Tu sei qui: AttualitàPaesi nella luce, la Costiera Amalfitana negli acquerelli del giovane Giuseppe Proto
Inserito da (redazionelda), giovedì 21 settembre 2017 14:39:42
di Vito Pinto
Ha scelto l'affascinante, ma difficile strada dell'acquerello Giuseppe Proto per raccontare la solarità mediterranea che inonda case sospese di una Costiera montuosamente marina. Giovane trentenne, Proto ha dietro di sé infiniti giorni dedicati al disegno, a quell'intingere i pennelli garbati in liquidi colori da trasmettere alla carta, all'apprendimento nello studio del compianto maestro Vittorio Mansi, erede per appartenenza geografica di una lunga tradizione pittorica sviluppatasi in quello spicchio di Costa che copre i due paesi di Maiori e Minori. E balzano alla mente Antonio Ferrigno, Pietro Scoppetta, Angelo Della Mura, Luca Albino, Manfredi Nicoletti personaggi sui quali Giuseppe Proto sta meditando da tempo per una evoluzione della sua espressione pittorica.
Dice: «Sono in pausa di riflessione per un nuovo filone dove il paesaggio costiero continuerà ad essere presente, ma con una diversa lettura, se mai attraverso gli occhi dei costaioli». E in fondo Giuseppe Proto può sentirsi un costaiolo, come lo era Luigi Di Lieto, come lo è Mario Carotenuto, per la sua appartenenza a questa municipalità dove i romani amavano trascorrere il loro otium, i giorni del riposo. E a sentimenti di riposo, di serenità si rifanno quegli agili campanili più vicini al cielo che alla terra, le cupole maiolicate a slargo di azzurro, le piazzette discrete, accattivanti a dominio di gerani. Terrazzi di alberghi e di case private, "nidi costruiti con i fili del silenzio" come scriveva Stefan Andres, si aprono alla vista serena sul mare delle sirene. Barche in luoghi conclusi sono a ricovero dai capricci invernali, un lampione solitario si affaccia su uno spicchio di case precipiti verso il mare; ma già su altro foglio di carta Arches - "francese, sottolinea Proto, perché assorbe bene l'acquerello" - il racconto pittorico di Proto narra di scorci dell'anima, di ascese tra case non invadenti di paesi bianchi, colorati di fiori a trionfo di natura, e case a mare a richiamo di terre costiere.
«Avevo 11 anni quando iniziai a tracciare i primi disegni. Poi incontrai il maestro Mansi che credette in me e da allora, come lui diceva, disegno, dipingo, e ancora disegno e dipingo per un cammino che sia una continua scoperta di quelle emozioni che questo territorio costiero sa donarci».
Profondamente religioso, Giuseppe Proto non poteva tralasciare le Madonne e i Santi, patroni e protettori dei vari paesi: Santa Trofimena, in primis, patrona di Minori, l'Ave Maris Stella di Maiori, S. Pantaleone di Ravello, S. Andrea di Amalfi; immagini riccamente infiorate a memoria di una sontuosità sacrale, a richiamo di una fede profonda dell'autore, ma anche delle genti costiere verso i propri Protettori celesti ed è esplosione di colori ad addobbo d'altare: è festa patronale.
Negli ultimi chiarori della sera la città lontana, fondale di "lunato golfo", si offre con le mille luci del lungomare e, a seguire, le luci or sparse sui versanti costieri or aggruppate sui litorali marini della Diva Costa, occhieggiano con un cielo stellato, guardiano sicuro di torri saracene.
Paesi costieri, quelli di Giuseppe Proto, dove la luce non s'arrende agli spicchi costrutti, ma illumina le case di vetta - ricordava il poeta Gatto - come le marine e le rocce precipiti a trionfi di ginestra.
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