Lettere alla redazionePeppe Lucibello, il ricordo dell’amico musicista dallo stile composto e discreto
Inserito da (redazionelda), lunedì 24 febbraio 2020 22:28:52
Di Enzo Del Pizzo
I postumi di una normale (fastidiosa) febbre influenzale mi hanno impedito, purtroppo, di accompagnare alla estrema dimora il carissimo PeppeLucibello, deceduto prematuramente un mese fa. Sarebbe stato mio dovere essere presente almeno al rito esequiale, che ha visto una massiccia partecipazione di cittadini amalfitani, e non solo.
Il caro Peppe, che viveva in perfetta sintonia con la sua chitarra, ha trascorso con me gli anni verdi della nostra gioventù. Un amico sincero, discreto, garbato, fraterno, che ha saputo accettare in silenzio le difficoltà della vita, "copiosamente" ricevute nel corso degli anni.
Tutti i fine settimana registravamo nuove presenze di pubblico grazie soprattutto alla stampa quotidiana campana: Gigino De Stefano, corrispondente de "Il Mattino" e Enzo Liguori, del "Roma", seguivano costantemente le nostre performances canore, contribuendo, così, a divulgare la notizia che a Ravello, nelle calde serate estive, era possibile trascorrere anche qualche ora, in compagnia di buona musica all'aperto, con la compiacenza non trascurabile di una piacevole brezza marina. Il suono gradevolissimo della chitarra (classica ed elettrica) di Silio Parente, di quella ritmica di Peppe Lucibello, della batteria di mio fratello Guglielmo, e del pianoforte, che il buon Antonio Mansi (indimenticato gestore del Garden Bar) volle affidare alle mie mani, quale"anziano" del gruppo, rompeva l'incomparabile magico silenzio di Ravello, tanto caro ai suoi affezionati Ospiti. Puntualmente, dal belvedere, che sovrastava la terrazza del bar, giungevano (nei pochi secondi di pausa tra un brano e l'altro) richieste di canzoni in voga che noi, con immenso piacere, eseguivamo. Gli applausi non mancavano, sia dal Bar, sia dal belvedere e, allo scoccare della mezzanotte, si rispettava rigorosamente l'ordine di spegnere di amplificatori, per non disturbare chi aveva la fortuna di addormentarsi (in casa o in albergo) in quello scenario unico, tra cielo, mare e monti.
Che bei tempi, carissimo Peppe. La spensieratezza dei nostri anni verdi, l'amore per la buona musica che, specie negli insuperabili anni 60, trascinava anche i più distratti verso l'ascolto di brani che non hanno conosciuto tramonto, ti hanno visto (nel nostro gruppo) protagonista di un messaggio canoro che anche Tu hai saputo interpretare con il garbo e la passione che ti erano congeniali.
Qualche anno fa, quando presso l'AuditoriumOscarNiemeyer di Ravello, i LoveMen vollero ricordare, con uno speciale concerto, la prematura scomparsa di Guglielmo (il più piccolo del nostro complesso, e, successivamente, voce del prefato complesso amalfitano) tu prendesti parte al fantastico memorial; anche in quella occasione mostrasti la sensibilità di persona mite e semplice (doti non comuni che hai saputo conservare nel tempo).
Grazie, Peppe, per tutto quello che hai dato a noi, ai tuoi cari, agli appassionati della buona musica; grazie per lo stile composto e discreto col quale hai anche accettato le tante difficoltà che hanno contrassegnato i momenti difficili della tua vita.
Grazie per la compostezza con la quale hai fatto tesoro degli aiuti di quanti ti hanno voluto bene (in testa, i responsabili comunali del servizio di PoliticheSociali di Amalfi). Grazie, soprattutto, per le lezioni di vita che, con il tuo encomiabile comportamento, hai saputo dare a quanti hanno avuto la fortuna di incontrarti.
Riposa in pace, carissimo Peppe. Godi la meritata Luce e la Serenità del posto che ti spetta: il Paradiso.
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