Tu sei qui: Notizie, Lifestyle«Fermare le violenze a Gaza»: l'ANPI Costiera Amalfitana invita a partecipare alla protesta nazionale promossa dalla CGIL
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), giovedì 18 settembre 2025 17:45:14
La sezione ANPI Costiera Amalfitana interviene sul conflitto in Medio Oriente alla vigilia della giornata di protesta promossa dalla CGIL. In una nota, l'associazione richiama le recenti conclusioni di una commissione ONU sul dramma di Gaza, le prime sanzioni discusse dall'Unione Europea e l'assenza, a suo avviso, di una posizione chiara da parte del governo italiano.
L'ANPI invita soci e simpatizzanti a prendere parte alle iniziative di mobilitazione previste per domani, venerdì 19 settembre, ribadendo il sostegno al riconoscimento dello Stato di Palestina e alla cessazione delle violenze: "Appena 2 giorni fa la Commissione ONU a ciò istituita ha accertato che a Gaza è in corso un genocidio! Solo ieri, con colpevole e complice ritardo, la UE ha iniziato a proporre deboli sanzioni ad Israele .Il governo italiano ancora non esprime una condanna netta del governo israeliano, né riconosce come fatto da 141 Paesi lo Stato di Palestina. Domani la CGIL ha proclamato un'iniziativa di protesta nazionale accompagnata da scioperi articolati. La sezione ANPI Costiera Amalfitana invita i suoi soci e simpatizzanti a partecipare attivamente a tutte le iniziative finalizzate a fermare il genocidio ed a condannare Israele per una Palestina libera ed indipendente".
"È necessario fermare ogni intervento militare - dichiara la CGIL motivando la mobilitazione nazionale - nella Striscia, garantire corridoi umanitari, mettere in sicurezza la popolazione civile, sostenere e garantire la sicurezza di tutte le missioni umanitarie in corso, compresa la Global Sumud Flotilla, come priorità immediate. Chiediamo che venga sospeso ogni accordo di cooperazione commerciale e militare con Israele finché non si ferma la guerra a Gaza e l'occupazione della Cisgiordania. È necessario mettere in campo azioni concrete per rimuovere l'embargo umanitario e riconoscere lo stato di Palestina. I governi e le istituzioni internazionali si adoperino immediatamente per fermare ciò che sta accadendo, fino ad arrivare alla convocazione di una conferenza di Pace sotto egida ONU. Il massacro e la deportazione del popolo palestinese vanno fermati.La logica della forza e del riarmo è un pericolo vero per i diritti e la democrazia in tutto il mondo".
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