Storia e StorieStoria e curiosità del Palio delle Antiche Repubbliche Marinare

Storia e curiosità del Palio delle Antiche Repubbliche Marinare

Inserito da (redazionelda), domenica 18 giugno 2017 10:32:16

Ritorna sull'Arno il Palio delle Antiche Repubbliche Marinare, l'affascinante manifestazione che rievoca le imprese e la rivalità delle quattro città di Amalfi, Genova, Pisa e Venezia, padrone del Mediterraneo nell'Alto Medioevo, nel corso della quale si sfidano tra di loro i quattro equipaggi remieri in rappresentanza di ciascuna Repubblica Marinara. A Pisa gli Amalfitani vorranno senza dubbio bissare il trionfo dello scorso anno sulle acque amiche. Sono ancora più carichi e determinati i vogatori dai bicipiti esplosivi per quello che si annuncia un palio dal forte significato storico e rievocativo.

L' evento, disputato sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica, è ospitato a rotazione dalle quattro città. La 62esima edizione si svolge nella città della torre pendente dove il tradizionale corteo storico, rievocante gli episodi più significativi legati ai fasti marinari delle quattro città, precederà il palio remiero sul percorso di 2000 metri (diretta Rai Due dalle 17,00)

320, in totale (80 per ogni Repubblica), i figuranti nei costumi d'epoca con vessilli e bandiere, trombe e tamburi, cavalli e portantine daranno vita all'avvincente rappresentazione che dalle 15 e 45 percorrerà il lungoarno.

AMALFI fu la prima delle Repubbliche Marinare e sorse fra il tramonto dell'Impero Romano d'Occidente e l'aurora di quello d'Oriente, raggiungendo presto un'importanza di primo piano attraverso gli intensi scambi commerciali con Bisanzio e l'Egitto. Gli arditi mercanti amalfitani sottrassero agli arabi il monopolio dei traffici mediterranei e fondarono, nel X secolo, strategiche basi mercantili nell' Italia Meridionale ed in Medio Oriente, per poter meglio trafficare gli avori africani, le perle indiane, le sete di Cina, il cotone delle pianure della Siria, le stoffe di Damasco e una moltitudine di preziosi manufatti orientali. Tra le considerevoli testimonianze della grandezza di Amalfi, le Tavole Amalfitane, uno straordinario codice di diritto marittimo rimasto valido per tutto il medioevo, e il Tarì, la prima moneta autonoma coniata dopo la caduta dell'Imparo Romano, sono le testimonianze più significative della grandezza della Repubblica Amalfitana. La valùta, d'oro e d'argento, circolava finanche nell'impero greco e in Africa. Inoltre la leggenda vuole che fu l'amalfitano Flavio Gioia a perfezionare lo strumento che sconvolse le tecniche della navigazione nel Medioevo: la bussola magnetica. La repubblica Amalfitana univa sotto di se l'intera penisola che andava da Sorrento a Capo D'Orso, comprendendo anche Capri ed i centri dell'entroterra, bastioni inespugnabili dello Stato. Diede i natali al Beato Gerardo Sasso, fondatore dell'ordine dei Cavalieri dell'Ospedale di San Giovanni in Gerusalemme, che in seguito sarebbe divenuto il Sacro Ordine dei Cavalieri di Malta. Nel 1137 Amalfi subì un brutale saccheggio da parte degli ostici pisani, che già due anni prima provarono, invano, ad attaccarla. Violente inondazioni e la conquista da parte dei Normanni, ne segnarono una disgraziata quanto prematura decadenza.

LA RIEVOCAZIONE STORICA costituisce il momento centrale di tutta la manifestazione. Attraverso di esso ogni Repubblica Marinara rivive in pieno il suo glorioso passato, proponendo episodi e personaggi che ne segnarono la storia. Il corteo amalfitano raffigura la società della repubblica agli inizi del XI secolo, allorquando raggiunse l'apice della sua opulenza. Al suo interno sono rappresentati, attraverso la fedele riproduzione dei paramenti dell'epoca, i personaggi più illustri delle varie classi sociali: le magistrature, i militari e il popolo, così disposti: 3 rematori; 10 valletti ed il gonfaloniere; 5 trombettieri; il console della Repubblica; 3 paggi del console; 2 giudici; il console del mare; 2 ambasciatori; il duca; 2 paggi del duca; 4 cavalieri; 6 alfieri; 4 dame e 4 cavalieri della corte; lo sposo e la sposa; 6 paggi; 4 timpanisti; il navarca; 9 marinai; 9 arcieri. In particolare sfilano il Duca e i cavalieri con spadone, i cui paramenti furono poi ripresi dai membri dell'Ordine dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme. L'episodio proposto è quello del matrimonio tra Giovanni I, figlio e co-reggente del duca Mansone I, e la nobildonna salernitana Regale; lo sposalizio segnava per il giovane rampollo il passaggio alla maggiore età e l'ingresso nell'ambiente politico.

