Tu sei qui: Politica"Prima Ravello", trentuno contributi per il futuro dell’Auditorium Oscar Niemeyer
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), venerdì 22 agosto 2025 15:14:25
Si è concluso il dibattito online promosso dal movimento Prima Ravello sul futuro dell'Auditorium Oscar Niemeyer. All'iniziativa hanno partecipato cittadini, operatori culturali ed economici, giovani e professionisti, offrendo un totale di 31 contributi scritti, raccolti in forma anonima e pubblicati in ordine cronologico di arrivo. Un confronto ampio e articolato che ha messo in luce criticità, idee e proposte per restituire centralità a un'opera che, a distanza di oltre quindici anni dalla sua inaugurazione, continua a dividere ma anche a stimolare riflessioni sul ruolo di Ravello come città della musica e della cultura.
Di seguito i risultati pubblicati dal movimento.
A conclusione del dibattito on line sul futuro dell'auditorium Oscar Niemeyer, pubblichiamo la sintesi anonima dei 31 contributi pervenuti nello stesso ordine di ricezione. Nel ringraziare tutti quanti hanno inteso dare il loro contributo al dibattito, comunichiamo che la relazione/proposta ufficiale di Prima Ravello, per garbo istituzionale, è stata già inviata al Sindaco di Ravello e suo tramite a tutti i membri del Consiglio Comunale e della Giunta, e sarà resa pubblica successivamente su questa pagina e a mezzo stampa. Prima Ravello è ben felice dei risultati sin qui ottenuti e continuerà, come da programma, nel suo percorso di formazione senza alcuna deviazione dall'unico obiettivo: PRIMA RAVELLO".
Una visione per il futuro dell'Auditorium Oscar Niemeyer di Ravello: Sintesi dei 31 contributi che hanno alimentato il dibattito on line, nel loro ordine cronologico di arrivo.
1. L'Auditorium Niemeyer è una realtà tangibile, al di là dei gusti personali che può suscitare. È fondamentale riflettere in modo costruttivo sul suo pieno utilizzo, per valorizzarne le potenzialità. Una gestione efficiente potrebbe portare a un grande ritorno d'immagine, nuove opportunità lavorative e servizi che beneficerebbero l'intera comunità, oltre a garantire la copertura dei costi di gestione. Ravello, già nota come "Città della Musica", può diventare il centro di un progetto culturale permanente che ospiti scuole di perfezionamento in musica, danza e teatro, oltre a studi per produzioni televisive e spettacoli dal vivo. Si potrebbe immaginare una gestione affidata a una società mista, che coinvolga attivamente le realtà commerciali locali, creando così un modello virtuoso in grado di generare ricadute positive su tutto il territorio. Non sarà un percorso semplice, ma è essenziale superare indifferenza e distacco con soluzioni concrete, entusiasmo e volontà condivisa, per costruire un progetto che rafforzi anche il tessuto sociale ravellese, oggi più che mai bisognoso di coesione e visione.
2. Visione per la gestione dell'Auditorium Oscar Niemeyer L'obiettivo principale deve essere evitare che l'Auditorium diventi un onere per il Comune di Ravello e i suoi cittadini. Si propone di affidarne la gestione a una società seria e competente nel settore degli eventi e spettacoli, con una concessione gratuita per un periodo prestabilito, a condizione che la società si faccia carico di tutti gli oneri di gestione e manutenzione. L'Auditorium dovrà ospitare spettacoli, eventi, riunioni e conferenze. La gestione dei parcheggi, invece, dovrebbe rimanere in capo al Comune, con l'intento di creare posti di lavoro e generare entrate da reinvestire nella comunità. Infine, il bar esterno andrebbe affidato a professionisti del settore, per garantire qualità e efficienza.
