Tu sei qui: AttualitàMario Carotenuto, nelle sue opere i suoi ricordi
Inserito da (redazionelda), martedì 24 ottobre 2017 18:31:15
di Sigismondo Nastri
Mario Carotenuto, pittore colto e raffinato, gloria di Salerno e della Costiera Amalfitana, dove aveva avuto i natali 95 anni fa, è morto sul campo. Pochi giorni fa era intervenuto, apparendo ancora in buona forma, nonostante l'età, all'inaugurazione della mostra dei suoi autoritratti nella sala San Lazzaro, attigua al Duomo di Salerno. Mostra che ora assume il valore di una testimonianza, di un omaggio della città al suo artista più illustre. E che, secondo me, dovrebbe essere tenuta aperta oltre i limiti di tempo precedentemente stabiliti.
Ricordo la sua amicizia, ricordo il piacere di aver collaborato alla esposizione dei suoi dipinti (1938-1970) alla Provincia nel dicembre 2001 (al tempo della presidenza di Alfonso Andria), curata - come tante altre - da Massimo Bignardi. In quella circostanza gli feci una lunga intervista, inserita nel catalogo.
Chiesi a Mario Carotenuto: "Nel tuo diario annotasti 'Sono un pittore di Salerno. Salerno è una città di provincia,,, Sono un pittore provinciale'. Una dichiarazione di resa?
Mi rispose: "Io credo molto nell'indagare le cose a fondo. Non sono il pittore che va in un luogo, fa il paesaggio e via, quasi fossi un turista. Ho bisogno di fermarmi parecchio in un posto. Stando a Salerno, il mio obiettivo era quello di capire Salerno e la realtà che mi circondava. Vuoi sapere perché, a un certo punto, sono approdato alla pittura religiosa? Perché, gratta gratta, dentro di noi c'è la religione. La base di tutto è la religione, al negativo, al positivo, come regola, come elevazione, come superstizione, come rallentamento di un certo tipo di vita. Sotto questo aspetto devo molto alla Costiera, che è stata il mio campo di studio. La Costiera è un insieme di sensualità e religione, peccato e virtù, carne ed elevazione spirituale. E' stupenda la Costiera, perché ti offre la possibilità di studiare tutta la realtà del meridione."
In una pagina di diario del dicembre 1983 Mario aveva scritto: "Ho la strana sensazione che il mondo giri intorno a me in modo vorticoso ed imprendibile". Gli chiesi: "E' ancora così?". Rispose: "Vent'anni fa, quando ho fatto tutti quei cieli, avevo davvero questa sensazione. Ed è rimasta la stessa. Penso alla solitudine del mio studio. Chiudo la porta e sto qua dentro, solo. Fuori passa di tutto, il mondo può ruotarmi intorno ma io non me ne accorgo. Dipende da una mia scelta, neppure sofferta. La verità è che il mondo rimane lo stesso, sono gli anni che passano. E' che io mi sento di un'altra generazione".
Ora, quella porta si chiude per sempre.
Rimangono le opere. Che documentano quel mondo in movimento: perché non è vero che lui non se ne accorgesse, se ne tenesse fuori. Carotenuto è stato attento osservatore e spesso protagonista dei movimenti artistici che hanno attraversato il suo/nostro tempo. Nelle sue opere - come notò una volta Alfonso Gatto - sono racchiusi anche i suoi ricordi.
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