Lettere alla redazioneRavello, concerto nuovo anno: la critica di Lelio Della Pietra

Ravello, concerto nuovo anno: la critica di Lelio Della Pietra

Inserito da (redazionelda), domenica 3 gennaio 2021 18:32:31

Riceviamo e pubblichiamo lettera a firma dell'avvocato Lelio Della Pietra, già componente il Consiglio Generale d'Indirizzo della Fondazione Ravello, che ieri sera ha assistito al concerto in streaming dell'Orchestra Filarmonica Giuseppe Verdi di Salerno diretta dalla bacchetta di Jordi Bernàcer esibitasi all'Auditorium Niemeyer per il tradizionale evento di inizio anno. Segue testo.

 

Dove, dove, dove siete volati,

giorni d'oro della mia primavera?

Che cosa mi prepara

questo giorno?

Il mio sguardo tenta invano di afferrarlo,

una nebbia densa

copre il futuro.

Ma non ha importanza: è giusta la legge del

destino.

Che io cada, trafitto dalla pallottola,

o che essa mi manchi e voli via,

tutto sarà per il meglio; c'è un tempo

per dormire e un tempo per vegliare,

sia benedetto anche il giorno dell'affanno,

sia benedetto anche il giungere delle tenebre!

Domani brillerà il raggio dell'alba

e splenderà il chiaro giorno;

io forse scenderò nell'ombra

misteriosa del sepolcro

e il torbido Lete inghiottirà

il ricordo del giovane poeta;

mi oblierà il mondo, ma tu,

tu, Olga, dimmi...

 

E' l'aria di Lenski dall'Onegin di Tshaikovsky, che si è ascoltata ieri nel Concerto per il nuovo anno: un'ora e dieci di assoluta noia!

A iniziare dalle immagini di un Auditorium lasciato in un buio opprimente e sonnacchioso, e da riprese video che in alcuni momenti ricordavano quelle dei filmini amatoriali di un tempolontano (mosse, a scatti, piatte,prive diqualsiasi curadell'aspetto musicale).

E il programma! Senza scendere sul piano dell'esecuzione, che lascio ai più esperti di me, si è passati da "Mia madre, la vedo! rivedo il mio villaggio! Oh ricordi d'un tempo, dolci ricordi del paese. Voi colmate il mio cuore di forza e di coraggio [...]", a "La vedrai! Ebbene! Le dirai che suo figlio l'ama e la venera e che oggi si pente, e desidera che laggiù sua madre sia contenta di lui!"; da "Perché il destino ha voluto metterla sul mio cammino? Poi mi dicevo blasfemo, e non sentivo in me, non sentivo che una sola brama, una speranza sola: rivederti", a "Dico, ahimè! che rispondo di me; ma ho un bel far la coraggiosa, in fondo al cuore muoio di spavento! Sola in questo luogo selvaggio, tutta sola, temo, ma ho torto di temere; voi mi darete coraggio, voi mi proteggerete, Signore! Proteggetemi! [...]"

Sono risuonate, poi, le gioiose parole della Boheme: "Mimì è tanto malata! Ogni dì più declina. La povera piccina è condannata", poiché "Una terribil tosse l'esil petto le scuote e già le smunte gote di sangue ha rosse (e "Mimì (desolata): O mia vita! (angosciata) Ahimè! È finita O mia vita! È finita, Ahimè, morir!").

Né le sorti del Concerto del nuovo anno in tempo di pandemia sono state salvate da un Babbino caro, o da un violino che suona mentre...il labbro tace.

Non per nulla quello che in programma è stato spacciato come Intermezzo da La vedova allegra, nell'operetta altro non è che la romanza della Vilja:

"Vilja, o Vilja che vuoi far di me? Languo d'amore per te. La ninfa ridente la mano gli diè e poi tra le rocce lo volle con sé. Il giovane quasi i suoi sensi smarrì. Non bacia creatura terrestre così. Sazia dei suoi baci alfin la bella ninfa disparì. Stette allor, disperato il cacciator [...]"

Buon anno a tutti!

Lelio della Pietra

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