3. Relazione tecnica sull'Auditorium Oscar Niemeyer: analisi e prospettive Il paradigma è ancora valido? L'analisi parte da questa domanda cruciale: "il paradigma è ancora valido?". L'autore ricorda di aver ripercorso le tappe che hanno preceduto la costruzione dell'Auditorium, per riesaminare il "perché, per cosa, per chi e come" alla base della sua realizzazione. La risposta è netta: "quel paradigma non solo sia ancora valido, ma, se possibile, oggi sia ancora più attuale di allora". Il contesto turistico e sociale è cambiato: se "un quarto di secolo fa la qualità del turismo ravellese era più alta", oggi la massificazione e il degrado ambientale sono problemi evidenti. Tuttavia, il progetto conserva la sua urgenza e necessità. L'autore sottolinea un "grave vulnus" nella storia dell'Auditorium: "non è mai entrato nella testa e nel cuore dei ravellesi". La mancata identificazione della comunità con l'opera ha compromesso le sue potenzialità. Ora, "bisogna recuperare molto in questa direzione". Passando agli obiettivi, l'autore sostiene che l'Auditorium debba avere "un unico obiettivo: supportare ogni e qualsiasi azione funzionale alla crescita culturale, economica e sociale dei ravellesi". Non un elenco di attività, ma "settori, ambiti e tipologie di utilizzo" legati a un progetto complessivo. Vengono individuati diversi "cluster" di utilizzo. Il primo è la **Formazione**, con scuole di musica, teatro e danza di vari livelli, in collaborazione con conservatori e accademie. La storia di Ravello fornisce già esempi virtuosi, come i corsi di perfezionamento di Michele Campanella, la Banda Musicale di Ravello, le "Vacanze Musicali" di Maria Pia Ferrara, i corsi teatrali della Ribalta, i master di danza e i corsi di percussioni di Pasquale Mirra. Queste iniziative genererebbero "momenti performativi finali" e attrarrebbero fruitori soprattutto in bassa stagione, favorendo la destagionalizzazione. Il secondo cluster, **Futuro**, vedrebbe l'Auditorium come centro di incontri e mostre sui temi del domani: innovazione tecnologica, intelligenza artificiale, cambiamenti climatici, economia virtuale, nuove frontiere della medicina. Il terzo cluster **Piccolo** riguarda eventi di nicchia che attraggono comunità motivate, come collezionisti, artigiani o appassionati di settori specifici. Infine, la **Ravellesità**, "mix a volte esplosivo di appartenenza, identità, campanilismo, razzismo", rappresenta sia un'opportunità che un rischio. Le tradizioni locali vanno valorizzate, ma senza privilegi ingiustificati. La questione centrale resta la gestione. L'autore distingue chiaramente tra "gestire" e "utilizzare" e osserva che "l'Auditorium non ha mai avuto una gestione". La proposta è di adottare una "Fondazione di Partecipazione", forma giuridica capace di unire pubblico e privato, garantire "trasparenza e accountability", e accedere a fondi pubblici ed europei. Questa formula, a differenza dell'attuale Fondazione Ravello che oggi, trasformata e con la partecipazione comunale ridotta quasi a comparsa, non appare più adeguata come ente gestore, permetterebbe il coinvolgimento diretto di cittadini e imprese ravellesi, realizzando un modello di Responsabilità Sociale Territoriale". Questa forma garantisce trasparenza, pluralità di attori e possibilità di accesso a fondi pubblici e europei, consentendo una gestione integrata e dinamica. L'idea è quella di un "azionariato locale" in cui imprese e cittadini di Ravello partecipano direttamente alla gestione e programmazione, superando il principio "chi mette i soldi comanda" per arrivare a "le imprese e i cittadini di Ravello decidono per il loro futuro e quello del loro paese". La RST, spiega l'autore, è una evoluzione innovativa della Responsabilità Sociale d'Impresa dei singoli operatori, che pone l'intero territorio e la comunità tutta al centro dello sviluppo culturale, sociale ed economico, secondo l'adagio "ciascuno è artefice della propria sorte". Il documento si chiude con proposte simboliche ma significative per avvicinare l'Auditorium alla comunità: intitolare il piazzale a Domenico De Masi, il bar e l'area camerini a Pasquale Palumbo, e allestire il Museo Manuel Cargaleiro con le 150 opere donate alla città e oggi invisibili. Questi gesti servirebbero a "rafforzare la nostra identità culturale" e a "far vibrare corde che sono nel nostro DNA".
