Tu sei qui: PoliticaFondazione Ravello: Maffettone duro contro tre consiglieri del CdI: «Desiderio di destabilizzare una gestione di successo»
Inserito da (redazionelda), sabato 9 settembre 2017 11:58:12
«I tre membri del cdi della Fondazione che hanno dato vita alla protesta sono stati nominati dall’ex sindaco che - dopo avere perso le elezioni- non vede di buon occhio la collaborazione tra Fondazione e sindaco attuale». A dirlo, anzi, a scriverlo, è il presidente della Fondazione Ravello Sebastiano Maffettone che replica all’articolo de Il Sole 24 Ore del 7 settembre dal titolo "Scontro aperto a Ravello per la candidatura a Capitale italiana della cultura 2020, faro di Cantone?" ripreso da Il Vescovado che aveva pubblicato la nota a firma dei tre componenti il Consiglio Generale d'Indirizzo in rappresentanza del Comune di Ravello Lelio Della Pietra, Gianpaolo Schiavo e Giuseppe Liuccio.
«La cosa è chiarissima se si pensa che le stesse persone non protestavano durante la sindacatura precedente» specifica Maffettone in uno dei passaggi salienti circa «il vizio di trasformare le istituzioni culturali in fazioni politiche». «Questo spiega anche perché il climax del conflitto sia avvenuto proprio su la questione Ravello Capitale della Cultura - sottolinea - La volontà di partecipare alla competizione in questione è del Sindaco di Ravello Salvatore di Martino. La Fondazione ha semplicemente deciso - su invito del Sindaco di Ravello e dei sindaci dei principali comuni della Costa di Amalfi- ci contribuire al buon andamento della pratica. E lo si noti di farlo "senza aggravio di spesa" per la Fondazione. Vorrei aggiungere che non c’è ente culturale al mondo che, al posto della Fondazione Ravello avrebbe fatto altrimenti».
«La polemica nasce quindi dal desiderio di destabilizzare una gestione di successo. Non potendo attaccarla sul piano dei risultati culturali, si attacca la Fondazione su dettagli di procedura. Lo scopo è puramente e semplicemente quello di impedirne il funzionamento. Sostanzialmente, si sta tentando di rendere inefficiente un’istituzione culturale che funziona» ha chiosato sull’argomento il presidente della Fondazione Ravello.
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