LibriIl ravellese Antonio Schiavo presenta a Radio Rai 1 il suo libro: una storia di immigrazione, infibulazione e guerre

Ravello, costiera amalfitana, Antonio Schiavo, scrittore

Il ravellese Antonio Schiavo presenta a Radio Rai 1 il suo libro: una storia di immigrazione, infibulazione e guerre

"Sono tristi, di sera, le stazioni" tratta con delicatezza temi importanti dell’attualità: dal piacere della lettura come strumento essenziale per la crescita delle nuove generazioni al problema delle guerre dimenticate, quindi la problematica delle mutilazioni genitali femminili

Inserito da (PNo Editorial Board), sabato 13 gennaio 2024 14:30:35

Oggi, 13 gennaio, Antonio Schiavo, scrittore di Ravello, e il suo meraviglioso libro sono stati tra i protagonisti della rubrica "INCONTRI D'AUTORE" su RADIO RAI 1, condotta dalla giornalista Alessandra Rauti.

"Sono tristi, di sera, le stazioni" è un romanzo che sta molto a cuore all'autore: narra la storia di Nino Genna, maestro elementare a Borgo Scrivia, e della sua alunna Fatima, giunta in Italia dal Sud Sudan.

«Il protagonista, di origini lucane, viene assegnato in provincia di Alessandria e inevitabilmente, in alcuni momenti, è assalito da una forte nostalgia dei luoghi d'origine. In quei momenti si rifugia alla stazione, immaginando che il binario che si perde nel buio sia una sorta di cordone ombelicale per casa. La sua vita monotona ha un sussulto quando subisce una grave malattia agli occhi che gli toglie una delle sue più grandi passioni, la lettura, ma soprattutto quando in classe arriva una bambina del Darfur, destinata, purtroppo, dal padre Ibris, a una pratica brutale, l'infibulazione».

Così Antonio Schiavo ha introdotto ai radioascoltatori la sua ultima fatica letteraria, che tratta con delicatezza temi importanti dell'attualità: dal piacere della lettura come strumento essenziale per la crescita delle nuove generazioni al problema delle guerre dimenticate, quindi la problematica delle mutilazioni genitali femminili.

L'infibulazione prevede la rimozione totale o parziale degli organi genitali femminili esterni ed è diffusa tradizionalmente in almeno 30 Paesi. Il principale, ma non unico, scopo di questa pratica è quello di impedire alla persona infibulata di avere rapporti sessuali. Con la legge 9 gennaio 2006, n. 7, il Parlamento italiano ha provveduto a tutelare la donna dalle pratiche di mutilazione genitale femminile, ma nonostante ciò, essa viene praticata ancora da qualche famiglia, nel segreto delle mura domestiche e con il rischio che la procedura possa portare a infezioni o conseguenze ancora più gravi, come il decesso.

«Nino cercherà in ogni modo di impedire che la sua alunna possa subire l'infibulazione e, contemporaneamente, di difendere anche la madre della bimba dalle violenze dei datori di lavoro», spiega lo scrittore. «Egli lotterà accanitamente per difendere la bimba da questo progetto e rischierà grosso: il finale lo lascio al lettore».

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