Tu sei qui: CronacaFemminicidio Anna Scala: chiesto l'ergastolo per Salvatore Ferraiuolo
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), mercoledì 21 maggio 2025 12:52:36
«Prima l'ha uccisa con 17 coltellate, poi si è cambiato i vestiti, ha comprato un panino e si è nascosto». Con queste parole il pubblico ministero Ugo Spagna, della Procura di Torre Annunziata, ha chiesto la condanna all'ergastolo per Salvatore Ferraiuolo, accusato del brutale femminicidio di Anna Scala, avvenuto il 17 agosto 2023 a Piano di Sorrento.
Anna Scala aveva 56 anni, viveva con la madre a Piano di Sorrento, in provincia di Napoli, ed era madre e nonna di due nipotini. Lavorava come estetista e da circa un anno aveva interrotto la sua relazione di 15 anni con Ferraiuolo, un uomo di 54 anni. La rottura era avvenuta a seguito di continui episodi di violenza fisica e psicologica.
Il 24 luglio 2023, mentre Anna si trovava in uno stabilimento balneare sulla spiaggia di San Montano, fu aggredita da Ferraiuolo, che le tagliò le ruote dell'auto. Anna si recò dai Carabinieri di Massa Lubrense per sporgere denuncia, e il giorno seguente, dopo aver ricevuto minacce dirette — "quando torno ti uccido" — presentò un'ulteriore denuncia presso la stazione dei Carabinieri di Piano di Sorrento.
Il 17 agosto, Anna stava uscendo di casa, quando fu aggredita alle spalle dal suo ex compagno che l'aveva attesa per oltre un'ora sotto casa. Ferraiuolo, armato di coltello, la colpì con almeno 17 fendenti, cercando poi di nascondere il corpo nel bagagliaio della sua auto. Dopo l'omicidio, fuggì in sella a uno scooter nero.
Le urla della donna allertarono i vicini, che chiamarono le forze dell'ordine. I carabinieri giunti sul posto trovarono il corpo senza vita di Anna e, poche ore dopo, rintracciarono e arrestarono Ferraiuolo, nascosto poco distante dal luogo del delitto. L'uomo fu trasferito nel carcere di Poggioreale e, davanti al pubblico ministero, confessò l'omicidio, fornendo però ben tre versioni diverse dei fatti, secondo l'accusa nel tentativo di minimizzare le proprie responsabilità.
Nel 2024 è iniziato il procedimento penale davanti alla Corte d'Assise di Napoli, dove ieri il pubblico ministero ha ricostruito i fatti nel dettaglio, sottolineando la premeditazione del gesto e chiedendo il massimo della pena. Parti civili si sono costituite la figlia della vittima, Maria, rappresentata dall'avvocato Salvatore Esposito, e il Comune di Piano di Sorrento, assistito dall'avvocato Francesca Covi.
Nella prossima udienza sarà la volta della difesa dell'imputato, prima che la Corte si esprima con la sentenza definitiva. Una decisione attesa da una comunità ancora sconvolta per un femminicidio annunciato, che lascia una ferita profonda nel cuore della Costiera sorrentina.
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