L' IDEA di una manifestazione di carattere eminentemente storico, che potesse rievocare le fulgide imprese delle Repubbliche Marinare d'Italia, si formò, alla fine degli anni Quaranta del secolo scorso, nelle menti di due appassionati: il cavaliere pisano Mirro Chiaverini e l'allora sindaco di Amalfi, l'avvocato Francesco Amodio. L'atto costitutivo dell'Ente Regata delle Quattro Repubbliche Marinare fu stipulato ad Amalfi, nel salone Morelli del Municipio, il 10 dicembre del 1955. Da allora in poi ogni anno la gara remiera si svolge mediante galeoni, ricostruiti su modelli del XII sec., spinti da otto rematori e guidati da un timoniere. Le quattro imbarcazioni, lunghe 11 metri ed a sedile fisso, furono create nei cantieri navali di Venezia, varate il 9 giugno 1956 sulla Riva dei Giardini Reali e benedette dal patriarca di Venezia Angelo Roncalli (in seguito eletto papa con il nome di Giovanni XXIII).

IL REGOLAMENTO In precedenza gli equipaggi erano formati da atleti nati nelle rispettive città, province e regioni, oppure ivi residenti da almeno dieci anni, ma a partire dal 2004 si è stabilito che essi devono essere composti per metà da atleti provenienti dalla Regione e per l'altra metà da atleti provenienti dalla Provincia. Le imbarcazioni devono essere costruite tutte con gli stessi parametri strutturali. Prima della partenza sono sottoposte a pesatura, e per essere ammesse non devono avere (a vuoto e compresi gli accessori, ad eccezione dei remi) un peso inferiore ai 760 chilogrammi. Proprio per garantire maggiore efficienza e leggerezza in acqua (pur sempre entro i limiti), le barche, un tempo costruite in legno, oggi vengono realizzate in vetroresina. Ogni imbarcazione deve essere riconoscibile attraverso i colori con cui viene dipinta e dalle polene, ovvero dalle sculture (ora anch'esse in vetroresina) poste sulla prua che raffigurano l'animale simbolo di ciascuna città. Per questo motivo, l'imbarcazione di Amalfi è identificata dal colore azzurro e dal cavallo alato che, insieme alla sirena, era uno dei motivi principali utilizzati per le polene delle galee medievali; quella di Genova dal colore bianco e dal drago (che si riconduce a San Giorgio, protettore della città), quella di Pisa dal colore rosso e dall'aquila (a ricordo della fedele collaborazione offerta alla causa sveva e ghibellina dalla repubblica toscana), quella di Venezia dal colore verde e dal leone alato (che si riconduce a San Marco Evangelista, patrono della città).

IL PALIO REMIERO dei galeoni si disputerà sul percorso di 2000 metri in linea e si sviluppa controcorrente lungo l'Arno. Le corsie del campo di gara sono assegnate in virtù dell'ordine di arrivo dei quattro equipaggi nella gara dei gozzi che si svolge il giorno precedente. Ai vincitori la prima scelta.

Il dispositivo di partenza è costituito da quattro ancoraggi fissi allineati e il via è dato dal giudice arbitro. La giuria provvede, invece, a valutare l'arrivo, giudicando il "taglio" del traguardo da parte della polena di ogni barca (per Amalfi la punta dello zoccolo anteriore del cavallo alato; per Genova la punta delle narici del grifone; per Pisa l'estremità degli artigli dell'aquila; per Venezia metà della spada impugnata dal leone alato). È vietato, durante la gara, invadere la corsia di un avversario, pena la retrocessione all'ultimo posto decretata dalla giuria. È permesso, invece, il cambio del numero d'acqua solo nel caso in cui un equipaggio si porti di un'imbarcazione avanti rispetto ad un avversario. La città vincitrice della Regata riceve in premio un trofeo in oro e argento, realizzato dalla Scuola Orafa Fiorentina, che rappresenta un galeone a remi (come quello usato per la gara) sorretto da quattro ippocampi, al di sotto del quale compaiono gli stemmi delle quattro Repubbliche Marinare. Essa lo detiene per un anno, fino alla nuova messa in palio nell'edizione successiva. Sulla base del trofeo, inoltre, viene apposta di anno in anno una medaglia con il simbolo della città vincitrice della Regata; pertanto vi sono tante medaglie quante edizioni disputate. Oltre alle regate tradizionali, in alcuni anni si sono disputate anche edizioni straordinarie della gara: nel 1961, a Torino, sulle acque del Po, in occasione del centenario dell'Unità d'Italia; nel 1983, a Londra, sul Tamigi, dove le Repubbliche Marinare si sfidarono contro quattro equipaggi inglesi; nel 1988, a Bari; nel 1991, a Marina di Pisa, in occasione dell'anniversario della battaglia della Meloria; nel 1993, a Noli e a Siracusa, entrambe vinte dall'equipaggio genovese, nel 1999, a Monte Carlo, nell'ambito dei festeggiamenti per il giubileo di Ranieri III di Monaco (in questa edizione partecipò un equipaggio di vogatori monegaschi) e, nel 2000, a Meta di Sorrento, in occasione della rievocazione storica dello sbarco delle flotte saracene.

E' Venezia la regina incontrastata della Regata, e guida la classifica delle vittorie in assoluto: ben 33 primati ottenuti nelle 61 edizioni disputate finora. Seguono Amalfi 11 con vittorie, Genova e Pisa con 8.

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