Lettere alla redazioneLa raccolta differenziata e le sue criticità

La raccolta differenziata e le sue criticità

Inserito da (redazionelda), venerdì 6 novembre 2015 10:24:42

di Raffaele Ferraioli

Qualche tempo fa in una mia pubblicazione ebbi a dichiarare: "Sindaco è bello!". A distanza di alcuni anni, nonostante il prezzo piuttosto alto che sono stato costretto a pagare per poter cingere la fascia tricolore, sento di poter pienamente riaffermare questo assunto.

Confesso però che non mi sono mai piaciute certe funzioni, che pure sono stato chiamato a svolgere in questa veste. Non mi ha mai affascinato l'idea di fare il capo dei "munnezzani", di dovermi occupare di rifiuti: organizzare la raccolta differenziata, introdurre il porta a porta, incoraggiare il compostaggio domestico, allestire l'isola ecologica, ha significato per me svolgere attività certamente poco esaltanti. Fino a qualche anno fa l'efficienza di un sindaco veniva misurata con il metro della lunghezza dei marciapiedi costruiti o ristrutturati. In tempi più recenti si è passati alla calcolatrice, che stabilisce la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani. Sembra che i sindaci che superano il settanta per cento siano in odore di santità.

Nella società della libertà di pensiero e di parola esistono false verità, dogmi sui quali non è dato discutere, a meno che non si voglia rischiare la crocifissione. Un bellissimo articolo a firma di Elena Dusi, apparso su Repubblica del 23 Ottobre u.s., pone un interessante quesito: "Quanto conviene la differenziata? Oggi che il tasso di differenziazione ha superato il 40%, il costo del servizio si è quadruplicato!" A pagare, manco a farla apposta, è sempre il cittadino, chiamato a mantenere in piedi tutta una pletora di piccoli interessi di chi raccoglie la carta, di chi la ricicla, di che va a caccia di vetro, alluminio, medicinali scaduti, ingombranti, pile esauste e così via. Guai a ricordare che, per esempio, i nostri amici tedeschi si prendono i nostri rifiuti indifferenziati, li bruciano in modernissimi termovalorizzatori, producono energia, ce la rimandano e ce la fanno pagare a caro prezzo. E Pantalone paga! Paga due volte: all'andata e al ritorno. Un paradosso questo di cui nessuno si occupa.

Ma torniamo al nostro ragionamento. Dati alla mano, la giornalista di Repubblica ci dimostra che "l'impennata dei costi è in parte dovuta al cosiddetto porta a porta. Un tipo di servizio di raccolta a domicilio che è l'uníco in grado di far funzionare la differenziata, ma che richiede personale, automezzi, e carburante assai più del singolo compattatore che ingurgita tutto." Quando poi i paesi, come capita per Furore, sono a case sparse le difficoltà, e di pari passo i costi, lievitano ulteriormente.

"Il problema di una differenziata molto spinta è che più si seleziona e più finiscono nei "sacchetti colorati materiali spuri o scadenti. Diventa così sempre più difficile controllare la qualità dei rifiuti riciclabili, mentre i costi crescono vertiginosamente, fino a diventare insostenibili, malgrado che il riuso permetta di risparmiare sulla voce delle discariche."

Secondo l'EPA (Environmental Protection Agency) il materiale più proficuo da riutilizzare è l'alluminio, seguito da carta e cartone e dalla plastica di tappi e detersivi. Resta la considerazione che non piace ai riciclatori incalliti ma che rimette in discussione tutta una serie di false verità e riafferma un principio sacrosanto, fin qui sottaciuto: "La vera vocazione del rifiuto è quella di essere un carburante" e, come tale, di essere destinato alla termovalorizzazione. Per le considerazioni fin qui svolte, la differenziata non è, come molti in buona fede credono e altri in malafede predicano, la verità rivelata.

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