Tu sei qui: CronacaNola, bufera su società abbigliamento: 8 indagati e sequestro da 37 milioni per falso in bilancio e truffa
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), venerdì 27 giugno 2025 17:36:15
Una vasta operazione della Guardia di Finanza di Napoli, coordinata dalla Procura della Repubblica di Nola, ha portato oggi all'esecuzione di misure cautelari personali e reali nei confronti di otto persone, tra cui membri del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale di una società per azioni proprietaria di un noto marchio di abbigliamento, con sede presso l'Interporto di Nola e una rete di oltre 600 punti vendita distribuiti in Italia e all'estero.
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di falso in bilancio, indebita percezione di erogazioni pubbliche, esercizio abusivo di attività finanziaria e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
Secondo l'ipotesi accusatoria, a partire dal 2017 la società avrebbe intrapreso un processo di ristrutturazione volto ad ampliare la rete di vendita diretta e a ridurre quella in franchising. Tuttavia, tra il 2018 e il 2021, gli indagati avrebbero occultato sistematicamente le perdite derivanti dal mancato incasso dei crediti vantati nei confronti dei negozi affiliati, falsando i bilanci e presentando al mercato un'immagine patrimoniale non veritiera, allo scopo di continuare a ottenere linee di credito bancarie.
La frode avrebbe incluso la stipula di accordi fittizi con i franchising, in cui venivano formalmente azzerati i debiti in cambio di indennizzi mai effettivamente corrisposti, inducendo le banche a finanziare un'attività in realtà in crisi.
L'operazione ha anche fatto emergere un indebito ottenimento di finanziamenti pubblici garantiti dallo Stato per un ammontare di 31,5 milioni di euro, grazie alla falsa dichiarazione di rientrare nella categoria delle "imprese in difficoltà".
È stato inoltre accertato un evaso IVA di oltre 5,9 milioni di euro, legato a fittizie operazioni di cessione di beni (come impianti, arredi e scaffalature) ai negozi della rete, simulando la vendita di singole unità per abbattere la base imponibile.
Infine, è emersa anche una pratica di acquisti forzati imposta agli affiliati, che ha aggravato la crisi finanziaria degli stessi, temporaneamente tamponata con finanziamenti non autorizzati concessi dalla casa madre.
Alla luce degli elementi raccolti, il G.I.P. del Tribunale di Nola ha disposto il divieto per i destinatari delle misure di esercitare attività d'impresa o incarichi direttivi per un anno e ha ordinato il sequestro preventivo di beni fino a un ammontare di 37.195.932 euro, pari al profitto complessivo dei reati contestati.
La Procura ha precisato che si tratta di misure cautelari adottate nella fase delle indagini preliminari, e che per tutti gli indagati vale il principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.
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