Tu sei qui: Eventi e SpettacoliIl Caruso celebra la Dieta Mediterranea: 21 settembre la terza edizione dell'Agorà
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), giovedì 18 settembre 2025 10:15:29
Di Emilia Filocamo
Marco Rizzo ha la sua Felitto tutta negli occhi e nel sorriso aperto, sincero: sembra quasi di intravedere il paese, i contrafforti, i campi, il modo in cui si alternano gli alberi di ulivo, l'intreccio nodoso dei tronchi. La sua gioia, quando comincia una degustazione, arriva diretta, palpabile: ciò che offre non è soltanto il frutto di un lavoro costante ma innanzitutto la prova di una scommessa vinta, di una tenacia che è stata premiata. Parlare con Michele Ferrante è un'esperienza che andrebbe consigliata a tutti. Chi si aspetta il classico imprenditore completamente ed esclusivamente focalizzato sul proprio prodotto, il celebre fagiolo di Controne, e sulla sua realtà aziendale, resterà deluso. Michele Ferrante è colto, preparato, generoso e pieno di aneddoti, energia ed esperienza. Non a caso è stato definito il contadino filosofo: si parte da una delle sue spezie o da una confezione dei suoi fagioli, per conversare di altro, di albe, di tempo, di stagioni, di storia, di buone pratiche. Francesco Vastola è l'emblema di un territorio ricco e generoso. Non si può immaginare di andare via dalla sua azienda senza aver assaggiato o portato via uno dei suoi prodotti. Francesco racconta, omaggia e, in questo modo, contagia bonariamente con i suoi ricordi e con una tradizione che sa di campo, di radice, di attenzione. Raffaello Palladino è la prova della genuinità targata Cilento: la soppressata di cui è produttore nel caratteristico comune di Gioi Cilento, con il cuore bianco, una curiosa " enclave" di sapore, è simbolo di correttezza, direi quasi di schiettezza, e di una produzione che non conosce facili scorciatoie, bugie, alterazioni. Potrei continuare all'infinito. Potrei parlare del sorriso di Donatella Marino quando, in compagnia del marito Vittorio Rambaldo e della figlia Serena, spiega il perché una rete da pesca, la menaica, può cambiare tutto, lascito di un passato attento. Potrei raccontarvi la soddisfazione di Enza Russo, Pasquale Longobardi ed Antonio Di Perna quando si raccontano attraverso i fichi del Cilento, pepite di sapore e tradizione. Con loro, i tornanti di Ogliastro Cilento si affrontano felici, consapevoli che è proprio in quella conquista che si fa chilometro dopo chilometro che si trovano piccoli, preziosi tesori. Potrei provare a spiegarvi la passione di Tony Di Matteo e sua moglie Eleonora, il loro sguardo che si anima quando parlano di erbe, di tisane, di antichi metodi di coltivazione. Oppure descrivere l'azienda di Vincenzo Barlotti a Paestum, quella sapienza che si tramanda da generazioni e che oggi si traduce in mozzarella di bufala, in formaggio stagionato, il pirano, in visite guidate e progetti. Con lui la moglie Daniela Senatore, titolare di Biancamore, azienda che realizza prodotti skincare a base di latte di bufala: una storia di bellezza e mito, di passione e tenacia tra i templi di Paestum. E poi Giovanni Speranza di Rofrano. Attento e di poche parole, giovane ma con un'esperienza notevole. Con lui i pomodori di Rofrano, una varietà particolarmente pregiata, e la farina di castagne, diventano testimoni di un territorio quasi ancestrale, incontaminato. Potrei poi dirvi di Pietro D'Elia e del suo peperone crusco cilentano: anche la sua è stata una scommessa, assolutamente vinta. Appassionato e preparato, Pietro introduce al suo prodotto con eleganza e maestria. Potrei lasciarvi intuire i profumi del carciofo bianco di Pertosa con l'entusiasmo genuino di Rosanna dell'azienda Sole di Cajani. Anche lei sa raccontarsi in un modo che arriva dritto alle emozioni. E se ci si allontana un po', con Adolfo Grimaldi si arriva nei Picentini: terra di olio e di nocciole. Adolfo sorride con la compiaciuta consapevolezza di chi fa un mestiere non per obbligo o e per eredità paterna ma per autentica passione. Potrei parlarvi dei giovani referenti dell'azienda Hera nei Campi, produttori di un riso che ha invertito rotta e bussola, un recupero storico, che ingrossa ed insaporisce il chicco nella piana del Sele. Se poi rivolgo il mio racconto alla Costiera Amalfitana, il primo nome che mi viene in mente è quello di Giulio Giordano di Cetara. Bisogna ascoltarlo, osservarlo quando spiega come si realizza la colatura di alici. Nel momento in cui descrive la sua prima " spillatura", sembra quasi di vedere le mani del nonno che avvolgono le sue e lo guidano. E poi potrei provare a raccontare l'entusiasmo di Matteo Giordano di Tramonti: la sua conoscenza del territorio dell'entroterra costiero è sbalorditiva, un entroterra che percorre con il fare esperto della guida, svelando crocevia di bellezza con i terrazzamenti di limoni che arrivano fino al mare e con una storia di olio aromatizzato e pergolati. Su quelle stesse formazioni ardimentose, crescono i filari della Tenuta San Francesco e dei Vini Marisa Cuomo: creazioni funamboliche pregiate, frutto della tenacia e del duro lavoro. Filari che sovrastano le province e si estendono fino all'Irpinia grazie ad un vessillo del territorio, l'azienda Mastroberardino. Tutte queste storie con volti, viaggi, ritorni, partenze, indirizzi, vie, conquiste, sacrifici, saranno al Caruso, a Belmond Hotel Amalfi Coast, domenica 21 settembre, a partire dalle ore 19,00, quando i Giardini Wagner ospiteranno la terza edizione dell'Agorà della Dieta Mediterranea. La storia sarà accompagnata dalla musica del maestro Angelo Loia e del progetto Oiza, dalla passione del sindaco di Gioi Cilento Maria Teresa Scarpa, dall'entusiasmo di Iolanda Mansi, General Manager del Caruso, e dall'effervescenza creativa dell'Executive Chef del Caruso, Armando Aristarco.
Proprio come in un'antica Agorà greca, ci si ritroverà per confrontarsi e il cibo sarà un motivo per fare e dirsi molto di più, per conoscersi e comprendere che non ci sono confini laddove il sapore unisce e motiva.
Le luci tra i rami degli alberi, il tovagliato che richiama la festa, la musica, le conserve e le spezie, il rosso dei pomodori, la lucentezza delle alici, il giallo degli oli, la densa persistenza della colatura, il calore dei vini, il bianco del succo dei limoni, il croccante delle nocciole e la dolcezza del fico, il profumo della lavanda, il perché della camomilla. Agorà è tutto questo. E, come sempre, talvolta le parole non bastano a descrivere. Sono convinta che emozioni e sapori posseggono un modo particolare per rendersi indimenticabili. Agorà ci insegna che dal palato al cuore, in fondo, la via è breve.
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