4. Richiamo alla centralità e alla coesione «L'Auditorium Niemeyer rappresenta un simbolo di visione e ambizione che, purtroppo, si è smarrito nel tempo». È tempo di restituirgli centralità con un **progetto organico** che integri cultura, economia e comunità. Stop alle frammentazioni e alle concessioni occasionali: occorre coinvolgere i ravellesi, ascoltarli e renderli protagonisti delle decisioni. Si chiede inoltre trasparenza sulle concessioni degli spazi accessori e chiarezza nelle condizioni di gestione.
5. Risposta al documento ricevuto (come cittadina e operatrice economica) Centralità di Ravello per i residenti: Ravello deve funzionare prima di tutto per chi ci vive, garantendo equilibrio tra turismo e bisogni quotidiani. Valorizzazione dell'Auditorium: Necessaria ma sempre nel rispetto della comunità e della vita quotidiana. Collaborazione e squadra: Fondamentale creare un distretto culturale con la Costiera amalfitana, condividendo obiettivi e progetti. Partecipazione: Coinvolgere i ravellesi come protagonisti del futuro, ascoltando e includendo la comunità. Sostenibilità: Puntare su uno sviluppo equilibrato che non trascuri le persone e l'identità locale.
6. Idee e strategie per la valorizzazione dell'Auditorium Niemeyer e turismo locale Utilità e ruolo dell'Auditorium: Fulcro culturale: concerti, conferenze, spettacoli teatrali. Spazio comunitario per assemblee e associazioni. Promozione di eventi internazionali, soprattutto in bassa stagione. Eventi proposti: Festival Internazionale di Musica e Arti Performative (classica, opera contemporanea, jazz). Festival del Cinema di Ravello (indipendente e tematico). Forum Internazionale su Sostenibilità e Ambiente. Festival delle Arti Visive (biennale, fotografia). Conferenze su innovazione, architettura e tecnologia. Festival di Letteratura e Cultura Mediterranea. Eventi di Moda e Design mediterranei. Summit e programmi per giovani talenti. Festival dedicati a natura e benessere (yoga, escursioni). Itinerari tematici: Percorsi culturali con villa Rufolo, Cimbrone, Episcopio, Auditorium. Itinerari naturalistici e trekking per valorizzare il paesaggio. Modalità di gestione: Gestione pubblico -privata, con supervisione comunale. Comitato misto (Comune, operatori, cittadini). Prenotazioni digitali integrate. Coinvolgimento di sponsor privati per sostenere i costi. Collegamenti e sinergie con altri spazi culturali: Partnership con Festival di Ravello per eventi congiunti. Collaborazioni con musei, biblioteche e associazioni culturali locali e regionali. Festival itineranti nella Costiera Amalfitana. Piattaforma digitale unica per calendario, streaming, promozione social. Accessibilità alla cittadinanza: Biglietti agevolati per residenti. Laboratori e attività educative per scuole, giovani e anziani. Open day e visite guidate. Postazioni info point in punti strategici (es. Piazza Vescovado e Gradillo). Miglioramento trasporti (navette, traghetti) e accessibilità universale. Sviluppo economico: Eventi di rilievo per attrarre turismo e indotto. Coinvolgimento di ristoranti, hotel e operatori per pacchetti turistici. Creazione di posti di lavoro e destagionalizzazione. Diversificazione del turismo: Turismo educativo con corsi, laboratori e programmi per scuole. Eventi e ritiri wellness in bassa stagione. Promozione digitale e collaborazione con travel blogger. Gestione sostenibile dei flussi turistici. Miglioramento servizi e accessibilità. Conclusione: L'Auditorium Niemeyer può essere cuore pulsante della cultura e dell'economia di Ravello tutto l'anno, con un modello di gestione innovativo, inclusivo e sostenibile, capace di valorizzare il territorio e rafforzare la comunità locale.
