Tu sei qui: CronacaA Genova suona la sirena: posata l'ultima campata, il nuovo ponte ricongiunge la città
Inserito da (redazionelda), martedì 28 aprile 2020 13:15:31
Ultimato il varo della diciannovesima campata d'acciaio del nuovo viadotto di Genova: ora il tracciato del nuovo ponte è completato, è lungo 1067 metri. Sono state usate 17.500 tonnellate di acciaio. L'operazione è stata salutata dal suono delle sirene del cantiere e delle navi alla fonda e di alcune aziende. A nemmeno due anni dal crollo del Morandi, il 14 agosto 2018 (43 morti), Genova è ricucita. Oggi, come allora, piove.
"Lo Stato non ha mai abbandonato Genova. Lo abbiamo solennemente detto a poche ore dalla tragedia: ero già qui e abbiamo detto subito che Genova non sarebbe stata lasciata sola. Questa presenza è doverosa ma sono qui anche con grande piacere perché oggi suturiamo una ferita". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte a Genova alla cerimonia per la ricostruzione del ponte. "Ci impegniamo al massimo perché tragedie del genere non abbiano più a ripetersi" ha detto Conte. "Ricongiungiamo una importante arteria di comunicazione al centro, al cuore, della città di Genova. La portata concreta di questa giornata è nel fatto che c'è un progetto reale che sta giungendo a completamento. Qualcuno ha parlato di miracolo: credo sia possibile parlare di miracolo, senza enfasi, perché c'è il lavoro di tanti qui, dell'autorità pubblica, dei progettisti e in particolare Renzo Piano, degli operai e i tecnici" ha sottolineato il premier. "Oggi, nei tempi che più o meno ci eravamo ripromessi di rispettare, tempi brevissimi. Quando fissammo questo termine i vostri sguardi erano molto preoccupati ma io vi incitai a fissare un termine molto sfidante perché avevo consapevolezza che se pure avessimo ritardato l'importante era darsi una data la più immediata possibile. Siamo nei tempi e tra poco torneremo per l'inaugurazione, perché il progetto è pressoché completo".
"Siamo convinti che non sia un'illusione quella di cambiare il mondo. Credo che vedere quest'opera quasi realizzata" "sia un segnale straordinario che anche in questo tempo difficile possiamo ogni giorno continuare a cambiare il mondo".
Lo ha detto la ministra dei Trasporti Paola De Micheli al varo dell'ultimo impalcato del Ponte di Genova.
"Il ponte non è finito ma oggi celebriamo il ricongiungimento delle due parti della valle"."Oggi questo nastro d'acciaio posso dire finalmente riunisce le due parti della valle di ponente e di levante. C'era un nastro prima che purtroppo li 14 agosto 2018 è venuto giù": "Ci ricorderemo per sempre" delle 43 vittime. Lo ha detto il commissario per la ricostruzione del ponte e sindaco di Genova Marco Bucci mentre si sta concludendo il varo dell'ultimo impalcato del viadotto sul Polcevera.
Il ponte di Genova "credo sia anche il simbolo di un'Italia che ce la fa a ripartire". Lo ha detto il commissario per l'emergenza e presidente della Regione Liguria Giovanni Toti al varo dell'ultimo impalcato del viadotto sul Polcevera. "Credo che questo sia qualche cosa di più di un ponte. E' utile a questo paese. E' la dimostrazione che insieme possiamo fare tante cose", "la dimostrazione che chi pensa che una cosa non sia possibile farebbe bene ad astenersi dal disturbare chi la sta facendo".
"Ve lo chiedo mettendomi in ginocchio, al Paese serve un grande piano, il piano del Governo Conte, come il piano Marshall, per farlo ripartire. Da Genova parte un grande messaggio". Lo ha detto l'Ad di Salini Impregilo, Pietro Salini intervenendo al varo dell'ultima campata del nuovo ponte di Genova che conclude la struttura in acciaio. Rivolgendosi al premier Salini ha detto: "C'è gente che aspetta di lavorare, ci sono genitori che non sanno cosa far fare ai figli, ecco perché serve un grande piano per ristrutturare il Paese, perché sappiamo che il calcestruzzo dura 50 anni". E ricordando la tragedia ha sottolineato: "Come è possibile che possa essere accaduto, con il nostro sapere, noi che abbiamo una storia per le infrastrutture, le abbiamo insegnate a tutti. Ma è accaduto". Ed ha aggiunto: "Abbiamo ricostruito in fretta, con le nostre mani, il nostro sapere. Oggi non ci possiamo abbracciare o stringerci le mani. Ma facciamolo idealmente, alziamo tutti le mani, è il nostro modo di abbracciarci".
ANSA
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