Storia e StorieInfarto sulle scale del Duomo di Milano. Chef stellato salvato da chirurgo salernitano

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Infarto sulle scale del Duomo di Milano. Chef stellato salvato da chirurgo salernitano

La particolare storia di Scarnecchia colto da infarto L'ex calciatore e il giovane medico

Inserito da (Admin), sabato 9 dicembre 2023 21:06:59

Piazza Duomo a Milano, il 3 dicembre è già addobbata per le imminenti festività natalizie. Un uomo si sente male. Si accascia proprio sul sagrato del Duomo.

E' così che alle 23 di quella sera, la tranquilla routine di Giuseppe Verolino, brillante cardiologo "on call" presso l'ospedale Auxologico San Luca di Milano, viene interrotta da una telefonata. Dalla struttura sanitaria lo avvisano che c'è una persona di 65 anni con "caratteristiche cliniche ed elettrocardiogramma" che suggeriscono "un infarto miocardico" in corso.

A raccontare la storia via social è lo stesso uomo colpito da infarto, che in un video ha dichiarato: "Mi hanno fatto un intervento al cuore e mi hanno salvato la vita. Mi hanno preso per i capelli!"

Il paziente in questione si rivela essere Roberto Scarnecchia, ex calciatore professionista e oggi chef stellato, che racconta l'esperienza sul suo profilo social, esprimendo gratitudine per il tempestivo intervento che gli ha salvato la vita.

La storia non passa inosservata e rimbalza anche su testate giornalistiche nazionali come il Quotidiano del Sud da cui abbiamo appreso la notizia.

Il dottor Giuseppe Verolino, Peppe per amici e colleghi, ha 32 anni ed è originario di Salerno (figlio del dott. Luigi Verolino, dirigente medico del Dipartimento di Prevenzione della Asl area Costa d'Amalfi).

Fondamentali sono stati i soccorsi attivati da un altro giovane camice bianco, che con la fidanzata passeggiava in piazza Duomo proprio mentre Scarnecchia accusava l'improvviso malore.

Avere un infarto miocardico significa che "un arteria del cuore si occlude in maniera acuta e genera una sintomatologia", spiega Verolino all'Adnkronos salute. In questi casi è opportuno "non attendere. La mortalità dell'infarto non operatodecuplica per ogni ora che quell'arteria rimane occlusa. E per noi cardiologi interventisti, quanto prima arriviamo, tanto più lineare può essere l'intervento. Come è stato nel caso di Roberto."
L'operazione è durata trenta minuti, in anestesia locale con il paziente che si è rivelato molto collaborativo.

"Io e la mia équipe abbiamo fatto un lavoro di squadra e nel corso della procedura lo abbiamo tenuto al corrente di tutto." ha dichiarato il medico.

Una storia a lieto fine che ha visto protagonista il un figlio della nostra terra, laureato in Medicina a Salerno e, successivamente specializzatosi al Campus biomedico di Roma e dopo un'esperienza di formazione specifica per la pratica in sala di emodinamica al Centro
Cuore Città di Alessandria, fino ad approdare a Milano, dove oggi opera nell'Unità operativa di emodinamica dell'ospedale San Luca.

La morale di questa vicenda sta nel fare sempre attenzione al proprio corpo, restando attivi ed evitando le fonti di stress che possono compromettere per sempre la qualità della nostra vita.

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