CuriositàA Bologna ristoratori di Maiori agli onori della cronaca: i loro spaghetti "sacrileghi" fanno impazzire cinesi e giapponesi

Il caso gastronomico

A Bologna ristoratori di Maiori agli onori della cronaca: i loro spaghetti "sacrileghi" fanno impazzire cinesi e giapponesi

Tonino e Roberto Silvestri, fratelli di Maiori stabilitisi a Bologna nei primi anni Novanta, gestiscono il ristorante “San Pietro”, nel cuore del capoluogo emiliano, a un tiro di schioppo da Piazza Maggiore

Inserito da (redazionelda), giovedì 16 maggio 2019 12:47:14

Sono tantissime le storie dei nostri concittadini che anni addietro hanno lasciato la Costiera Amalfitana in cerca di fortuna. Gente ingegnosa e laboriosa che, in diversi settori, ha saputo affermarsi e portare alta l'immagine del Sud. In questi anni siamo andati alla scoperta di queste persone, i nostri più assidui lettori, sparsi in tutta Italia e anche all'estero. Tutti con un comune denominatore: l'amore per la terra natia.

Oggi vi raccontiamo di Tonino e Roberto Silvestri, fratelli di Maiori stabilitisi a Bologna nei primi anni Novanta.

Impegnati nel settore della ristorazione, come tanti nostri conterranei emigrati, gestiscono il ristorante "San Pietro" (come la loro borgata d'origine), in via de' Gessi, 5, nel cuore del capoluogo emiliano, a un tiro di schioppo da Piazza Maggiore.

Qui, dove la gastronomia è cultura, è arte, è filosofia di vita, i due fratelli coniugano al meglio la cucina tradizionale bolognese, tra tortellini, ragù, Parmigiano, mortadella e fini salumi, con quella mediterranea. Un pezzo di cuore, di mare e sole, tanto gradito al loro affezionato pubblico.

Pochi giorni fa i fratelli Silvestri sono finiti al centro delle cronache gastronomiche emiliane per i tanto discussi spaghetti alla bolognese.

Va precisato che qui gli spaghetti alla bolognese sono un vero caso gastronomico, che da anni stimola un acceso dibattito. All'estero questo piatto è popolarissimo, mentre nella città delle due torri in genere viene considerato una "bestemmia culinaria", in difesa della tagliatella da abbinare al tradizionale ragù. Tanto che alcune associazioni gastronomiche molto rigorose hanno sempre negato l'esistenza di questa ricetta, disconoscendola.

 

Fuori dall'Italia, però, questo piatto è un vero e proprio brand, conosciuto e apprezzato ovunque. A tal punto che un gran numero di turisti chiedano questo primo più degli altri classici come tortellini o tagliatelle.

Pochi giorni fa Tonino Silvestri ha accolto la prenotazione di un'agenzia di viaggi per un gruppo di quaranta asiatici con un'esplicita richiesta: spaghetti alla bolognese. Altra prenotazione, per novanta, la prossima settimana.

Una proposta "indecente" ma nemmeno declinabile, tanto che Silvestri, indotto in tentazione, ha pensato bene di contattare l'avvocato Gianluigi Mazzoni, portavoce del comitato "Promozione della ricetta originale degli spaghetti bolognesi" - che si contrappone a chi sostiene che siano un sacrilegio - per una consulenza circa la preparazione del ragù (non è quello classico bolognese, qui c'è anche salsiccia e piselli) e una dritta per l'acquisto degli spaghetti del pastificio Andalini di Ferrara che dovrebbero essere in grado, proprio come le tagliatelle, di "trattenere" il sugo. Martedì scorso è stato il turno del primo gruppo di turisti.

«Si tratta di un brand conosciutissimo fuori dall'Italia, è un autogol sostenere che non esistano - ha dichiarato l'esperto al Corriere di Bologna -. Quello che è accaduto al ristorante San Pietro deve rappresentare un esempio, i turisti vanno su internet e scoprono gli spaghetti alla bolognese, è un fenomeno inarrestabile».

«Hanno prenotato chiedendo proprio gli spaghetti - ci ha detto Tonino - se non li avessi cucinati sarebbero andati altrove. Ho provato a far cambiare loro idea, ma niente. Cos'altro avrei dovuto fare? D'altronde - ha dichiarato - la cucina italiana negli ultimi anni è stata stravolta, con tante ricette della tradizione rivisitate».

Il caso è stato raccontato dai maggiori quotidiani: da Il Resto del Carlino al Corriere, a Repubblica.

Ma a giudicare dalle loro espressioni, di sicuro i turisti asiatici hanno non poco gradito il menu del San Pietro, per una settimana il ristorante finito sulla bocca di tutti a Bologna e dintorni.

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