Tu sei qui: Eventi e SpettacoliChamber Music in Ravello, il week-end è "romantico"
Inserito da (redazionelda), venerdì 14 settembre 2018 10:05:26
Il weekend di musica da camera al Complesso Monumentale dell'Annunziata a cura della Ravello Concert Society propone due appuntamenti di sicuro interesse incentrati su grandi classici del periodo romantico.
Stasera (venerdì 14 settembre) il recital del pianista Salvatore Giannella si apre con l'esecuzione delle Kinderszenen op.15 (Scene infantili) ricordi indimenticabili di un bambino sensibile filtrati dalla mano delicatissima di un poeta. Anche se la scrittura pianistica non presenta grandi difficoltà esecutive, la destinazione della raccolta non è didattica, come avverrà invece per l'Album für die Jugend concepito nel 1848. Lo stesso Schumann ne chiarisce la portata e la destinazione in una lettera alla moglie Clara: «Se è lecito rinvenire un'eco di quanto una volta mi dicesti circa il fatto che talora assomiglierei a un fanciullo, ebbene essa va trovata in una trentina di piccoli pezzi bizzarri, dodici dei quali [i brani divennero poi tredici] ho chiamato Kinderszenen. Ti divertiranno ma dovrai ovviamente dimenticare di essere una "virtuosa". Essi si spiegano tutti, da sé e nel modo più elementare possibile».
Sempre di Schumann, il pianista Salvatore Giannella eseguirà poi Papillons, Op. 2. La composizione risale in gran parte al 1830, ma alcuni brani erano già stati concepiti l'anno precedente come schizzi e altri risalgono anche a epoca anteriore. Strutturalmente l'opera si compone di una serie di dodici numeri in cui ciascuno traduce un'idea poetica definita, ispirata da un passo del romanzo di Jean Paul Richter "Flegeljahre" (Anni di scapigliatura) un libro che esercitò un influsso profondo sulla mente di Schumann, quando, non ancora ventenne, seguiva le lezioni di diritto e di filosofia all'Università di Lipsia, alternandole con lo studio furioso del pianoforte, che sarebbe diventato la sua unica passione.
Tutto dedicato a Chopin il secondo tempo: Salvatore Giannella eseguirà, per iniziare, tre notturni (op.27 n.1, op.48 n.2, op.62 n.2). I Notturni costituiscono la quintessenza della fama di Chopin e la più autentica manifestazione creatrice del musicista romantico per antonomasia. Il notturno come genere musicale proveniva dall'epoca classica, di ispirazione haydniana e mozartiana, ed era inteso nel senso di serenata o divertimento da suonarsi in una festa serale e all'aperto. Altro elemento costitutivo del notturno era rappresentato dall'influsso italiano. Successivamente il sentimento della notte misteriosa e ricca di incanti e seduzioni profonde, tanto esaltato dalla poesia del Romanticismo, prese il sopravvento e offrì l'occasione a vari artisti, primo tra tutti Chopin, appunto, per scrivere alcune composizioni di elevata e intensa spiritualità.
A seguire i quattro Improvvisi composti da Chopin: l'op. 29 in la bemolle maggiore (1837); l'op. 36 in fa diesis maggiore (1839), l'op. 51 in sol bemolle maggiore, (1843), e la Fantasia in do diesis minore op. 66, che fu scritta nel 1834 e venne pubblicata nel 1855.
Ritroviamo ancora il nome di Schumann nel concerto del trio Musikanten in programma sabato 15 settembre. Ma stavolta si tratta di Clara, moglie di Robert Schumann. Clara fu un talentuosa pianista, figlia di Friedrich Wieck, illustre pianista e insegnante, presso il quale studiò Robert Schumann e fu in questa occasion che conobbe la sua futura moglie.
Clara si dedicò presto alla composizione, continuando anche durante gli anni del matrimonio, per abbandonarla definitivamente dopo la morte del marito per dedicarsi esclusivamente ad eseguire in concerto le opere del marito. Il Trio op. 17 che i Musikanten eseguiranno all'Annunziata, è la sua unica composizione di musica da camera, composta nel 1847. Nel Trio Clara mostra innegabile talento e viene da chiedersi a quali livelli qualitativi sarebbe potuto arrivare se avesse scelto di continuare a comporre.
Il concerto continua con due brani di Claude Debussy. Il diciassettenne Debussy, fresco di Conservatorio, viene chiamato per accompagnare Madame Nadezhda von Meck, la facoltosa protettrice di Cajkovskij, nei suoi viaggi insieme ai figli, per dare loro lezioni musicali. A Firenze, a loro si affiancano anche il violoncellista Danilchenko, che ha appena finito gli studi al Conservatorio di Mosca e il violinista Pachulsky: un trio di eccellenti musicisti che ogni sera suona per la nobildonna soprattutto musica russa, o anche brani di Beethoven e Schubert. Così, da questo clima familiare, Debussy attinge le fresche pagine del suo Trio in sol per violino, violoncello e pianoforte.
Si conclude con la versione per trio di Clair de lune, tratto dalla Suite Bergamasque di Claude Debussy. Liberamente ispirato all'omonima poesia di Paul Verlain, è sicuramente una delle pagine più note dell'intera produzione musicale di Debussy. Si tratta di fama meritata: le sonorità magiche e incantate di questo brano avvolgono l'ascoltatore in una specie di dimensione onirica che difficilmente viene raggiunta dai compositori classici.
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