7. Prospettive per una valorizzazione dell'Auditorium Oscar Niemeyer Il contributo parte da una riflessione sul contesto socio-economico di Ravello: negli ultimi dieci anni c'è stato sviluppo economico, frutto di scelte politiche passate, ma accompagnato da un calo della qualità del turismo e da una degenerazione culturale e sociale. Si denuncia un clima di egoismo, divisione e rassegnazione, che scoraggia iniziative e impegno. Serve una svolta fondata su buonsenso, amore per le radici, superamento degli interessi personali e una visione condivisa dei valori. Ogni cittadino deve sentirsi responsabile del futuro di Ravello, agendo per le generazioni presenti e future. La rinascita deve partire dalla cultura come strumento di coscienza e coesione, coinvolgendo tutte le fasce d'età e aprendo l'Auditorium a una vasta gamma di attività: musica, pittura, danza, teatro, politica, sport, corsi di storia e valorizzazione delle tradizioni culinarie e artigianali. Si propone di rendere obbligatori corsi di lingue e formazione alberghiera per chi gestisce attività turistiche, migliorando l'ospitalità. L'Auditorium deve inserirsi in reti internazionali per ospitare convegni, dibattiti, spettacoli di alto livello e offrire sconti ai residenti. Obiettivo: restituire serenità e prosperità autentica alla comunità, superando il momento di crisi.
8. L'Auditorium come generatore di socialità e sogni Si contesta l'uso dello slogan "alta qualità" per l'Auditorium, ritenendo che Ravello lo incarni già di per sé e che possa risultare limitante. La visione proposta è trasformarlo in punto di riferimento per le nuove generazioni e fulcro della socialità ravellese, mantenendone lo spirito originario ma dandogli uno stile e una programmazione mirata. La gestione dovrebbe essere diretta dall'amministrazione comunale, tramite un comparto dedicato alla comunicazione, programmazione e gestione complessiva. Le proposte includono: Eventi sportivi di nicchia (es. Scherma con FIS come tappa ufficiale). Presentazioni letterarie, esibizioni musicali e saggi di danza, con il coinvolgimento di artisti legati a Ravello. Programmi per appassionare i giovani alla musica, al canto, alla danza, in spazi adeguati. Coinvolgimento dei giovani in eventi di prestigio (es. Gucci), formando competenze in fonica, luci, regia e allestimenti. Mostre di artisti emergenti, scuole di formazione teatrale, intrattenimento con marionette e artisti di strada sul piazzale. Un bar tematico dedicato esclusivamente a diverse qualità di acqua. L'Auditorium è visto come distributore di emozioni, in grado di crescere cittadini rispettosi e creativi.
9. Gestione condivisa e restituzione al territorio Dalla testimonianza di chi ha lavorato al Ravello Festival e al Comune, l'Auditorium è stato un salto di qualità per gli eventi, ma con potenzialità spesso non sfruttate a causa delle difficoltà di gestione e costi. Si propone una gestione condivisa tra le maggiori strutture di Ravello, con turnazione nella gestione e uso del bar, rendendo la struttura fruibile per eventi, meeting, mostre, convegni, shooting fotografici. Vantaggi: Risposta alla domanda di spazi ampi per eventi e meeting. Destagionalizzazione grazie a un uso continuativo nei mesi di bassa stagione. Formazione del personale turistico (sicurezza, primo soccorso) in un contesto professionale. Eventi di inaugurazione stagionale per rafforzare l'identità culturale e turistica. La proposta si fonda su una responsabilità sociale d'impresa e su una progettualità continuativa e concreta.
10. Auditorium come simbolo di modernità e tradizione L'Auditorium è descritto come un connubio armonico tra sacro e profano, modernità e tradizione. L'autore, legato all'ideatore Domenico De Masi, ne sottolinea l'obiettivo originario di destagionalizzazione culturale. La funzione ideale: spazio aperto agli eventi internazionali e alla comunità locale, luogo di incontro intergenerazionale e di espressione per le associazioni. Esperienze personali: partecipazione alla commissione di agibilità e tentativo di gestione del bar annesso tramite un'ATI, ostacolato da opposizioni. Oggi, seguendo ancora le vicende dell'Auditorium, si auspica una gestione trasparente, partecipata e orientata ai bisogni della comunità, trasformando la struttura in un volano sociale, culturale ed economico, e non in una vetrina per pochi.
