Tu sei qui: CronacaCrollo al ristorante di Atrani, per morte chef Carmine Abate chieste nove condanne
Inserito da (redazionelda), venerdì 19 ottobre 2018 09:09:23
Quindici anni di pena. È la richiesta della Procura di Salerno per nove dei dieci imputati nel processo per la morte di Carmine Abate, lo chef del ristorante Zaccaria di Atrani che il 2 gennaio del 2010 perse la vita nel crollo del costone roccioso che investì il locale. A darne notizia il quotidiano Il Mattino in edicola stamani in un articolo a firma di Petronilla Carillo.
Il Pubblico ministero ha chiesto l'assoluzione per Nicola Nocera, responsabile dell'area tecnica dell'Anas.
LE PENE
A rispondere del crollo colposo e omicidio colposo sono Andrea Barbaro, proprietario del tratto roccioso interessato al cedimento per il quale sono stati chiesti due anni e sei mesi; Domenico Guida, direttore dei lavori per l'autorità di bacino Destra Sele: un anno e otto mesi; Gerardo Lombardi, responsabile del procedimento per le frane nel gruppo di supporto nominato dall'autorità di bacino Destra Sele: un anno e quattro mesi; Giovanni polloni, tecnico geologo abilitato dalla società Acquater a sottoscrivere il piano di stralcio per l'assetto idrogeologico Destra Sele: due anni; Vincenzo Trassari, l'ingegnere per il coordinamento tecnico di progetto e rischio frane: un anno e quattro mesi; Lorenzo Rocchetti, responsabile del progetto per la società Acquater: un anno e due mesi; Crescenzo Minotta, geologo in servizio al Destra Sele: un anno; Zaccaria Pinto e Annamaria Staiano, amministratori della società "Cantina del nostromo" che gestiva il ristorante: rispettivamente due anni e quattro mesi e un anno e sei mesi. Nel collegio difensivo Angela Cisale, Felice Lentini e Carlo Di Ruocco.
LE ACCUSE
I primi sette avrebbero effettuato un'errata qualificazione dei pericoli e rischi del tratto di costone che crollò. La ripa a monte, per l'accusa, venne impropriamente classificata a "pericolosità e rischio medi", al posto di una classificazione "pericolosità e rischio elevato o molto elevati" viste le condizioni "instabili e caratterizzate da profonde e molteplici fratturazioni". Inoltre il pendio a valle, naturale prosecuzione di quello che crollò, era classificato a rischio più elevato rispetto al tratto superiore. Una classificazione, per la magistratura, attribuita in palese violazione degli stessi parametri tecnici elaborati nel piano di stralcio per l'assetto idrogeologico Destra Sele.
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