Lettere alla redazioneFuochi d'artificio in Paradiso

Fuochi d'artificio in Paradiso

Inserito da (redazionelda), giovedì 16 luglio 2015 10:31:33

di Andrea Criscuolo*

Caro Mario,

nel posto incantato dove sei ora potrai sparare tutti i fuochi che vuoi senza paura di essere amichevolmente redarguito da nessuno. Al mio matrimonio nel giugno 2006 a Villa Eva, a Ravello, avevi promesso al professor Palumbo di accendere solo due bengaletti: ma era una tua grande passione la polvere pirica, ed illuminasti a giorno la Divina Costiera rendendo indimenticabile un giorno magico. E non fece nulla se poi dovresti andare a nasconderti nei cespugli circostanti, inseguito, tra l'ilarità dei presenti Ma tu, cognato mio, ragazzo dal cuore grande, immenso, amico di tutti, cresciuto tra mille difficoltà ma sempre a testa alta con umiltà e fierezza, con un lavoro duro fin dall'età adolescenziale ma che ti nobilitava e che facevi senza lamentarti mai, tu amico mio, avevi tante altre passioni.

Le tue gemelline settimine, che tanti pensieri ci hanno creato nei primi anni di vita poi diventati gioia e soddisfazioni, per le quali hai completato gli studi e per cui hai anche imparato a sciare in età non proprio giovanissima, solo per poterti divertire con loro in montagna.

Ancora la tua passione, la tua appartenenza "pisciaiuola" alla nostra Città ed alla Salernitana, le nostre chiacchierate calcistiche sulla nostra amata squadra e la tua amarezza per i "fatti" di Piacenza del maggio 1999 da quando hai deciso di non venire più allo stadio. E non perdevi occasione di parlare della tua Ravello, la tua infanzia vissuta lì, i tuoi amici i tuoi cugini a cui eri legatissimo.

Nonostante stia piangendo mentre ti scrivo queste parole, un sorriso si fa largo: ricordo quella volta che nella casa di campagna ad Eboli (dove la domenica ci riunivamo con tutta la famiglia per mangiare e bere tutti insieme in allegria) portasti me ed mio brother Roberto Breda a fare un giro (in verità una corsa) sulla sua auto da corsa. Guidavi benissimo (eri davvero bravo) ma Roberto, quando tornammo indietro, era bianco cadaverico dalla paura. Quante risate!!! Ogni volta che la famiglia Breda era in città, cena organizzata solo con le cozze ed il pesce fresco di Mario.

Non è facile amico mio scrivere e parlare di questi ricordi perché a te ci univa un legale fortissimo che è rimasto intatto negli anni: anche per mia moglie Pina eri un punto di riferimento ed un esempio. Io mi pregio di avere tanti amici, di cui molti fidati, eppure Tu eri sempre presente quando ne avevo bisogno: ricordo quando ero con l'auto in panne in mezzo all'autostrada, intorno a me deserto e 40 gradi, bagagli e bimbe: in quel momento, il mio primo pensiero fu di chiamarti. Sapevo che avevi finito da poco al lavoro notturno, ma ero conscio che saresti arrivato quanto prima: e così fu, e mi prestasti anche la tua auto per proseguire il viaggio... Potrei continuare a scrivere all'infinito di te caro Mario. Grido solo che mi manchi, ci manchi tanto come non credevo fosse possibile.

Stai tranquillo che qui in terra aiuterò Elena a vegliare e proteggere le gemelline mentre tu, lì in Paradiso, ritrova la tua serenità e butta un occhio su noi umili terrestri. Sono sicuro che da domenica 12 luglio, ogni volta che scorgeremo un bagliore nel cielo, non sarà soltanto una stella cadente. Perché si sa, caro Mario, che le stelle devo brillare dal cielo. Ciao amico mio.

*Avvocato salernitano, cognato di Mario Carpentieri

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