11. Auditorium come centro culturale e di innovazione Si esprime apprezzamento per l'iniziativa di Prima Ravello in quanto coinvolge i giovani, considerati fondamentali per il futuro. Si propone di ampliare la funzione dell'Auditorium, affiancando alla dimensione culturale un centro di innovazione con spazi per start-up, centri di ricerca, imprese e università, connessi globalmente. L'obiettivo è attrarre giovani e creare un turismo professionale, integrando lavoro e ospitalità. Esperienza correlata: l'autore cita la Rome Future Week, di cui è advisor, come esempio replicabile a Ravello per generare scambi e opportunità innovative.
12. Museo Manuel Cargaleiro e Scuola della Ceramica Si propone di realizzare l'impegno, mai attuato, preso da vari sindaci con Manuel Cargaleiro: destinare uno spazio dell'Auditorium alla nuova sede del museo a lui dedicato. L'artista, legato profondamente a Ravello e alla Costiera, ha donato numerose opere, oggi custodite ma non esposte. Il progetto includerebbe: Esposizione permanente delle opere di Cargaleiro e di altri artisti e ceramisti locali e nazionali. Creazione di una Scuola della Ceramica per bambini, giovani e scuole, sul modello del museo di Castelo Branco. L'iniziativa garantirebbe vita all'Auditorium tutto l'anno, con un impegno economico limitato, e unirebbe idealmente il progettista brasiliano Niemeyer e l'artista portoghese Cargaleiro in un incontro culturale internazionale.
13. Appello all'unità e alla coesione per Ravello Si esprime sostegno all'iniziativa e si sottolinea la necessità di ritrovare unità di intenti e coesione per recuperare terreno perso negli ultimi anni a causa di un turismo in declino qualitativo e della mancanza di programmazione condivisa. Occorre scuotere dal torpore le nuove generazioni e coinvolgerle per il futuro della città. L'autore si rende disponibile a un incontro collettivo per lavorare insieme.
14. L'autore esprime con convinzione l'utilità dell'Auditorium Oscar Niemeyer e sottolinea che non può rimanere inutilizzato per la maggior parte dell'anno. Propone la creazione di un team dedicato al marketing e alla promozione della struttura, sfruttando social e piattaforme digitali, e cercando accordi anche con grandi aziende nazionali e internazionali. L'idea è di incentivare l'uso dell'auditorium per congressi, convegni, riunioni aziendali ed eventi di rilievo, anche valutando l'opzione di concederlo gratuitamente, perché i benefici per l'economia locale sarebbero significativi (ristoranti, bar, alberghi, B&B, taxi, hostess, parcheggi).Viene inoltre denunciato lo stato di abbandono del bar dell'auditorium, oggi usato come deposito, e si propone di affidarlo a giovani imprenditori locali del settore per rilanciarlo e valorizzare anche lo spazio esterno inutilizzato.In sintesi, il contributo mette in evidenza la necessità di una gestione più dinamica e imprenditoriale dell'auditorium, capace di attivare ricadute economiche e sociali positive per tutta la comunità di Ravello.
15. Proposta di intitolazione e promozione dell'Auditorium - Si propone di rinominare la struttura "Auditorium Oscar Niemeyer & Domenico De Masi", per riconoscere il contributo del professore nella realizzazione dell'opera. Pur nata per la musica, la struttura dovrebbe mantenere tale vocazione ma con un forte rilancio promozionale: Creazione di un sito web completo, con servizi, tariffe, vitto e alloggio. Campagne pubblicitarie mirate e contatti con organizzazioni MICE, università e brand internazionali. Utilizzo del piazzale per mostre di grande impatto. Riattivazione dell'angolo bar. Proposta creativa: rivestire la calotta con un mosaico raffigurante la valle non più visibile con la costruzione.
16. "Prima i Ravellesi" - Riflessione sulla priorità della comunità L'autore, pur apprezzando il progetto "Prima Ravello", invita a non trascurare i bisogni quotidiani della cittadinanza. Con la forte pressione turistica e una gestione disorganica, molti ravellesi si sentono stranieri a casa propria. Si chiede di affiancare ai progetti sui contenitori culturali anche azioni concrete per ascoltare, tutelare e risolvere i problemi reali della comunità, così da coinvolgere più cittadini.
