Tu sei qui: PoliticaCetara come Ravello: chiusa l’ultima edicola del paese. Sconfitta per la cultura e le istituzioni
Inserito da (redazionelda), domenica 13 dicembre 2020 11:39:00
A Cetara chiude l'ultima edicola del paese. Una notizia che passa in sordina, sepolta dalle più attuali prioritarie esigenze del periodo di emergenza sanitaria. Nel borgo costiero, però, il bazar del centro, che garantiva la vendita di quotidiani e riviste, ha chiuso i battenti e, dunque, interrotto il servizio.
È lo specchio della crisi dell'editoria, che sta costringendo migliaia di addetti a lasciare abbassate le saracinesche. Scena già vista a Ravello dove il sindaco Salvatore Di Martino ha promesso il ritorno della rivendita dei giornali all'interno dei locali dell'ex sala Frau.
Nei piccoli centri la chiusura di questi spazi è un segnale preoccupante che si traduce automaticamente nell'impossibilità per i cittadini di acquistare quotidianamente il giornale.
Da Cetara soltanto gli ultimi inguaribili amanti della carta stampata sono disposti a spingersi, percorrendo cinque chilometri, fino a Vietri sul Mare (con tanto di autocertificazione) per il solo acquisto del quotidiano.
Per la maggior parte, però, non sarà più un'esigenza e il rischio concreto è quello di favorire un'involuzione culturale, con inevitabile disaffezione verso la lettura quotidiana oltre a una grave ricaduta sulla capacità di decodificare la realtà attraverso l'approfondimento dei fatti.
A sollevare il caso è l'ex sindaco di Cetara, Secondo Squizzato: «Sono fra coloro che acquistano il giornale tutti i giorni - scrive su Facebook -. Nonostante il 'digitale' non so rinunciare al profumo della carta stampata, al piacere dell'approfondimento della notizia, ai commenti di giornalisti ed esperti. A Cetara un tempo c'erano due rivenditori. Purtroppo da qualche settimana non c'è più chi li vende. Mi dispiace che in un comune della Costiera non si sia trovata una soluzione per non privare una comunità di questo servizio, ma anche i turisti, quando ritorneranno. Lo so bene che le edicole sono in crisi dovunque, ma abbinare la vendita ad altro esercizio commerciale deve essere possibile. Mi appello a tutti, amministratori locali ed imprenditori: vi prego, trovate una soluzione! Altrimenti avremo fatto un passo indietro. Intanto, con regolare autocertificazione, non mi resta che andare a Vietri sul Mare. Sarà anche l'occasione per incontrare qualche amico e fare due chiacchiere».
La stampa, l'editoria, non possono essere sottoposte a censura, dice la Costituzione italiana. In un paese dove in molte aree rurali migliaia di comuni vivono senza internet e dove la metà della superficie nazionale non è coperta dall'internet veloce, la morte delle edicole e delle librerie si traduce di fatto in una forma di bavaglio, o quanto meno in una privazione nell'accesso alla cultura. Involontaria, ma neanche troppo, perché starebbe alle istituzioni intervenire per salvare questi spazi. Riconoscendone il valore sociale e ponendo un freno alla crisi culturale che sta investendo il Belpaese.
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