Tu sei qui: CronacaAmalfi, per un pugno di stalli in più e una bici in meno: il diritto negato ai ragazzi
Inserito da (Admin), domenica 6 luglio 2025 20:09:08
In una domenica di piena estate, mentre il sole cocente accende il lungomare di Amalfi, una scena insolita ha colpito residenti e passanti: una carro attrezzi con braccio meccanico ha rimosso decine di biciclette, quasi tutte da passeggio, molte appartenenti a bambini e ragazzi, dalle rastrelliere di via Lungomare dei Cavalieri. Il motivo? Una nuova ordinanza comunale che, con un avviso affisso appena qualche giorno prima, riserva quegli stalli esclusivamente alle biciclette elettriche.
Un provvedimento improvviso e, a detta di molti cittadini, discutibile sia nella forma che nella sostanza. Le catene di sicurezza sono state tagliate e i mezzi privati portati via senza che fosse chiaro il fondamento giuridico del divieto. "Si tratta di un'azione discriminatoria - denuncia l'ingegner Bonaventura Fraulo, residente nel centro storico e padre di due adolescenti - che priva i ragazzi del diritto al gioco e all'attività all'aria aperta".
Già in passato un episodio simile aveva avuto luogo in Piazza Municipio, ma almeno allora erano presenti delle alternative. Oggi, invece, si chiede alle famiglie di riportare le bici nelle proprie abitazioni, dimenticando che nel centro storico di Amalfi si vive in case di 50 metri quadrati, raggiungibili solo tramite lunghe rampe di scale.
La motivazione alla base della decisione sarebbe la necessità di garantire la turnazione dei mezzi elettrici, sempre più diffusi tra turisti e residenti. Tuttavia, ciò non giustifica il sacrificio degli spazi comuni destinati alle biciclette più semplici, spesso le uniche accessibili per le famiglie meno abbienti.
"L'uso della bicicletta - aggiunge Fraulo - rappresenta per tanti ragazzi un momento di svago, un ritorno alla normalità in un'epoca in cui la fuga nel mondo virtuale è sempre dietro l'angolo. Toglierglielo è un atto miope, che colpisce i più indifesi".
La speranza, ora, è che la vicenda venga presto ridimensionata, magari proprio come un colpo di calore estivo destinato a sciogliersi al sole. Ma resta la domanda: può una città negare ai suoi giovani il diritto a un po' di libertà su due ruote?
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