Tu sei qui: CronacaViolentò una turista straniera a Positano: se la cava con un anno e due mesi
Inserito da (redazionelda), martedì 9 giugno 2020 09:02:45
Dopo cinque anni di battaglia legale la turista straniera violentata a Positano è scoppiata in lacrime per la decisione dei giudici di infliggere una condanna a un solo anno e due mesi, peraltro con pena sospesa, al suo aguzzino. Il reato di violenza sessuale - come scrive il quotidiano "Il Mattino" oggi in edicola - è stato, infatti, derubricato, nel corso del patteggiamento, in violenza di lieve entità. I legali della donna già nella giornata di oggi adiranno la procura generale di Salerno per ribaltare quella che, a loro avviso, è un verdetto ingiusto.
«In Australia abbiamo molto rispetto per la giustizia ma, dopo una sentenza di questo tipo, per me risulta difficile averne per la giustizia italiana». La vacanza in Italia per una giovane donna australiana è diventata un incubo dopo aver subito violenza sessuale in mare a Positano. Dopo cinque anni di battaglia giudiziaria, segnata da una prima richiesta di archiviazione, una riapertura del fascicolo, un incidente probatorio e una udienza preliminare, la turista straniera ha visto derubricare il reato di 609 bis, ovvero violenza sessuale, in violenza di lieve entità con la condanna del suo aggressore, con patteggiamento, ad un anno e due mesi pena sospesa. Ha accolto in lacrime l'esito della sentenza, comunicatole via telefono dai suoi legali di fiducia, Paolo Iorio e Andrea Scardamaglio, venerdì scorso. «Spero - ha detto loro - di non essere stata penalizzata perché straniera». I suoi legali già nella giornata di oggi adiranno la procura generale di Salerno per raccontare quella che, a loro avviso, è una vicenda non giusta, come riporta Il Mattino nell'articolo a firma di Petronilla Carillo.
LA STORIA
Era fine agosto del 2015 quando Samantha, appena ventitreenne, era in vacanza in Costiera. Sulla spiaggia conosce un ragazzo di 25 anni di Gragnano. Nulla di strano, è estate, si è in vacanza, si è giovani. Ad un certo punto lei decide di fare il bagno ed entra in mare. Lui, poco dopo la raggiunge. I due si fermano ad una boa. Ad un certo punto il giovane la blocca per un braccio impedendole di muoversi e tenta di baciarla. Riuscendo a bloccarla, inizia con violenza a toccarla poi afferra la sua mano e la porta sui suoi genitali. Poi le infila la mano nel costume, la penetra prima con un dito e poi ha un rapporto sessuale con lei. La ragazza riesce la liberarsi e si avvicina alla riva, lui la insegue, l'afferra, le allarga le coppe del bikini e inizia di nuovo a toccarla. La ragazza prova a svincolarsi e, in lacrime, raggiunge gli altri sul bagnasciuga. Una volta tornati tra le persone lui - secondo la denuncia presentata successivamente - la minaccia: stanotte ti troverò e di prenderò di nuovo. La ragazza decide così di andare via, tenta di presentare una denuncia ma non riesce a capirsi a causa del suo inglese stretto quindi desiste e, soltanto una volta arrivata in Inghilterra, dove allora lavorava, decide di presentare denuncia. Parte così l'iter giudiziario, fatto di rogatorie tra l'Inghilterra e l'Australia e di un incidente probatorio per il quale lei torna a Salerno, anche se e questo lo precisano i suoi legali) ancora non gli è stato rimborsato il biglietto aereo.
IL FASCICOLO
L'8 settembre 2016 il sostituto procuratore Francesca Fittipaldi chiede al gip Alfonso Scermino l'archiviazione del procedimento in quanto «la sola versione fornita dalla querelante non sosterrebbe in giudizio l'accusa». La difesa propone immediata opposizione alla richiesta chiedendo al fip di disporre la raccolta di tutti gli elementi di prova a carico dell'accusato. Dopo due anni e mezzo il giudice accoglieva la richiesta di incidente probatorio proposto dal pm e fissa l'udienza per il 4 giugno 2019. La vittima giungeva in Italia e racconta, tra le lacrime, la violenza. Il gip rinvia a giudizio l'uomo. Il 4 giugno, la settimana scorsa, si celebra l'udienza preliminare dinanzi al gup Romaniello. «Il giorno dell'udienza - spiegano gli avvocati dell'australiana - apprendiamo che l'imputato aveva concordato con il pm una pena di anni 1 e mesi 2 di reclusione. Ci siamo costituiti parte civile ma per la nostra procedura il difensore della parte civile non può interloquire sulla richiesta di patteggiamento: possiamo solo perseguire l'imputato in sede civile».
Fonte: Il Mattino
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