Tu sei qui: Lettere alla redazioneSiamo frusculicchi
Inserito da (redazionelda), venerdì 25 settembre 2015 08:09:49
di Raffaele Ferraioli*
Non sembri esagerato ma quello che sta succedendo in questi giorni in Costa d'Amalfi riporta a quella stupenda pagina di letteratura, che è l'incipit del "Cristo s'è fermato a Eboli" di Carlo Levi.
Nonostante la nostra gloriosa storia, oggi possiamo affermare, come i Lucani del romanzo di Levi: "Noi non siamo cristiani, ma frusculicchi". Stritolati fra la "Teocrazia statale" dei politici "nominati" e la "Burocrazia massonica", corrotta e spregiudicata degli apparati. Lo stato è più lontano del cielo, e più maligno. Sta dall'altra parte, non importa quali siano le sue forme politiche. Mostra di non avere il senso del tempo che si muove.
In un mondo che appare sempre più sconsolato, smarrito, "eternamente paziente", come quello raccontato da Levi, assistiamo rassegnati allo scorrere del tempo sulla nostra fatica (non più) contadina, ma pur sempre degna di rispetto.
Incendi, frane, traffico bloccato, strade interrotte, mobilità ingessata: questo è il quadro della situazione venutasi a creare nelle ultime settimane in Costa d'Amalfi. Istituzioni che confliggono anziché collaborare. Azzeccagarbugli che pontificano, Sindaci alle prese con le proprie inadeguatezze, Provincia destinata ormai a svolgere una inequivocabile funzione di ingombro istituzionale, giocatori impenitenti di scaricabarile, studenti e lavoratori impediti nello svolgimento delle proprie attività, sciacalli pronti ad approfittare delle difficoltà dei cittadini, turisti disorientati, sballottati a destra e a manca e pronti a produrre le loro inviperite recensioni su Tripadvisor e sugli altri siti del passaparola elettronico.
Una vera e propria Babilonia!
Quando finirà questa incredibile, penosa e caotica situazione? Quando si farà chiarezza sulle competenze dei vari enti pubblici? Quando si stabiliranno le più corrette procedure per garantire rapidità ed efficacia agli interventi, alleviare i disagi ai cittadini e i danni agli operatori economici? Quando riapriranno le strade tanto allegramente chiuse al transito? Quando si provvederà a progettare il riassetto del sistema di mobilità di questo territorio? Quando sarà possibile snidare i piromani e i delinquenti che appiccano gli incendi? Quando potrà essere ripristinato un minimo di normalità in questo nostro paese?
Le domande sono tante e tutte impellenti. Richiederebbero risposte tempestive ma dubito che ciò possa avvenire. Il problema è quello di sempre: occorre ripristinare il senso di solidarietà civile e quello di responsabilità sociale, unici presupposti per una comunità umana che non si trasformi in un semplice aggregato di individui, egoisti e menefreghisti.
A quelli che ci governano vorrei dire: "Voi che parlate, parlate, parlate, parlate!... sputate sentenze, emanate ordinanze? Non potete fare niente?" E, per dirla col grande Amedeo Pariante: "Pataté, Tu ca staje llà ‘ncoppa e tiene mente, ‘nzieme ‘o sole, ‘o cielo, ‘o mare ca Tu nc'è dato, nun ce può da' nient'ato?
*sindaco di Furore
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