Storia e StorieLa tavola di Pasqua: le tradizioni gastronomiche della Costa d'Amalfi
Inserito da Sigismondo Nastri (ilvescovado), giovedì 17 marzo 2016 13:59:56
Pasqua ha rappresentato sempre un grande appuntamento conviviale. Tanto più che s'usava benedire la mensa. Avviene ancora in molte case. Ci si reca in chiesa, la mattina, a prelevare l'acqua santa. E con questa, intingendovi un rametto d'ulivo, dopo un momento di preghiera, il capo famiglia, all'inizio del pranzo, asperge la tavola imbandita e gli stessi commensali. Lo faceva mio padre, cerco di tener viva la tradizione.
Per la scampagnata - che ora si chiama picnic - c'è la Pasquetta ('o pascone), il giorno dopo, ed è quasi una riconquista della libertà. Ci si portava dietro, ai miei tempi, una grossa fetta di gattò di patate, farcito con salame, formaggio, mozzarella, o una frittata di maccheroni.
Questo, senza rinunciare al primo piatto - maccheroni al forno o conditi con ragù di carne (col ragù si
sposano a meraviglia i ricci furetani) - e al capretto (in costiera preferito all'agnello) contornato da patatine novelle. A proposito: le statistiche ci dicono che
Dulcis in fundo, i dolci: il casatiello dolce, sormontato dalla pecorella di zucchero o marzapane, e soprattutto la pastiera, dal profumo inebriante di cedro e
Una grande abbuffata? No, semplicemente il trionfo del gusto e dello stare insieme perché - recita un antico detto, e vale specialmente per i giorni di festa - "chi magna sulo s'affoca".