Tu sei qui: AttualitàLa fine terrena del grande Quasimodo ha sortito effetti inimmaginabili per salute di tanti di noi
Inserito da (redazionelda), mercoledì 16 giugno 2021 16:20:00
di Salvatore Ulisse Di Palma*
La Divina Costiera Amalfitana, da tempo, doveva un ringraziamento alla famiglia Quasimodo. Un grazie perché la tragica scomparsa del poeta e scrittore Salvatore Quasimodo il 14 giugno 1968, mise in moto quel meccanismo burocratico prima e, di scelte gestionali dopo, oggi concretizzatesi in quella piccola oasi sanitaria che risponde al nome di Presidio Ospedaliero Costa d'Amalfi, costola di una struttura più grande che è l'Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno.
Ancora molto cammino resta da fare per dare concrete risposte alle comunità del comprensorio che gravitano sulla struttura sanitaria. Una struttura che è già un punto inderogabile dal quale continuare questo cammino necessario e sentito dai cittadini della Divina Costa d' Amalfi. Ci volle quell'avvenimento nefasto e gridato per smuovere le acque.
Il premio Nobel Salvatore Quasimodo aveva scelto, forse, per porre fine ai suoi giorni la nostra terra, una terra senza andare a ripercorrere le stupende parole dell' Elogio ad Amalfi che tante affinità aveva con la sua amata Sicilia, con la sua Modica, una terra dove si era trovato bene, dove i Limoni si moltiplicavano e dove la la natura impervia, selvatica, veniva quotidianamente irrigata dal sudore dei portatori e dalle portatrici delle ceste di limoni e, quelle geometrie dei terrazzamenti, davano riposo agli occhi, proiettando ombra dal sole cocente e benefico che tutto trasformava e dove il lavoro manuale trovava legittima ricompensa. La stratificazione urbanistica, i passaggi, orologi attenti del quotidiano dell'uomo ricordavano la struttura dei paesi della sua amata isola. Isola che, nell'anima tanta affinità aveva con quella che era stata l'Antica Repubblica marinara Amalfitana che aveva imposto sui mari la sua presenza, ricevendone indicazioni, facendole poi proprie. Thanatos - Athanatos il titolo di una sua mirabile poesia molto adatta, purtroppo, al triste ed insperato avvenimento. Amalfi doveva essere, come lo era per tutto il Sud, il ritorno al ventre materno, al caldo amniotico, cura e certezza. Una breve pausa di riflessione ispirata dai colori, dagli odori, dalla mano dell'uomo e, invece per colui che era riuscito a conseguire il più ambito dei riconoscimenti, il Nobel, la fine...
La mia comunità e, parlo da uomo di scienza, da cultore delle humanae litterae, da cittadino della Divina Costa d'Amalfi, doveva un ringraziamento alla famiglia Quasimodo. Glielo dovevamo e glielo dobbiamo perché anche la sua fine terrena ha sortito effetti inimmaginabili per la salute di tanti di noi. Il suo malore vide attoniti ed impotenti non solo i suoi anfitrioni, ma ancora più la gente semplice del luogo che, ricambiata, salutava con affettuosità, da questo grande dolore l' aspettativa di vita. Qui vale, al di là di qualsiasi commento della lirica in questione il Thanatos - Athanatos, vita e morte, speranza nel futuro, presenza solidale, salvifica e non fine senza presidi sanitari, tali da garantire i necessari soccorsi . Grazie Alessandro Quasimodo, la Divina Costa d'Amalfi ti accoglierà come figlio prediletto e, dovrai sentirti sempre e comunque a casa tua.
*medico cardiologo del presidio ospedaliero Costa d'Amalfi
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