PoliticaL'orologio fermo di Atrani, da Municipio: «Impegno affinché pezzo di storia non vada perso»

L'orologio fermo di Atrani, da Municipio: «Impegno affinché pezzo di storia non vada perso»

Inserito da (redazionelda), lunedì 19 settembre 2016 20:27:04

ATRANI - Dopo le polemiche dei giorni scorsi relative all'orologio del campanile del Birecto fermo dalla scorsa primavera, l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Luciano De Rosa Laderchi assicura i cittadini l'impegno «affinché questo pezzo di storia del paese non vada perso». Attraverso una nota trasmessa alla nostra redazione - e che pubblichiamo di seguito per completezza d'informazione - il governo cittadino ricostruisce la triste vicenda, ch non si differisce dal nostro resoconto della scorsa settimana.

E' tutta una questione di tempo: tra le diverse cose dette, però, non si conoscono i tempi d'intervento per la definitiva risoluzione della questione. Ma si sa, il tempo è da sempre galantuomo.

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Alla luce delle numerose rimostranze da parte della cittadinanza circa il mancato funzionamento dell'orologio della chiesa di S. Salvatore de' Birecto occorre precisare alcuni fatti, per evitare che l'argomento continui a essere solo spunto di polemiche e inutili chiacchiere da bar.

Da 150 anni l'orologio dell'antica cappella palatina del Birecto scandisce i ritmi di vita del paese, accompagnando coi suoi rintocchi lo scorrere del tempo.

Conscia del suo valore storico, culturale ed artistico, oltre che del legame affettivo che unisce noi atranesi a quei rintocchi, l'amministrazione comunale ha subito provato a garantire una soluzione quando, ad inizio 2016, l'addetto che si occupava di "caricare"

l'impianto (da anni, secondo una tradizione consolidata di famiglia) ha comunicato di non poter più assolvere al suo compito.

La delibera numero 9 del 26.01.2016 ha avuto l'obiettivo di attivare tutte le procedure per automatizzare il funzionamento dell'orologio. La decisione ci è sembrata la migliore: non potevamo "obbligare", in primo luogo, chicchessia a sobbarcarsi l'onere di dar corda all'impianto 365 giorni l'anno, sempre alla stessa ora, per nulla più che un simbolico compenso di un euro al giorno.

In secondo luogo, l'attivazione di un sistema automatico che regolasse il funzionamento dell'impianto aveva anche l'obiettivo di guardare un po' più lontano del nostro naso: con questa scelta volevamo "risolvere" anche per il futuro la questione del "a chi tocca"; l'operazione di carica dell'orologio, come sanno gli atranesi, non è nemmeno semplice, e non si può affidare a chiunque.

 

Dopo la delibera del 26 gennaio e la presentazione delle offerte per l'appalto, sono sorte delle problematiche con la Sovrintendenza e con la Chiesa (relative alla loro preoccupazione che, sottraendo l'orologio alla carica manuale, il meccanismo stesso della ricarica si deteriorerebbe con il trascorrere del tempo) che di fatto hanno bloccato ogni ulteriore iniziativa ed ha portato a questa situazione di immobilismo in cui, oltre al tempo, sembra essersi fermato pure molto altro, tra cui il buonsenso di molti.

 

A nulla è servito, fino ad oggi, la relazione della ditta De Caro che, oltre ad essere la ditta costruttrice e ad aver svolto negli anni passati la normale manutenzione, avrebbe dovuto procedere anche ai nuovi lavori: nulla cambierebbe con l'automatizzazione dell'orologio, né i rintocchi né il funzionamento né il valore che quel suono ha per gli atranesi e pure per i suoi numerosi ospiti, consci che Atrani ha un patrimonio culturale e di tradizioni di cui fanno parte anche i quarti d'ora scanditi dall'orologio della piazza!

 

Questa è la storia, al netto di polemiche, chiacchiere, dietrologie... utili solo a scatenare piccole "tempeste mediatiche" e occupare piovosi, e noiosi, pomeriggi autunnali.

 

L'amministrazione comunale è certa che la cittadinanza sia consapevole che ci si sta impegnando affinché questo pezzo di storia del paese non vada perso, e ne chiede ancora il sostegno pieno per sbloccare la questione, perché il "tempo" di Atrani torni ad essere accompagnato dai rintocchi.

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