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Tu sei qui: RubricheProtagonistiStella Michelin a Villa Cimbrone, per Giorgio Vuilleumier è «Riconoscimento collettivo, altro successo per Ravello»
Scritto da (Redazione), lunedì 11 novembre 2019 19:52:59
Ultimo aggiornamento lunedì 11 novembre 2019 20:01:43
«Non posso che dirmi soddisfatto e felice del risultato raggiunto. Riportare l'ambito riconoscimento della Stella Michelin a Villa Cimbrone (checché se ne discuta in particolare tra i detrattori, è comunque la massima gratificazione a cui tutti gli chef e coloro che lavorano in ambito gastronomico e dell'hotellerie anelano), era per me un dovere». È quanto ci dice il direttore dell'hotel Villa Cimbrone, Giorgio Vuilleumier, intervistato all'indomani della riconquista della Stella Michelin al ristorante "Il Flauto di Pan" con lo chef Lorenzo Montoro.
«Un luogo così straordinario dal punto di vista storico, monumentale e di bellezza ambientale, che vive e si sostiene soprattutto grazie a questa sinergica attività, non poteva prescindere da un riconoscimento che premiasse anche gli aspetti di grande qualità ed eccellenza da sempre perseguiti - ha aggiunto in prima battuta - . Lo dovevo anche per l'impegno, la fatica e la grande passione profusa da tutto il team di questa piccola gemma dell'ospitalità italiana, cresciuta passo dopo passo e apprezzata dalla clientela di ogni dove».
La stella è tornata a brillare nel cielo di Villa Cimbrone dopo quattro anni di "stallo". Cosa è successo?
Riconquistare la stella Michelin per la terza volta dopo averla purtroppo persa per il cambio chef (le ammalianti Sirene del mercato non cessano mai di cantare...) non è impresa facile. Tutt'altro. Abbiamo dovuto attendere ben quattro anni, perché tornasse a brillare, continuando anno dopo anno, con grande perseveranza e continuità, a garantire quella qualità del cibo e quell'eccellenza del servizio che non sono né facili, né scontate, finanche in luogo magico come Villa Cimbrone. Anzi, per questo, l'asticella era collocata ancora più alto. Tutto ciò che ci veniva costantemente riconosciuto dai nostri ospiti, non trovava il naturale ed auspicato completamento con il suggello della "rossa". Ma stavolta l'impegno si presentava ancora più ardito.
Una rottura totale col passato, uno staff tutto nuovo bel allestito in tutti i reparti et voilà, risultato al primo colpo. Ma qual è stato l'ingrediente principale del successo?
Dopo la partenza lo scorso anno, di quasi l'80 per cento del personale, attratti dall'apertura di una nuova struttura alberghiera in Costiera su cui tanto si stava investendo, era la volta di una nuova sfida: ripartire da capo con uno staff nuovo, con "vecchi amici" ritornati dopo anni a casa, ma tanti, tanti ragazzi, specialmente del posto, non solo da formare ma a cui fare capire l'importanza e la responsabilità di un progetto, varato ed in piena navigazione che non poteva avere né battute d'arresto, né rallentamenti. Lorenzo, lo chef scelto dopo decine di incontri e colloqui, e su cui ho puntato, condividendo visioni, filosofia ed obiettivi, per i prossimi lunghi anni, è persona della nostra Terra, di Sarno. Orgoglioso delle sue origini contadine come non né ho mai conosciuti e come è veramente raro scoprire. Figlio di una terra di tradizioni, di famiglia, dei valori più autentici, troppo spesso ignorati o perduti.
Qual è la maggiore dote professionale o capacità che si può riconoscere a Lorenzo Montoro?
