Storia e StorieErnest Hemingway e Amalfi, partendo da “Addio alle Armi”

Ernest Hemingway e Amalfi, partendo da “Addio alle Armi”

Inserito da (redazionelda), domenica 22 luglio 2018 10:55:23

di Sigismondo Nastri

Nelle pagine iniziali di "Addio alle armi" (A Farewell to Arms, 1929), il romanzo di Ernest Hemingway (Oak Park, 21 luglio 1899 - Ketchum, 2 luglio 1961) ambientato sul fronte delle operazioni del primo conflitto mondiale, c'è un riferimento ad Amalfi. L'autore riporta un dialogo tra ufficiali, a mensa, in una pausa delle ostilità provocata dall'inverno gelido. Ecco i passaggi che m'interessano (nella traduzione di Fernanda Pivano).
"Non ci sarà più offensiva ora che è venuta la neve" dissi.

"No di certo" disse il maggiore. "Dovete andarvene in licenza. Dovete andare a Roma, Napoli, Sicilia...".

"Deve visitare Amalfi" disse il tenente. "Ti scriverò un bigliettino per i miei ad Amalfi. Ti vorranno bene come a un figlio".
Poco più avanti, a proposito del tenente Rinaldi, trovo quest'annotazione: "Era un bel ragazzo, aveva la mia età, e veniva da Amalfi. Faceva volentieri il chirurgo ed eravamo molto amici...".

Una citazione casuale? Può darsi, in mancanza di elementi che consentano di affermare che Hemingway è stato in questa città. Non mi sorprenderei, tuttavia, se in un polveroso e dimenticato libro degli ospiti di qualche vecchio albergo, prima o poi, venisse scoperta la sua firma. Chi ne ha la possibilità si armi di buona volontà e dia il via alla ricerca.

La vicenda raccontata in "Addio alle armi" (dal romanzo venne tratto il film omonimo diretto da Charles Vidor e interpretato da Jennifer Jones e Rock Hudson) si svolge nel 1917, sullo scenario del conflitto italo-austriaco. Ne è protagonista Frederic Henry, un americano in servizio come conducente di ambulanza nei reparti sanitari dell'esercito italiano. Egli conosce un'infermiera inglese, Catherine Barkley, e se ne innamora, ricambiato. Quando viene ferito, lei lo raggiunge a Milano per assisterlo e curarlo. Dimesso dall'ospedale, trascorrono insieme la convalescenza in Svizzera, vivendo un'estate felice. In autunno Catherine si accorge di essere incinta. Frederic, però, deve tornare al fronte, dove si trova coinvolto nella disastrosa ritirata di Caporetto, descritta con efficace realismo. Diserta e, con la donna, si rifugia in territorio elvetico. La conclusione è triste: Catherine, dopo un parto disgraziato, muore col bambino.

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