Tu sei qui: Attualità Raimondo Esposito, l'artista che allo zucchero dona forma ed espressività
Inserito da (ilvescovado), mercoledì 5 ottobre 2016 11:41:05
di Maria Abate
Ha incantato tutti con la sua creazione in zucchero soffiato che raffigura il dio Nettuno che domina un grande polpo, Raimondo Esposito, giovane pasticciere di Tramonti. Una scultura presentata a Villa Alma Plena (Casagiove) in occasione dell'evento organizzato - il 29 settembre scorso - dall'associazione Give a Hand nell'ambito del Progetto "Abbiamo sete d'amore", per raccogliere fondi da destinare alla creazione di pozzi in Madagascar. Una serata all'insegna della beneficenza ma anche del gusto, della moda, dei motori, della musica e del cabaret con ospiti d'eccezione del mondo dello sport, tra cui gli azzurri Pepe Reina, Dries Mertens, Lorenzo Tonelli, Nikola Maksimovic, Ivan Strinic, Marko Rog e Faouzi Ghoulam, nonché alcuni comici di Made in Sud.
Quando Raimondo è arrivato in villa, non si aspettava di stupire tutti. Ma successo fu. E così abbiamo pensato di fargli un'intervista, per condividere un po' delle sue emozioni e strappargli - perché no? - qualche segreto.
Parlaci della creazione che hai presentato alla serata di beneficenza dello scorso 29 settembre. Sembra complessa da realizzare: quanto hai impiegato e cosa vuole rappresentare?
La mia pièce vuole esprimere il fatto che spesso, per cause di forza maggiore, non si riesce ad emergere e ci si sente impotenti. Però nel maggiore dei casi si combatte fino all'estremo delle proprie forze, magari si cerca un appiglio e si trova la speranza in Dio, o in qualcosa di metafisico. Ho scelto per questo un tema marino, forte, che ben rappresenta la forza delle creature celesti contrapposta alla debolezza umana e allo stesso tempo la connessione che lega le due entità. Ho impiegato all'incirca ventidue ore per Nettuno, soffiando il suo corpo e modellandolo con l'aiuto di un coltellino e con l'aiuto di un piccolo punteruolo, ma anche delle dita! Altre dieci ore per la piovra, per la quale ho utilizzato una tecnica soffiata a due colori per i tentacoli.
Hai trentacinque e hai già partecipato a concorsi di pasticceria artistica nazionali e internazionali, ottenendo ottimi riscontri. L'avresti mai immaginato? Cosa ti è costato in sacrifici e rinunce?
Quando ho iniziato questa tecnica, (all'incirca da 4 anni) non avrei mai immaginato di poter raggiungere certi traguardi (Raimondo ha ottenuto il quarto posto con la sua opera ispirata alla Ferrari al "Sigep" di Rimini e il secondo posto alla "Culinary Word Cup" di Lussemburgo n.d.r.), seppur minimi, perché credo si possa sempre migliorare. È indubbio che coltivare quest'arte mi sia costato sacrifici, a volte enormi: mi ci dedico dopo l'orario di lavoro e spesso finisco alle 4 del mattino seguente, non accorgendomi dell'ora. È mia moglie a ricordarmi di staccare un po' la spina e riposare.
Lavori nel team di Sal De Riso, ambasciatore del bello e del buono della Costa d'Amalfi. Quando hai iniziato a coltivare la tua passione per le sculture in zucchero soffiato, branca della pasticceria ancora poco praticata dalle nostre parti? Come hai imparato?
Hai detto bene. Questo tipo di tecnica - nonostante sia antica e prenda piede dall'intenzione di imitare le sculture in vetro di Murano - è ancora poco praticata dalle nostre parti, forse anche a causa delle molteplici ore di lavoro che ci vogliono per realizzare una pièce artistica. Al laboratorio di Sal De Riso realizzo in genere torte in pasta di zucchero, ma la lo zucchero artistico è cosa ben diversa. Io ho appreso i suoi segreti dapprima da autodidatta, grazie a un libro regalatomi, che mi ha spinto a sperimentare e a fare ore e ore di pratica. Poi mio padre, vedendo i miei buoni risultati, mi ha regalato un corso di aggiornamento tenuto da Davide Malizia, tra i campioni del mondo di questa arte.
A quale maestro dello zucchero artistico ti ispiri per la realizzazione delle tue opere? Quali soggetti preferisci realizzare?
I maestri a cui mi ispiro sono diversi. In Italia amo guardare i capolavori di Emmanuele Forcone, così diversi da quelli di Malizia ma altrettanto belli. Credo però che il mostro sacro dello zucchero sia Stephane Klein, che nel suo atelier francese realizza opere incredibili.Io amo molto il soffiato in tutte le sue sfaccettature. Mi diverto a creare volti, muscolature, animali, qualsiasi cosa "viva" ed espressiva. Ma non disdegno fiori e nastri, che sembrano tanto semplici ma sono anche più difficili da realizzare.
Certamente per te lo zucchero artistico non rappresenta soltanto un hobby. Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Bella domanda. Non saprei... Diciamo che la prendo come viene. Continuerò a sperimentare finché posso, puntando al massimo, poi quel che sarà sarà. Posso anticipare, però, che a gennaio 2017 sarò a Rimini per partecipare al concorso internazionale "The star of the sugar", con la mia solita grinta, ma senza farmi illusioni.
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