Tu sei qui: Lettere alla redazioneNon è alleandosi con i nemici del nemico che si vincono le battaglie
Inserito da (redazionelda), mercoledì 8 luglio 2015 13:08:57
Riceviamo e pubblichiamo lettera a firma del ragionier Francesco Zappia, da circa un ventennio atticista politico ravellese, tra i promotori, nel 2011, del nuovo gruppo "Ravello nel Cuore". Zappia si mostra critico rispetto alla missiva inviata dal capogruppo Salvatore Ulisse Di Palma ai vertici della Fondazione Ravello e lancia un messaggio di speranza per il gruppo.
Durante il fine settimana scorso, vari rumors mi avevano anticipato di una missiva che il Capogruppo di Ravello nel Cuore, aveva indirizzato ai massimi vertici della Fondazione Ravello.
Tutti mi parlavano di una sorta di redenzione stile San Paolo, dell'amico Salvatore Ulisse Di Palma, folgorato nuovamente da chi, solo teatralmente può rivestire anche la parte del Salvatore.
Nel momento che la missiva è stata resa pubblica, grazie a questa testata, e contestualmente è arrivato, opportunamente aggiungerei, l'ottimo chiarimento dell'altro consigliere del gruppo, Luigi Mansi, specificando che la stessa, per il sol fatto che fosse divenuta pubblica, non poteva prescindere dal ruolo politico dell'autore, ho sentito la necessità di esprimere una mia personale opinione.
Per correttezza faccio un passo indietro. Sin dal primo giorno ho contribuito alla nascita del gruppo di Ravello nel Cuore, a scrivere le linee guida, alla stesura del programma politico, alla scelta dei candidati consiglieri, con scelte che mi sono pesate molto anche nella sfera personale. In cuor mio sapevo che il mio contributo era l'ultimo che avrei potuto dare al mio Paese: infatti, anche se la logica l'imponeva, non mi candidai e poco dopo le elezioni del 2011 mi sono trasferito altrove ma con Ravello nel cuore. Pur invitato agli incontri del gruppo, da subito dovetti declinare la politica, il contributo alla crescita lo deve dare e fare chi vive il territorio , chi è presente quotidianamente: questo è da sempre il mio pensiero. Ovviamente non sono rimasto sordo alle tanti voci che mi arrivano quotidianamente da Ravello, nè cieco delle mille difficoltà che incontra il Paese.
A distanza di 4 anni, oggi, il gruppo che ho contribuito a far nascere, ritengo che abbia commesso un errore, ma chi non ne fa? Un errore rimediabile, ovviamente: ha cambiato prospettiva, o almeno da quanto leggo, solo l'amico Di Palma l'ha fatto e credo solo per un attimo, forse più con sentimento che con vera convinzione, ma questo sta a lui chiarirlo agli amici del gruppo.
Non è alleandosi con i nemici del nemico che si vincono le battaglie, ma continuando, come scrive anche Luigi, a portare avanti le proprie idee, le proprie convinzioni, ed è questo quello che auspico. Non facciamoci, anzi non fatevi tentare da false sirene, sono solo vecchie balene di una politica arcaica, che non può appartenervi.
Tra meno di un anno si vota, e se mi permettete, il Paese è in ginocchio. Inutilmente qualche giorno fa il Sindaco ha tentato di farmi cambiare idea. Il programma del gruppo Insieme di Ravello, o di quello che ne rimane dopo gli screzi con il padre-padrone-fondatore è rimasto nel cassetto dei sogni. Ho lasciato un paese con spirito critico e lo ritrovo che ha dimenticato cosa significhi lottare per il proprio futuro. Immagino la reazione dei soliti personagetti (citando il De Luca) ma sono abituato.
Ai miei amici di Ravello del Cuore rivolgo un accorato appello: serrate le file, è il momento giusto.
Il futuro è di chi sa immaginarlo.
Francesco Zappia
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