Storia e Storie'E figlie se vasano dint’o suonno', la saggezza di un Popolo (29)

'E figlie se vasano dint’o suonno', la saggezza di un Popolo (29)

Inserito da Antonio Schiavo (redazionelda), martedì 26 gennaio 2016 12:09:45

di Antonio Schiavo

"‘E figlie se vasano dint'o suonno".

Inviandomi un sms con questo detto il Direttore mi ha praticamente richiamato all'ordine ricordandomi l'impegno che abbiamo preso con i lettori de Il Vescovado di dare, nei limiti del possibile, continuità a questa rubrica.

E' un proverbio bellissimo ma al tempo stesso, a mio avviso, ambivalente. Baciare (o accarezzare) i figli mentre dormono consente ai genitori di averli tutti per sé, dedicare loro gesti affettuosi senza pretendere di averne nulla in cambio.

Se neonati si attiva verso di essi un flusso emozionale che, a detta anche di neuroscienziati, costituirà un serbatoio permanente di sentimenti e sensazioni irripetibili e di cui (anche se inconsapevolmente) fruiranno in tutta la loro esistenza.

Io propendo per questa interpretazione ma ce n'è un'altra altrettanto plausibile anche se più prosaica e, in fin dei conti, più cinica.

Baci e carezze dati durante il sonno sarebbero un modo per non far abituare i figli a quelle che secondo alcuni sono smancerie. Una sorta di gratificazione "con la condizionale", chè altrimenti i pargoli potrebbero approfittarne.

A tal proposito, un vecchio e noto albergatore ravellese soleva dire, tra il serio e il faceto: ‘E figlie quanno nasceno so accussì belle che te vulisse mangià, quanno cresceno te piente ca nun t'è mangiate"

Voi, cari lettori de il Vescovado , cose ne pensate? Il Vescovado sarà lieto di accogliere la vostra opinione sull'argomento.

Eccoci, comunque, alle perle di questa puntata:

Pigliate paura de chi se vatte ‘mpietto:

attenzione agli ipocriti, ai farisei che dicono di essere fedeli agli insegnamenti del vangelo, ma si comportano peggio degli altri

Dolore de mugliera morta rura fino ‘a porta:

chiaramente vale anche per i mariti. E' difficile trovare vedovi( o vedove) inconsolabili. Potrebbe fare il paio con:

Povero chi more.

Fatte re e cummanne:

Ci sono situazioni della vita che non si possono affrontare e verso le quali siamo impotenti.

Se so' spartute ‘o suonno:

Hanno condiviso tutto. Si dice soprattutto quando finiscono amicizie che sembravano indistruttibili e inattaccabili.

Sparagnamme e cumparimme:

E' inutile perdere tempo. Si fa più bella figura a prendere atto di una situazione irrisolvibile soprattutto se non c'è volontà comune.

O figlio muto a mamma ‘o ‘ntenne:

Poche chiacchiere, si comprende cosa cerchi e sono evidenti le tue intenzioni anche se cerchi di camuffarle.

Vene sempe c'o' spuroccolo ‘nculo:

Fa sempre le cose di fretta, non vede l'ora di andarsene

Mancano ddje sorde p'agghiustà a lira:

Quando non si è in grado ( o non si vuole) definire una questione o quando si arriva in prossimità del traguardo mancandolo di poco

Se n'è gghiuto cuotolo cuotolo:

Se n'è andato con le pive nel sacco, mestamente

Se n'è gghiuto carico de meraviglia:

Lo abbiamo impressionato. Aveva un'idea o un preconcetto smentiti sonoramente.

Stammatina aggio avuto ‘n fronte:

Mi sono svegliato presto e di soprassalto

T' anna fa ‘o piello:

Ti devono conciare ben bene. Te la devono far pagare cara.

(continua)

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