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La Voce dei Borghi

La Voce dei Borghi | Viaggio nella storia e nell’identità di Volcei

Bruzia Crispina, il destino spezzato dell’imperatrice di Buccino e la memoria che resiste

Un passato romano segnato da imperatori e damnatio memoriae, un presente che profuma di olio buono e storia viva: Buccino, l’antica Volcei, racconta la sua anima attraverso le pietre, i musei, i sapori e il ricordo di una donna dimenticata da Roma ma mai dal suo borgo

Inserito da (Admin), domenica 22 giugno 2025 16:13:22

di Sabatino Di Maio

La storia di Buccino, più vicina a Potenza che a Salerno, ma di fatto provincia salernitana, è indissolubilmente legata alla figura di una donna, che si chiamava Bruzia Crispina.

Non fu una vita fortunata la sua, nonostante fosse moglie di un personaggio potente ma tra i più crudeli della storia romana Commodo. Figlio di Marco Aurelio, quest'ultimo ritenuto uno degli imperatori più saggi, il suo periodo di regno fu segnato dalle decisioni dispotiche e autoritarie. Bruzia fu una delle vittime del suo dispotismo. Subì una delle pene più atroci che i romani potessero infliggere: la damnatio memoriae, che di fatto significava essere condannati all'oblio, perché consisteva nella cancellazione di qualunque traccia di quella persona, ma, la rendeva ancora più drammatica, riceverla in quanto considerati nemici dello Stato.

Eppure Bruzia era la moglie dell'imperatore. Più volte si è cercato di dare una spiegazione plausibile a questo verdetto tanto terribile e una delle spiegazioni è stata che Commodo abbia voluto "punire" Bruzia, per non essere riuscita a dargli un figlio maschio, anche se ufficialmente fu accusata di tradimento. Fatto sta che la donna fu inviata a Capri, in esilio dorato, dove poi finì i propri giorni, probabilmente ammazzata. D'altronde Commodo deve la sua fama, in tempi recenti, al capolavoro cinematografico "Il gladiatore".

Nel film uccide Marco Aurelio, il padre, cosa che probabilmente è un falso storico, mentre il fatto che fosse amante delle sfide gladiatorie a cui partecipava anche in prima persona è vero. Al di là della triste vicenda umana di Bruzia, la sua storia ci interessa particolarmente per un motivo: era volceiana, nome antico di Buccino. All'epoca dei romani, Volcei era un centro amministrativo del territorio circostante, batteva una propria moneta.

Nel corso di una rievocazione storica nel 2014, la Proloco di Buccino, ha affidato al gruppo di rievocazione storica Legio I Italica, la fedele riproduzione della moneta, con l'effigie di Bruzia Crispina, di cui si sono perse le tracce. Dal punto di vista archeologico Buccino/Volcei gode di alcuni primati. Uno lo deve ad un evento drammatico: il sisma del 1980. Recandosi sul posto, tra vedute mozzafiato a volo d'uccello, si osservano nettamente le stratificazioni urbanistiche, che mostrano manufatti preistorici e dell'epoca romana a cui si sovrappone l'abitato attuale.

La storia del posto è così tutta a portata di mano. E di occhi.

Così passeggiare nel parco urbano cittadino, significa percorrerne la complessa vicenda che ha lasciato tracce visibili: le antiche porte d'ingresso alla città, i resti del castello normanno-angioino. Dalla collina si gode di un paesaggio a perdita d'occhio. E pensi a quei cavalieri, all'armi, agli amori che hanno attraversato e calpestato quei basolati. Le storie, le vicende, gli uomini e le donne che in quei luoghi hanno camminato, mangiato, amato, vissuto.

Anche la cucina racconta tutto questo. Ad esempio le contaminazioni tra la Lucania e la Campania, passando per Roma.

Ma tornando al centro storico, dopo un'escursione al Parco Urbano, troviamo quella che è forse la vera "perla" di Buccino: il Museo Archeologico Nazionale "Marcello Gigante".

Tra i pezzi pregiati la corazza, che mostra una scalfittura sul fianco, probabilmente il segno del colpo mortale inflitto al soldato che l'indossava. Notevoli gli ori, corredo funerario, venuto alla luce durante gli scavi, di fattura straordinaria che ogni tanto fanno il giro del mondo in altri musei internazionali. Tre piani di esposizione, tra i quali, il mosaico della sala del banchetto.

Uscendo dal museo, ospitato nell'ex convento del quattrocento, elaborando ancora tutto quello che si è visto e vissuto, che ormai è ora di pranzo o giù di lì, non resta che assaggiare la regina della tavola volceiana: la pasta artigianale, che non si può acquistare, ma solo gustare sul posto.

A margine, ma neanche tanto, Buccino resta uno dei luoghi di produzione dell'olio.

Quel prodotto che se è buono, se è realmente di qualità pizzica un po' nella gola.

Basta comprare un pezzo di pane, cospargervi sopra quella specie di nettare, morsicare il tutto, ma... rigorosamente a occhi chiusi.

Foto: Proloco Buccino Volcei APS

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Pane<br />&copy; Proloco Buccino Volcei APS Pane © Proloco Buccino Volcei APS
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