Tu sei qui: Flusso di CoscienzaLe piazze, la guerra e l’illusione di incidere: la voce di Klaus di Amalfi contro la retorica degli slogan
Inserito da (Admin), martedì 14 ottobre 2025 17:12:31
Le piazze, la guerra e l'illusione di incidere
In questi giorni anche in Italia si sono moltiplicate le manifestazioni per Gaza. Cortei, striscioni, slogan, studenti e militanti che dicono di volere la pace, ma che spesso finiscono per scontrarsi con la polizia.
Scene che lasciano perplessi, perché la violenza, qualunque bandiera sventoli, nega il senso stesso della parola "pace".
Molti di questi manifestanti sono sinceramente mossi da indignazione davanti alle immagini di una guerra che colpisce soprattutto civili innocenti.
Altri, però, sfruttano la causa per riaccendere piccoli rancori ideologici o per cercare visibilità politica.
In mezzo, una folla disorientata, convinta che marciare nelle strade italiane possa cambiare il corso di una tragedia che si decide altrove.
Il risultato è spesso un teatrino.
Il dolore autentico diventa slogan, la rabbia si trasforma in gesto di sfida verso chi rappresenta lo Stato.
Si dimentica che nessuno striscione, per quanto accorato, può sostituire la diplomazia, la competenza e la responsabilità dei governi.
C'è poi un altro aspetto.
Nelle piazze si vedono quasi sempre i reparti mobili della Polizia, raramente i Carabinieri.
È una questione di competenze, ma diventa anche simbolica: la divisa contro la folla, come se il conflitto dovesse riprodursi anche a casa nostra.
Alla fine resta la sensazione di un grande smarrimento collettivo.
Le guerre lontane risvegliano emozioni forti, ma non sempre ragionate.
Ciò che servirebbe, più che cortei, è un'educazione alla complessità, alla pace concreta, che comincia dal rispetto reciproco e dalla capacità di distinguere tra testimonianza e provocazione.
In tempi di confusione e di slogan gridati, pensare diventa un atto rivoluzionario.
Klaus di Amalfi
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