Tu sei qui: Economia e TurismoGitanti o vacanzieri per la Costa d’Amalfi?
Inserito da (redazionelda), martedì 28 luglio 2015 10:23:54
di Raffaele Ferraioli*
Chi s'intende minimamente di turismo sa che non bisogna mai confondere il "gitante" con il "vacanziere": due soggetti assolutamente diversi, portatori di interessi diametralmente opposti.
Qui da noi, in Costa d' Amalfi, questa confusione rischia di creare danni enormi e impedisce di portare avanti una politica turistica omogenea, razionale, condivisa.
Pur non volendo discriminare nessuno, bisogna rinunciare alle tentazioni demagogiche e al populismo di maniera e tenere ben presente una verità incontestabile: la capacità di carico di un territorio non è illimitata e impone la ricerca continua di un equilibrio fra domanda e offerta, sia in termini quantitativi che qualitativi.
La nostra area per le sue caratteristiche geomorfologiche, la limitatezza degli spazi disponibili, l'inadeguatezza del sistema di mobilità, la vocazione stessa dei luoghi (che non deve essere mai tradita!), non può continuare a subire le "invasioni barbariche" costituite dagli oltre centocinquanta pachidermi del "daily" di Sorrento. I pullman lunghi dodici metri sono incompatibili con la larghezza della carreggiata e con il raggio di curvatura della borbonica statale amalfitana, concepita per il transito delle "carrozzelle" e invasa sempre più da automezzi mastodontici.
Questo flusso, che qualcuno chiama pendolarismo, crea problemi enormi: blocca il traffico, intasa i parcheggi, rappresenta un grave pericolo per la stesa incolumità pubblica, alimenta interessi di poche categorie di operatori (paninari, pizzettari, gelatai, venditori di cocci falsi, ecc.). Questo fenomeno si chiama escursionismo e non ha niente a che vedere con il turismo.
Qui da noi il cosiddetto "ulteriore sviluppo" non può essere realizzato con la crescita indiscriminata del numero dei gitanti, ma va perseguito con l'incremento delle presenze dei vacanzieri che soggiornano per una o più notti, nonché con l'aumento della capacità di spesa dei nostri ospiti.
Su questi principi sacrosanti deve basarsi una sana e corretta politica di promozione e di gestione del fenomeno turistico , che incoraggi i flussi compatibili con le caratteristiche della nostra offerta e scoraggi quelli incompatibili, che rischiano di trasformare la Divina in una squallida "area mercatale rionale".
Bisogna adoperarsi, non tanto per avere più arrivi, quanto per registrare più presenze e, possibilmente, dotate di una maggiore capacità di spesa. Senza trascurare che una migliore distribuzione dei flussi sul territorio e una destagionalizzazione del fenomeno sono obiettivi già individuati da tempo e da perseguire con impegno, attraverso strategie mirate al riassetto del sistema di mobilità, alla valorizzazione delle zone collinari, al restyling del paniere dell'offerta, al miglioramento delle attrezzature e dei servizi.
Su questi temi occorre sviluppare il dibattito, senza attardarsi in valutazioni ideologiche o di facile cattura del consenso, se si vogliono tutelare davvero gli interessi diffusi delle nostre comunità.
*sindaco di Furore
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