Tu sei qui: CronacaOdissea trasporto pubblico Vietri sul Mare-Amalfi. Situazione insostenibile
Inserito da Antonio Schiavo (redazionelda), mercoledì 29 luglio 2020 18:56:19
di Antonio Schiavo
Se un vecchio saggio locale dovesse applicare nel mio caso questa famosa massima latina, la tradurrebbe così: "Ma allora si ‘o vero scemo!".
Mi spiego: lo scorso anno più o meno di questi tempi, quando ancora il Covid non veniva usato come alibi per giustificare tutte le nefandezze di questo mondo tra le quali si annovera certamente il sistema dei trasporti in Costiera amalfitana, raccontai agli affezionati lettori de Il Vescovado la mia odissea tragicomica per arrivare da Vietri a Ravello (leggi articolo in basso) con partenza dalla capitale dei ciucciarielli più o meno verso mezzogiorno e arrivo a casa poco prima delle sei di sera.
Ora, una persona di normale intelligenza col ca...volo che avrebbe replicato quell'avventura. Io, invece, che ormai mi ritrovo con il minimo sindacale dei neuroni funzionanti, in piena crisi di astinenza di asinelli di ceramica, ci sono ricascato.
Visita al meraviglioso laboratorio artigianale Apicella con un artista di ben 88 anni in piena attività creativa, acquisto dell'ennesimo manufatto e arrivo alla pensilina per l'autobus delle 11,12. Che, più o meno in orario, passa (e già questo ha generato profonda meraviglia negli astanti) ma ci lascia a piedi perché il Covid di cui sopra impone metà dei passeggeri. L'anno scorso, invece (senza epidemia) uguale: perché il torpedone era strapieno.
"Inutile" ti dici "aspettare il prossimo, sarà la stessa solfa". Chiedi di un taxi per Salerno, ti mandano nella piazzetta in fondo all'area pedonale, ma, una volta arrivato, ti comunicano che il mezzo alternativo l'avresti dovuto prendere proprio da dove sei partito.
Sacramentando appena appena per il caldo incipiente, ti fermi ad aspettare: fortunatamente passa un autobus che scarica me e la mia gentile consorte alle Poste del capoluogo. Da lì, fra due ali di serpenti che "abballano la macarena" per la canicola diventata insopportabile arrivi alla stazione ferroviaria.
Secondo autobus che (mica puoi far incazzare quello di Palazzo Santa Lucia) ne accetta solo tre. Siamo una quindicina, fate voi!
"Meglio andare al capolinea!" fa una signora che sembra saperla lunga. Sì, il capolinea: peccato che è a circa un chilometro dalla stazione e il caldo sta assurgendo a valori subsahariani.
Ti armi di santa pazienza e, con l'accompagnamento della colonna sonora degli improperi di chi comanda in casa, finalmente sei alla meta desiderata.
Assalto alla diligenza per un primo pullman che arriva però fino a Maiori e poi finalmente guadagni il posto agognato nel successivo.
Mentre stai per rilassarti ti assale dai lati e dai bocchettoni dell'aria condizionata una botta di aria bollente manco stessi sull'Orient Express che attraversa la Siberia: "Signori il raffreddamento non funziona, o ve la tenete così o la spengo" dice solidale l'autista.
Come Dio ha voluto siamo arrivato ad Amalfi e mentre si inscena un'ennesima ressa per montare sull'autobus per Ravello, ti viene da pensare che, quando il Covid era solo nella mente di Giove e la Costiera atavicamente offriva questa fetenzia di trasporti a indigeni e turisti, qualcuno aveva avuto la bella pensata di candidarla a Capitale Italiana della Cultura 2020, idea poi bocciata da qualcun altro (forse l'amico Franceschini?) ritenendola velleitaria.
Vabbè, come si dice "Non tutti i mali vengono per Nocera". No, cari lettori non mi sono sbagliato, ho proprio scritto "non tutti i mali vengono per Nocera". Qualcuno passa, si fa per dire, anche per Vietri.
>Leggi anche:
Trasporto pubblico in Costiera Amalfitana tra caos e disorganizzazione
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