Tu sei qui: CronacaMinistero Cultura cerca direttori dei musei, bando per 13 posti
Inserito da (redazionelda), mercoledì 29 gennaio 2020 21:28:46
«Oltre 10 milioni di visitatori in più in cinque anni di riforma, l'autonomia ha dato risultati che sono sotto gli occhi di tutti, si va avanti così». Il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini presenta alla stampa estera il nuovo bando per l'assunzione di direttori di prestigio internazionale da destinare ai musei statali resi autonomi dalla legge che porta il suo nome. E l'occasione è buona per rivendicare il successo delle sue iniziative, dall'autonomia gestionale estesa a 32 istituti, alle domeniche gratuite al museo che dopo la parziale cancellazione decisa dal predecessore Bonisoli da oggi tornano in grande stile, rese stabili da un decreto annunciato alle Camere in Question Time.
«In cinque anni hanno portato nei musei 17 milioni di persone, in qualche domenica più di quante ne entravano allo stadio per una partita di serie A», sottolinea soddisfatto rivendicando forse con un significato più ampio rispetto alla cultura «il bisogno di stabilità degli italiani».
La nuova fase della riforma arrivata con il secondo mandato del politico ferrarese alla guida del ministero del Collegio Romano restituisce l'autonomia alle Gallerie dell'Accademia di Firenze, al Museo Nazionale Etrusco e al Parco Archeologico dell'Appia a Roma e riporta in sella i tre direttori «licenziati» tra le polemiche da Bonisoli. Mentre estende ancora l'autonomia gestionale e scientifica promuovendo 8 nuovi istituti, dall'Archeologico di Cagliari al Museo Nazionale d'Abruzzo dell'Aquila; dal Complesso napoletano dei Girolamini che dopo l'incresciosa vicenda della razzia di libri cerca una nuova vita, al Palazzo Reale di Napoli. E ancora, il Vittoriano e Palazzo Venezia che a Roma diventano un unico complesso museale e anzi -annuncia il ministro- potranno forse contare su un collegamento sotterraneo grazie alla nuova fermata della metropolitana che secondo un progetto condiviso con il comune di Roma dovrebbe consentire l'ingresso diretto nei due palazzi «sul modello del Louvre». Promosso a Matera il Museo Nazionale, dove la sfida sarà tesaurizzare il successo della città Capitale della Cultura; promosso in Calabria il Parco Archeologico di Sibari, devastato anni fa dall'alluvione di fango e reso lontano dalla mancanza di efficienti collegamenti («Una sfida da vincere» rilancia il ministro). Premiata, infine, la Pinacoteca Nazionale di Bologna, ricca di tesori.
Otto sfide che cercano otto direttori manager in grado di promuoverle come hanno fatto colleghi italiani e stranieri in tante realtà da Capodimonte a Brera, anche se Franceschini «per non far torto a nessuno» non fa nomi. Mentre servono professionisti per coprire i posti resi vacanti da pensioni, spostamenti e rinunce: a Roma per la Galleria Borghese (Anna Coliva andrà in pensione a giugno) e per il Museo Nazionale Romano (Anna Maria Porro è passata a dirigere la Soprintendenza Speciale) a Ostia per il Parco Archeologico (andrà in pensione anche Anna Rosa Barbera). E poi alle Gallerie nazionali delle Marche dove Peter Aufreiter se n'è andato sbattendo la porta contro la mancanza di certezze della passata gestione («Con l'Austria nessuna polemica» giura il ministro) per tornare al museo della tecnica di Vienna. Infine Palazzo Ducale di Mantova, dove Peter Assmann, nell'incertezza ha preferito lasciare per Innsbruck e i Musei del Tirolo.
Franceschini evita le polemiche, preferisce concentrarsi sui visitatori «cresciuti di più rispetto a quelli di altri paesi confrontabili con il nostro». Un cronista dell'Associated Press gli ricorda le polemiche seguite al primo concorso e quelle più recenti per le decisioni di Bonisoli: «Come pensate di riconquistare la fiducia dei candidati stranieri?». Lui non si scompone: «Chi viene in Italia sa che farà un'esperienza straordinaria», risponde sottolineando poi che le condizioni oggi sono più certe rispetto al 2014. Domani come cinque anni fa l'annuncio sarà sulle pagine dell'Economist. Il capo dei ministri PD ha fretta di tornare a Palazzo Chigi: «Mi aspetto tante candidature di italiani e stranieri. Nella cultura la nazionalità non vuol dire nulla, conta il merito».
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