Tu sei qui: CronacaDelitto di Ravello: 3 ottobre processo in Corte d'Assise, Lima chiede giudizio abbreviato
Inserito da (redazionelda), giovedì 24 marzo 2016 12:42:51
(ANTEPRIMA) E' stato fissato per il 3 ottobre prossimo, dinnanzi la Corte d'Assise, il primo atto del processo relativo all'omicidio di Patrizia Attruia, la 47enne scafatese rinvenuta cadavere il 27 marzo dello scorso anno in una cassapanca dell'appartamento di via San Cosma a Ravello.
E' quanto stabilito a margine dell'udienza preliminare svoltasi ieri mattina, dalle 10 alle 16, presso il Tribunale di Salerno, dedicata per lo più a richieste di nullità di alcuni atti, da parte della difesa, che saranno poi trasferite nel processo.
Il giudice per l'udienza preliminare Sergio De Luca ha confermato la legittimità ed il merito della richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pubblico ministero Cristina Giusti, Vincenza Dipino, oggi l'unica colpevole di quell'omicidio che si trova ancora nel carcere di Fuorni. Per lei (difesa dagli avvocati Marcello Giani e Stefania Forlani) inalterato il capo d'imputazione: omicidio volontario con l'aggravante della premeditazione per aver sedato, con una massiccia dose di tranquillanti, la sua "rivale" in amore prima di strangolarla. Il tutto confermato dagli esami autoptici, a conclusione delle indagini avvenute il 26 gennaio scorso.
I parenti della vittima, costituitisi parte civile, sono difesi dall'avvocato Carla Tivelli.
Anche per Giuseppe Lima, il compagno della vittima (difeso dall'avvocato Luigi Gargiulo), dal maggio scorso iscritto nel registro degli indagati, confermato il concorso in occultamento di cadavere con favoreggiamento personale. Proprio Lima, attraverso il suo legale, ha avanzato istanza di giudizio abbreviato.
Ma le accurate indagini hanno fornito nuovi elementi che potrebbero dire di più sulle reali responsabilità di Vincenza Dipino che dal primo momento ha confessato di aver agito da sola e di essere stata l'unica responsabile del delitto. Ma dalle indagini è scaturito che il Lima l'avrebbe aiutata ad eludere le investigazioni alterando la scena del crimine, creando falsi elementi di riscontro e fornendo una falsa versione dei fatti.
Il 50enne giardiniere inizialmente aveva dichiarato di non saperne nulla e d'essere stato informato dalla Dipino, soltanto nella tarda mattinata di venerdì 27 marzo, dell'avvenuta morte della compagna, mostrandogli il corpo all'interno della cassapanca. Versione che non ha mai convinto gli inquirenti e che non collima con gli elementi acquisiti in dieci mesi d'indagini.
La morte della Attruia sarebbe avvenuta al termine dell'ennesima violenta lite con la Dipino, tra la camera da letto e la cucina, verosimilmente almeno tra la sera del 25 marzo (ultima volta che la Attruia fu vista viva) la mattina del giorno seguente. Il corpo della vittima venne trascinato per il corridoio e adagiato all'interno di una cassapanca. Il rinvenimento del cadavere venne comunicato ai Carabinieri soltanto nel primo pomeriggio del 27 marzo.
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