17. Esperienza diretta di custodia Inizialmente contrario alla costruzione, l'autore ha poi lavorato per nove anni come custode dell'Auditorium, trasformandolo in una "seconda casa". L'esperienza ha mostrato l'importanza della struttura sia come monumento che come contenitore per eventi. Si propone di tenerlo aperto tutti i giorni per visite e di utilizzarlo per congressi, spettacoli e concerti.
18. Gestione trasparente, sostenibile e partecipata Si descrive l'Auditorium come un luogo dal potenziale inespresso e si propone di affrontare in modo chiaro il tema dei costi di gestione, differenziando oneri fissi e variabili per consentire formule di utilizzo flessibili da parte di enti, associazioni e privati. Proposte operative: Sito internet con calendario delle disponibilità, listino costi, prenotazioni online. Coinvolgimento di volontari e servizio civile per il supporto operativo. Ricorso a fondi europei per il recupero strutturale. Gare trasparenti per assegnazione di spazi e servizi. Possibilità per i cittadini di proporre eventi di utilità pubblica. Obiettivo: creare una gestione credibile e orientata allo sviluppo locale, anche tramite attività formative e masterclass tematiche.
19. Auditorium aperto tutto l'anno e scuola di musica Si riconoscono critiche e ostacoli che hanno segnato la storia dell'Auditorium, ma si ribadisce che le sue potenzialità sono enormi. La visione è di una struttura operativa 365 giorni l'anno, ospitando eventi culturali, sociali, politici e musicali, con priorità alla creazione di una scuola di musica stabile. Si propone di sfruttare i periodi di bassa stagione per congressi, eventi artistici e incontri pubblici, aprendo la struttura alla cittadinanza e alla Costiera Amalfitana, e riportandola allo spirito del progetto iniziale: mai chiusa, sempre viva.
20. Auditorium come "cattedrale nel deserto" L'Auditorium è percepito come struttura ubicata in un comune poco accessibile, con difficoltà logistiche che limitano la possibilità per i fruitori distanti di una stagione sinfonica, soprattutto fuori dall'estate. La musica classica, secondo l'autrice (violinista dilettante), non attrae più le nuove generazioni; per rivitalizzare la struttura occorrerebbe aprirla a generi musicali più moderni e a forme artistiche diverse (teatro, arti visive). Si sottolinea che un edificio vive solo se sostenuto dalla comunità; in mancanza, degrada. Il paragone con il Duomo di Ravello porta a chiedersi perché quest'ultimo resista mentre l'Auditorium è in disfacimento. Si teme che nessuno voglia assumersi il rischio di gestione, citando come esempio negativo i conti in perdita del Teatro Verdi.
21. Auditorium come scelta strategica per la destagionalizzazione L'autore, che ha sostenuto fortemente la costruzione, ribadisce che la sua nascita è stata una delle decisioni più importanti per Ravello, in grado di prolungare la stagione musicale e ospitare numerose attività. Si ritiene che la gestione più adatta sia affidata alla Fondazione Ravello, purché ripristinata integralmente nei criteri originari, per garantire una direzione competente e strategica. 22. Recupero funzionale e apertura al pubblico Dopo anni di critiche, l'Auditorium è oggi almeno tollerato, ma la sua bellezza originaria è stata compromessa da interventi discutibili. Attualmente in stato di abbandono, non è nemmeno visitabile dai turisti, pur essendo noto a livello internazionale. Si propone: Apertura al pubblico con biglietto, destinando i ricavi a manutenzione. Raccolta fondi per restyling e interventi urgenti. Utilizzo per convegni, cinema (interno ed esterno), mercatini natalizi, eventi di beneficenza e concerti accessibili anche ai residenti. Coinvolgimento della comunità e valorizzazione di eventi letterari (es. "Tè con l'autore" dedicato a De Masi). Obiettivo: fare dell'Auditorium un volano per la crescita sostenibile di Ravello e della Costiera.
