genuina gratuità, felice solo di sapere che ne avrebbero fatto buon uso.
Zelante collaboratore nella promozione e nella organizzazione di eventi culturali promossi dall’associazione "Ravello Nostra" di cui è stato socio fondatore e con la quale operò per la difesa del patrimonio artistico e paesaggistico della Città. Un uomo ostinato, amante della rettitudine morale, che ha sempre rifiutato le luci della ribalta - caratteristica comune a una generazione di intellettuali in via di estinzione - e ha saputo, con l’esempio e nel silenzio, dare lezioni di vita. Ancora oggi valide.
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