Tu sei qui: PoliticaDelusione e rabbia dei Comuni turistici italiani. Sindaco Sorrento: «Governo Conte ci ha abbandonati. Noi vogliamo lavorare»
Inserito da (redazionelda), martedì 28 aprile 2020 13:32:28
Incredulità, rabbia e sconcerto, questi i sentimenti dei 26 sindaci delle località balneari più importanti d'Italia all'indomani della conferenza stampa del presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte. I Sindaci si aspettavano dal dpcm della Fase 2 date, modalità o un minimo di indicazioni per potere avviare le attività preliminare all'avvio della stagione turistica.
Invece nulla di tutto ciò, rivendicano i primi cittadini di Sorrento, insieme ad Arzachena, Bellaria Igea Marina, Caorle, Castiglione della Pescaia, Cattolica, Cavallino Treporti, Cervia, Chioggia, Lignano Sabbiadoro, Orbetello, Riccione, Rosolina, San Michele al Tagliamento, San Vincenzo, Taormina, Viareggio e Vieste, se non uno sterile riferimento a dati turistici. Impegni nulli per il momento, protestano i vertici dei Comuni del G20s, e questo ha come conseguenza una ricaduta drammatica sull'interno tessuto economico, imprenditoriale e sociale dei territori che di turismo vivono, e solo per un periodo limitato dell'anno, quello estivo.
«In una lettera indirizzata al capo del Governo, ai ministri competenti e ai presidenti delle rispettive Regioni chiediamo di individuare soluzioni immediate, altrimenti ci troveremo a settembre con un intero sistema che sarà al collasso - spiega il sindaco di Sorrento, Giuseppe Cuomo -. Non escludiamo nei prossimi giorni azioni eclatanti, per risvegliare l'attenzione del Governo. Stiamo perdendo credibilità internazionale e assistendo alla fuga prossima dei turisti verso destinazioni più organizzate. Chiediamo che il Governo Conte ci ascolti. Noi sappiamo già come intervenire nei nostri territori. Siamo in grado di operare in sicurezza con i nostri operatori, ci bastano date e regole certe e noi saremo i primi a farle rispettare. Fateci lavorare. Questo chiediamo ora per i nostri operatori, per i nostri lavoratori, per le imprese».
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