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«Il lavoro è un diritto»: dipendenti in protesta all’Hotel La Sonrisa dopo la confisca definitiva

Sono tante le ombre sulle fortune della famiglia Polese: ad oggi l’immobile è stato messo a disposizione del Comune di Sant'Antonio Abate, che potrebbe decidere anche di demolirlo.

Inserito da (PNo Editorial Board), giovedì 22 febbraio 2024 11:12:49

Dipendenti in protesta all'Hotel La Sonrisa, interessata il 15 febbraio scorso da una sentenza di confisca da parte della Corte di Cassazione, dopo una lunga e complessa battaglia legale.

«Il lavoro è un diritto» e «La Sonrisa siamo noi» sono gli slogan che si leggono a chiare lettere sugli striscioni esposti dai manifestanti, che temono di perdere il proprio posto di lavoro. Circa 200 sono i dipendenti che lavorano nella struttura di Sant'Antonio Abate, ma il corteo è composto da quasi 1000 persone, tra cui anche moltissimi cantanti neomelodici.

L'indagine risale al novembre 2011. Il Gip Nicola Russo sosteneva che "dal 1979 in poi su questa vasta area, ove fino ad allora era presente solo un fabbricato rurale, è stata compiuta un'attività edilizia, in assenza di titoli abilitativi o di titoli emessi in maniera illegittima, in violazione delle più elementari norme edilizie ed urbanistiche e della normativa a tutela del paesaggio, che ha portato alla realizzazione di una imponente consistenza immobiliare con lo stravolgimento urbanistico dell'area".

Ma la storia della Sonrisa, che ha ospitato per trent'anni il festival canoro "Napoli prima e dopo" (trasmesso anche su Rai 1) ed è stata scelta quale location del programma di Real Time "Il Castello delle Cerimonie", nasconde diverse ombre.

Secondo gli inquirenti Don Antonio Polese (ormai deceduto) acquistò, insieme ad altri soci, il Palazzo del Principe di Ottaviano, rendendolo il quartier generale del boss Raffaele Cutolo. Accuse sempre negate dal "Boss delle Cerimonie", che ha sempre dichiarato di non aver mai nemmeno parlato con Cutolo, ma che negli anni ‘80 è stato condannato per favoreggiamento alla camorra.

La cornice de "La Sonrisa" è stata scelta anche da Marianna Giuliano e Michele Mazzarella, rispettivamente rampolli dei clan di Forcella e di Santa Lucia, per le loro sfarzose nozze. Il 28 marzo 2019 al Castello si sposarono, in un ricevimento seguito in diretta dalle telecamere di "Pomeriggio Cinque", anche Tony Colombo e Tina Rispoli, arrestati nel 2023 con l'accusa di aver fatto affari con il clan Di Lauro.

Insomma, sono tante le ombre sulle fortune della famiglia Polese: ad oggi l'immobile è stato messo a disposizione del Comune di Sant'Antonio Abate, che potrebbe decidere anche di demolirlo.

«Se si chiude La Sonrisa mio padre muore due volte», avrebbe detto Francesco Merola, figlio del celebre Mario, come riporta a "Il Vescovado" il cantante neomelodico Lello Marino.

Una delegazione è stata ricevuta dal sindaco, Ilaria Abagnale, per chiedere di mantenere aperta la struttura e consentire loro di continuare a lavorare al Castello. Il Primo Cittadino ha assicurato che si adopererà - per quello che sarà possibile - per dare continuità lavorativa alla struttura.

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