Tu sei qui: AttualitàIncendi in Costa d'Amalfi: sarà un'altra estate d'inferno?
Inserito da (redazionelda), lunedì 22 gennaio 2018 10:38:30
di Sigismondo Nastri
Giovedì scorso s'è tenuto a Minori il convegno "Campania in fiamme - criticità e proposte". Ringrazio Donato Bella che ha pubblicato sul Vescovado un servizio sui lavori con sintesi audio video annessa.
E' a questa che mi riferisco. A parte le conclusioni - Donato lo conosco bene: è sempre puntuale nelle sue analisi, senza peli sulla lingua -, m'è sembrato che si fosse prestata più attenzione al "fatto", a come fronteggiarlo, ai rischi che ne derivano, che alle cause. Mancano pochi mesi all'estate. Sarà una nuova estate di fuoco? Io penso di no. Dopo tutto quello che s'è bruciato l'anno scorso resta poco da fare. Si aspetterà che la vegetazione riprenda vigore per ripartire all'attacco. Farlo adesso sarebbe come buttare su una scottatura "acqua vullente". I piromani possono essere definiti criminali, in effetti lo sono, fessi no. A meno che non si orientino su altre aree fino a oggi risparmiate.
Tornando al convegno di Minori condivido in pieno l'analisi e le proposte di Donato Bella. La pensiamo allo stesso modo da quando, diciassette-diciotto anni fa, dedicammo un intero numero di èCostiera al problema. Senza ricevere, allora, osservazioni, proposte e neppure critiche dai palazzi del potere. Rimanemmo vox clamantis in deserto. Non mi sorprende, perciò, che, fatta salva la presenza del sindaco padrone di casa, a Minori le istituzioni pubbliche non si siano fatte vedere. Del resto non ebbi neppure io solidarietà quando ricevetti oscure e pesanti minacce proprio per quella inchiesta di èCostiera, che allora dirigevo, e per l'editoriale pubblicato il 28 agosto 2000 sul "Nuovo Mezzogiorno" di Gigi Casciello, dal titolo "Consigli agli 007" (un gruppo di investigatori creato dal ministro dell'Agricoltura Pecoraro Scanio dopo che era stato introdotto nel codice penale, per sua iniziativa, il reato di incendio boschivo). Non ci può essere prevenzione se non si parte dalle origini del fenomeno.
Ho tra le mani il numero 2 di "Infiniti mondi", la rivista bimestrale che ha al timone il mio amico Massimiliano Amato (direttore responsabile) e Gianfranco Nappi (direttore editoriale). Alle pagine 137-142 trovo un articolo dal titolo: "Dopo i roghi dell'estate. Attendiamo la nuova?". L'autore, Ugo Leone, presidente del Parco nazionale del Vesuvio, è uno studioso di problemi ambientali, autore di decine di pubblicazioni scientifiche. Dunque, uno che se ne intende. «Il fenomeno - scrive - ha radici lontane [una mia sottolineatura: non ricordo incendi boschi in Costiera fino alla metà del secolo scorso] e la "riparazione" dei danni può essere lunga, non facile e molto costosa. Certamente non sono brevi i tempi. Non quelli umani che devono fare i conti con il censimento dei problemi, l'individuazione dei responsabili nell'appiccare il fuoco; nello spegnere gli incendi; nel procedere alla bonifica delle aree distrutte; lo stanziamento dei fondi; le gare (al lordo dei ricorsi delle ditte escluse e dei loro accoglimenti da parte del TAR) per l'affidamento dei lavori. Tutti tempi che a mala pena consentono di arrivare alla vigilia dei prossimi incendi».
Leone riporta dati statistici impressionanti sul numero di incendi che hanno devastato l'Italia nel 2017 e sulla vastità delle superfici bruciate. E quanto alla «ricorrente domanda volta a sapere perché si incendia e perché uno o più delinquenti organizzati lo fa, mettendo da parte la piromania, cioè il personale piacere del fuoco che divampa», richiamandosi a quanto già rilevato da Mario Tozzi su La Stampa dell'8 agosto 2017, punta il dito su chi ne trae vantaggio. Perché «nell'azione di spegnimento vi è certamente l'interesse anche economico. D'altra parte come si potrebbe mantenere una flotta di aerei ed elicotteri che non servono ad altro che a spegnere incendi... se non sapendo che la spesa viene recuperata con gli interventi? Allora? Allora, poiché quando intervengono elicotteri e aerei la battaglia contro l'incendio è già perduta - conclude Ugo Leone, l'importante è farne intervenire il meno possibile». Condivido e sottoscrivo.
Leggi:
La Campania martoriata dalle fiamme, da Minori criticità e proposte [VIDEO]
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