Tu sei qui: Attualità«Accorpare l'Alberghiero di Cava de' Tirreni con Salerno o Maiori», la proposta di Sonia Alfano (FdI)
Inserito da (redazioneip), venerdì 24 settembre 2021 16:08:32
«Ho chiesto al Presidente della Provincia di Salerno di valutare per il prossimo anno scolastico, l'accorpamento dell'Istituto Alberghiero di Cava de' Tirreni con il "R. Virtuoso" di Salerno o con il "P. Comite" di Maiori: tale richiesta nasce dalle esigenze del territorio di non perdere un indirizzo scolastico attrattivo per il territorio, rappresentatemi dal Consigliere Comunale della città metelliana, Italo Cirielli». Lo dichiara in una nota stampa il Consigliere Provinciale di Fratelli d'Italia Sonia Alfano.
«L'Istituto alberghiero - ha continuato il Consigliere del Partito della Meloni - con l'accorpamento potrebbe finalmente essere rivitalizzato e potrebbe essere anche fonte di una sinergia con tutto il territorio limitrofo: in più tale scelta potrebbe essere volano per l'occupazione dei nostri giovani senza andare a snaturare l'anima dell'istituto cavese».
«Mi auguro - ha concluso Sonia Alfano - che la Provincia possa valutare per l'anno scolastico seguente tale richiesta in modo da far rinascere anche in termini di numeri di iscritti il "Filangieri" e possa dare come metodo guida delle sue scelte la sinergia trai i territori».
Alle parole del Consigliere Provinciale, segue una piccola dichiarazione del Consigliere Comunale Italo Cirielli: «Oggi a Cava de' Tirreni, la giunta comunale sta valutando la questione alberghiero: qualche esponente della giunta vorrebbe l'accorpamento tra il "G. Filangieri" con l'Istituto Vanvitelli - Della Corte di Cava. Tale decisione comporterebbe una riduzione in termini di prestigio dell'attrattiva dell'istituto cavese: crediamo, invece un eventuale accorpamento con l'istituto di Maiori, ad esempio, creerebbe una sinergia importante nel settore turistico alberghiero, visto anche il forte legame Cava - Costa d'Amalfi. Fratelli d'Italia sarà sempre contro, in tutte le istituzione preposte, ad una gestione così miope e lesiva della cosa pubblica».
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