Tu sei qui: AttualitàLa fine dell’estate
Inserito da (redazionelda), domenica 16 settembre 2018 07:56:05
di Miriam Bella
Era il 1985 quando i Righeira lo cantarono per la prima volta, ma da allora, ogni anno in questo periodo, sembra sentirlo suonare, in lontananza nelle nostre teste, il ritornello mentale che ci ricorda che l'estate è ormai agli sgoccioli.
Poco importa se gli abitanti di località costiere come la nostra si trovino di fronte un settembre che stenta a lasciare andare le temperature agostane: il fatto è che le scuole sono ufficialmente ricominciate e non passerà molto prima che il clima si adegui alla stagione cambiata, costringendoci a coprire i lembi di pelle abbronzata.
Poi, diciamola tutta, la fine dell'estate, assai più di quella dell'anno, invita in un certo qual modo alla riflessione; e non so se sia una cosa ancestrale, magari legata alla fine delle vacanze, oppure all'inizio di un nuovo corso di studi, però questo mi è sempre parso il momento migliore per far dei bilanci. Come se si chiudesse qualcosa, si mettesse un punto, si valutassero le cose fatte fino a quel momento e da lì si andasse avanti.
Perché è questo il bello di quando comincia l'autunno, che puoi ripartire, che puoi sperare. L'estate finisce e tu puoi darti degli obiettivi, come la dieta che "ad agosto figurati se la fai, che un giorno una festa, un altro l'aperitivo, allora è meglio lasciare stare perché io sono una che quando comincia una cosa la fa seriamente, eh", oppure la palestra tre volte la settimana, andare a camminare tutte le mattine prima che sorga il sole, o anche, dato che ci siamo, "quel bel corso di pittura en plein air che mi è sempre piaciuto e non ho fatto mai."
Obiettivi, che probabilmente non raggiungerai mai, che ti annoierai dopo ventiquattrore perché sarai preso da altri stimoli o altri doveri e, allora, li rimanderai ancora una volta, ma sono quelli che ti tengono vivo e ti accompagneranno fino alla prossima estate, perché tu possa di nuovo mettere un punto e andare accapo al prossimo autunno.
Certo, l'effetto collaterale di questo alternarsi continuo delle stagioni è che mentre loro ritornano, sempre più o meno uguali, noi inevitabilmente cresciamo e - i Righeira lo avevano capito già tempo fa - "lo sai che non mi va."
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