23. Una promessa culturale non mantenuta L'Auditorium è visto come uno "sgarbo al paesaggio", estraneo al contesto, ma con un potenziale innovativo non realizzato. Oggi è percepito solo come presenza visiva, usata raramente e senza coraggio progettuale. Si è scelto di conservarlo evitando di usarlo, con il risultato dell'attuale inutilizzo. Per colmare il vuoto, si propongono iniziative come: Stagione teatrale invernale. Cicli di congressi sul turismo. Collaborazioni con realtà come il Giffoni Film Festival. Il prestigio culturale inizialmente promesso è ancora possibile, ma richiede idee e intenzione concreta.
24. Necessità di riapertura e gestione condivisa L'autrice, con esperienza decennale a contatto con turisti, denuncia la chiusura quasi costante dell'Auditorium e l'impossibilità di visitarlo liberamente. Critica la gestione di eventi passati (es. cinema con scarsa partecipazione) e individua cause come servizi carenti, parcheggi chiusi, assenza di ristorazione e problemi di riscaldamento. Proposte operative: Riaprire e far funzionare i bar. Organizzare eventi estivi all'aperto sul piazzale. Consentire la visita libera a pagamento. Offrire servizi completi in occasione di eventi. Evitare un uso esclusivo per matrimoni di lusso. Coinvolgere bambini e giovani con attività culturali a pagamento simbolico. Si sottolinea la necessità di una gestione in squadra, non improvvisata.
25. Ravello come Distretto Culturale Evoluto Si propone un modello di sviluppo basato sulla cultura come motore dell'economia, integrando ricerca, formazione e settori produttivi. L'Autore, attraverso un'articolata digressione sulla formula giuridica e organizzativa, sostiene che Auditorium, insieme a Villa Rufolo, Villa Episcopio, Monastero di San Francesco e Monastero di Santa Chiara, potrebbe dar vita ad uno dei primi esempi di distretto culturale evoluto. Obiettivi: Gestione unitaria dei cinque contenitori, per sinergie e uniformità dell'offerta. Programmazione integrata di eventi artistici, musicali, teatrali e di danza. Attività di alta formazione culturale e professionale in collaborazione con università italiane e internazionali. Coinvolgimento diretto del Comune e indiretto della Regione Campania. Collaborazioni con istituzioni culturali campane. Ruolo centrale della Fondazione Ravello come strumento operativo del Comune, con capacità di attrarre risorse e gestire progetti complessi. Si punta a fare della cultura un volano economico, collegando filiere produttive, formative e di ricerca in un'ottica di innovazione e inclusione sociale.
26. Un contributo per la ripartenza L'Auditorium dovrebbe essere gestito dal Comune, svincolato da influenze politiche personali, e strutturato per autosostenersi economicamente. Punti chiave: Gara pubblica per l'affidamento pluriennale di parcheggi, bar e bookshop a imprenditori qualificati, con entrate annue stimate oltre 100.000 € che coprirebbero i costi per la manutenzione. Assunzione di 3 collaboratori dedicati a manutenzione, pianificazione e pulizia. Realizzazione della piazza antistante come terza piazza importante di Ravello, con attività permanenti. Programmazione stagionale: primavera/autunno per convegni e meeting, estate per mostre e sfilate, inverno per spettacoli (concerti, teatro, balletto). Collaborazione con meeting planner, case di moda, curatori d'arte e operatori internazionali per eventi di alto livello, a costi ridotti grazie a sponsor. Accordi con strutture ricettive e commerciali per garantire servizi e prezzi equi tutto l'anno. Obiettivo: sviluppare un nuovo indotto turistico e rafforzare l'immagine di Ravello.
27. Programmazione culturale continua e inclusiva L'Auditorium deve tornare a essere luogo vivo di cultura e aggregazione, soprattutto nei mesi invernali. Proposte di attività: Concerti di musica da camera, spettacoli teatrali e di danza, eventi per bambini e famiglie, incontri con autori e studiosi. Mostre, installazioni digitali, rassegne cinematografiche e documentari d'autore. Spazi civici per corsi, laboratori e attività formative (lingue, competenze digitali, aggiornamento professionale). Collaborazione con scuole e associazioni locali. Si sottolinea l'importanza di individuare le cause del passato insuccesso (organizzazione, gestione, logistica) e intervenire su accessibilità, trasporti, comunicazione e manutenzione, per integrarlo nel tessuto urbano e sociale.
