Tu sei qui: CronacaDelitto di Ravello: ricostruzione Enza Dipino non convince, proseguono le indagini
Inserito da (redazionelda), giovedì 2 aprile 2015 13:08:00
Si muovono nelle quaranta ore precedenti la constatazione di morte di Patrizia Attruia le indagini dei carabinieri di Amalfi e Ravello che hanno raccolto gli ultimi, essenziali, dettagli utili a definire l'intero quadro accusatorio sull'omicidio della 48enne di Scafati. Le immagini di un sistema di videosorveglianza acquisite confermano le testimonianze degli avventori del bar secondo cui Patrizia fu vista per l'ultima volta acquistare le sigarette tra le 21 e 30 e le 22 di mercoledì 25 marzo. I file con i fotogrammi registrati dalle telecamere ritraggono Patrizia mentre rientrava nell'abitazione della palazzina sottostante il Santuario alle 21 e 54. Dall'autopsia effettuata lunedì sul cadavere è stato accertato che la donna sarebbe morta tra le 40 e le 48 ore precedenti l'arrivo dei Carabinieri (venerdì 27 marzo intorno alle 13 e 30). Ciò significherebbe che l'omicidio potrebbe essere avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì.
Patrizia Attruia è morta strangolata dopo essere stata stretta al collo da due mani che, verosimilmente, per sua stessa ammissione, potrebbero essere quelle di Vincenza Dipino che si trova ancora in carcere a Fuorni per effetto dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Emiliana D'Ascoli al termine del rito di convalida del fermo. Ma per gli inquirenti, coordinati dal pubblico ministero Cristina Giusti, in questo drammatico epilogo potrebbe nascondersi dell'altro. Per questo si stanno valutando una serie di particolari. A partire da quei graffi sul volto di Enza, che per sua stessa ammissione aveva detto fossero stati provocati dai suoi gatti.
Sotto la lente d' ingrandimento l'eventuale ruolo che Giuseppe Lima, il quale viveva in casa con le due donne, potrebbe aver avuto in questa triste vicenda.
Giuseppe, interrogato venerdì scorso come persona informata sui fatti, è in stato di libertà e continua a ripetere che l'ultima volta che ha visto Patrizia viva è stato giovedì di primo mattino.
«Attendiamo di conoscere se le azioni (di strangolamento ndr) sono compatibili con un'unica persona» ha dichiarato al Vescovado il medico legale Giovanni Zotti, incaricato dell'esame autoptico. «Bisogna capire anche se nel difendersi la vittima ha graffiato altre persone» ha aggiunto. Questi elementi sono nelle mani dei Carabinieri del Ris chiamati ad esaminare le tracce di Dna rilevate sotto le unghie della vittima.
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