Tu sei qui: ChiesaCoronavirus, Padre Enzo esorta a "telepregare"
Inserito da (redazionelda), sabato 7 marzo 2020 18:48:53
di Padre Enzo Fortunato (per il Corriere della Sera)
Basiliche e parrocchie, grandi santuari e piccole cappelle si ritrovano ad affrontare un nuovo ruolo, una nuova emergenza imprevista per lo Stato come per noi «uomini di chiesa» o meglio «uomini di Dio». Una nuova fragilità ci interpella, essere presenti a distanza di sicurezza. Si può anche telepregare? È questa la domanda. Una domanda secondaria, ma provo a rispondervi perché alla prima, come pregare, ha già risposto Gesù nel Vangelo: non c'è bisogno di andare al tempio. «Tu invece quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». (Matteo. 6,6). Ecco allora che alla domanda rispondo, sì si può anche «telepregare». Ognuno di noi è solo con Dio, lo siamo in ogni momento.
Alla preghiera corale si può supplire anche con momenti di raccoglimento individuali, un esempio è la webcam sulla tomba di San Francesco, che sta raccogliendo migliaia e migliaia di preghiere, dalle zone rosse, a quelle dove regna la paura e l'angoscia per una situazione inaspettata e drammatica. Non ripetiamo l'errore del cardinal Borromeo nei Promessi Sposi, che per scongiurare la peste organizzò una processione che si rivelò fatale per il contagio. La preghiera che ci sta raggiungendo attraverso sorella rete manifesta una Italia solidale, unita e pronta a leggere un senso e un significato profondo, non quello del castigo di Dio, ma quello di fare emergere nuove possibilità. Nelle tante preghiere che ci arrivano c'è chi, come Bianca, la rivolge a Gesù: «Uniamoci in preghiera in questo momento molto delicato per l'umanità, Gesù ascolta la nostra preghiera» o Filomena che ci scrive: «Preghiamo per tutto il mondo. Questo Virus ci sta allarmando» o Clara che su Facebook interviene: «È un periodo brutto per tutti, specialmente per gli ammalati. Che il Signore Gesù e San Francesco ci aiutano. Siamo in Quaresima e non possiamo andare in chiesa». E poi c'è la speranza, come quella presente nelle parole di Graziella: «Una preghiera a San Francesco perché si possa fermare questa epidemia».
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