28. Auditorium al servizio dei cittadini e dell'identità culturale Durante l'inverno, l'Auditorium dovrebbe rispondere alle esigenze della comunità, ospitando riunioni, eventi culturali e attività associative che rafforzino l'identità locale e contrastino l'omologazione. La gestione dovrebbe coinvolgere direttamente il Comune e altre realtà ravellesi in un ente unico di coordinamento. Criticata la perdita di senso di responsabilità sociale d'impresa da parte degli operatori locali, che dovrebbero contribuire attivamente al rilancio della struttura e alla valorizzazione congiunta degli altri contenitori culturali.
29. Progetti culturali integrati con la Fondazione Ravello Spunti per un programma ampio: Festival e concerti che valorizzino artisti locali e internazionali. Programmi formativi e scuola dei mestieri. Archivio digitale delle collezioni e memorie della Fondazione. Collaborazioni internazionali con istituzioni e università. Raccolte fondi e campagne di sensibilizzazione. Itinerari culturali e turismo sostenibile. Comunicazione digitale e social media per ampliare il pubblico. Creazione di una società di servizi per organizzazione e logistica. Comitato scientifico e team leader per i diversi ambiti programmatici.
30. Collaborazione con Università di Salerno e rete accademica internazionale Riprendere e ampliare la collaborazione con il Corso di Studi Magistrale in Ingegneria Edile -Architettura dell'Università di Salerno, già attiva in passato con il supporto del MAECI. Proposte: Ciclo di tesi dedicate a Ravello, con discussioni ospitate all'Auditorium. SUMMER school e convegni scientifici (es. Unione Italiana del Disegno) su digitalizzazione e nuove tecnologie per i beni culturali. Conferenze magistrali su BIM e conservazione degli edifici moderni (in collaborazione con DoCoMoMo). Erasmus week e altri eventi accademici con relativo indotto. Coinvolgimento dei corsi di laurea in arti visive, musica e spettacolo. L'obiettivo è fare dell'Auditorium un hub di formazione, ricerca e innovazione con benefici per studenti, professionisti e comunità locale.
31. Un ricordo e un sogno Il testo ripercorre con nostalgia e lucidità il periodo che precedette l'inaugurazione dell'Auditorium Oscar Niemeyer nel 2009, evidenziando le grandi potenzialità del progetto ideato da Domenico De Masi e Secondo Amalfitano. L'autore riconosce che quella fu "una chance malamente sfruttata", ma ribadisce che gli obiettivi originari restano oggi "più che mai plausibili" e raggiungibili. Dal punto di vista del fruitore, è essenziale che i cittadini percepiscano l'Auditorium come un luogo identitario e rituale, parte integrante della vita culturale di Ravello. Non serve un utilizzo saltuario: occorre garantire "fruizione continuativa e integrata", creando un circuito virtuoso con gli altri beni culturali del territorio. Si suggerisce una doppia strategia: Dal basso, con iniziative radicate nella quotidianità (incontri, spazi di discussione, formazione scolastica e alta formazione); Dall'alto, ospitando eventi di prestigio internazionale in sinergia con le attività della Fondazione Ravello. Un obiettivo chiave è la creazione di un "nuovo pubblico ricorrente" che superi la stagionalità turistica, proponendo una programmazione trasversale a diversi linguaggi (danza, musica, cinema, teatro) e favorendo contaminazioni artistiche per stimolare curiosità e partecipazione. Il progetto richiede la compartecipazione di soggetti diversi - istituzioni, scuole, università, centri di alta specializzazione - e il coinvolgimento degli operatori commerciali locali, in un'ottica di riappropriazione identitaria. Nonostante le difficoltà di attuazione, l'autore riconosce ad Amalfitano il merito di aver delineato "un'idea creativa, attuale, vivace" che rappresenta "una pietra nello stagno dei buoni propositi virtuali", capace di rilanciare l'Auditorium come cuore pulsante della vita culturale di Ravello.
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