Oltre alle indiscusse capacità tecniche acquisite negli anni nelle cucine più importanti ed a fianco degli chef più blasonati (è stato per anni sous chef e pupillo di Pino Lavarra) ciò che mi ha colpito di Lorenzo, in particolare durante le nostre passeggiate nell'entroterra dei Monti Lattari, è la profonda conoscenza, quasi botanica, della vegetazione spontanea quasi tutta commestibile, idea e spunto per piatti nuovi e sorprendenti, che riportano ad una cultura dei sapori quasi ancestrale ma allo stesso tempo, semplice e alla portata di tutti. Lorenzo è innanzitutto una bella persona, così come Carmine, Stefano, Carmela, Luisa, Giovanni, Luigi. Enza, Serena e via via tutti gli altri, nessuno escluso.
L'unione di un bel gruppo di professionalità, giovane e ben assemblato, la nuova forza di Villa Cinbrone?
Questa è stato l'anno delle " belle persone", obbiettivo primario che mi ero prefissato. Con queste essenziali basi, con la condivisioni di valori importanti, è più facile lavorare e costruire qualcosa di spessore e soprattutto di duraturo che possa portare a ulteriori progressi e possibili riconoscimenti. Senza nulla togliere agli straordinari professionisti che si sono succeduti negli anni e che ancora ringrazio per quanto speso e profuso a Villa Cimbrone senza i quali non sarebbe stato possibile quanto realizzato di bello ed importante fino ad oggi. Sono felice per tutti coloro che si sono quotidianamente impegnati con fatica e dedizione, perché anche questi riconoscimenti sono anche linfa vitale, miele e pappa reale (per rimanere nella concezione naturale e filosofica del progetto), per quell'entusiasmo che ci consentirà di superare tutti gli ostacoli e fare ogni giorno un passetto più avanti.
Ravello è sempre magica, capace di stupire: ma a brillare, oltre alle due Stelle Michelin, mi consenta, ci sono tanti piccoli grandi astri, belle e invidiate realtà, non crede?
Sono felice per il mio paese, Ravello, perché sicuramente con due ristoranti stellati (con il Rossellinis di Palazzo Avino a cui auguro di raddoppiare nuovamente il firmamento) avrà un immagine di grande qualità gastronomica riconosciuta e diffusa grazie questo, anche all'ottimo lavoro svolto dagli altri ristoranti sul territorio. Ma, per concludere, non possiamo tralasciare lo straordinario lavoro ed i riconoscimenti ottenuti da Bartolo Sammarco, per rimanere in città, o di tanti imprenditori illuminati che, pur con gran fatica, dedizione e soprattutto passione ed amore per il territorio, stanno rastrellando riconoscimenti anche internazionali. Vogliamo dimenticare, per uscire dall'ambito enogastronomico, i successi di Antonio Schiavo o del novello concittadino Scurati? O magari dei tanti giovani ravellesi che dopo i successi formativi universitari continuano a conquistare posizioni nell'Olimpo della società? Certo ci sono tanti che rinunciano, per carattere, per sfiducia in sé stessi, a volte anche per l'atteggiamento troppo protettivo delle famiglie. Magari potremmo anche considerare ciò che di negativo ne scaturisce per un paese da troppo tempo avvolto nelle spire delle polemiche e dei contrasti in cui molti spettatori nullafacenti, sguazzano gaudenti. Oltre alla Ravello che tutto il mondo ci invidia, fatta di storia, bellezze architettoniche e paesaggiste, dai personaggi legati al mondo dell'arte e della musica che l'hanno nei secoli frequentata e a cui si sono ispirati per le loro preziose opere, esiste anche una Ravello di cui essere orgogliosi, fatta di uomini e donne, giovani e ragazzi che quotidianamente, con il loro impegno e passione, realizzano dei piccoli, grandi obiettivi di cui essere contenti ed orgogliosi. Ci sono solo piccoli, grandi passi da fare per dimostrare di essere capaci finalmente, di quella vera evoluzione culturale, liberi da quelle invidie e gelosie che sono freno e condizionamento di una vera crescita collettiva. Un successo di un ravellese, è un successo di tutta la Città.
E noi, che da sempre siamo convinti di tutto questo, non possiamo far altro che augurare a Villa Cimbrone e a tutte le realtà d'eccellenza di Ravello i migliori successi.
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