Economia e TurismoTurismo Religioso in Costa d’Amalfi: ricordando Sant’Alfonso, che a Scala scrisse ‘Tu scendi dalle stelle’

Turismo Religioso in Costa d’Amalfi: ricordando Sant’Alfonso, che a Scala scrisse ‘Tu scendi dalle stelle’

Inserito da (ilvescovado), sabato 24 dicembre 2016 15:19:21

Di Giuseppe Liuccio

Fu il primo centro abitato della Costa, Si chiamava Cama e di qui i Picentini scesero alla conquista di spazi vitali e di sbocchi al mare e popolarono le valli del Dragone e del Canneto, e nacquero Atrani ed Amalfi nelle baie appartate. È Scala, la patria di fra' Gerardo Sasso, che in oriente creò fondachi e ospedali e un ordine che, dei Gerosolomitani prima e di Rodi poi, è tuttora vivo, potente ed influente. Si tratta del Sovrano Militare dell'Ordine di Malta. È lo stato più piccolo del mondo ed esercita la sua sovranità a Roma in una serie di palazzi che godono dell'extraterritorialità, da Piazza del Grillo a via dei Condotti e a quel gioiello di residenza, già turrito monastero benedettino, con orti e giardini che, dall'Aventino si aprono allo spettacolo su Roma, superba di basiliche, fori e piazze. Io più di un decennio fa ebbi il raro privilegio di un colloquio con il Gran Priore, all'interno di quella residenza e tra i viali di un ampio giardino nel fasto della fioritura. Parlammo di Scala e di Amalfi Sull'onda della nostalgia ci sono tornato successivamente, come uno dei tanti curiosi turisti, a spiare dal mitico buco della serratura. Tutto con nell'anima il ricordo dell'epopea di un Ordine, che si affermò con la croce e con la spada ed oggi perpetua il suo impegno umanitario in campo sanitario in ricordo dello spirito originario degli Ospedalieri. Tutto in nome di un frate, che, nato a Scala, salpò da Amalfi e portò alto il nome dell'Antica Repubblica in tutto il Mediterraneo. Bella pagina di storia questa che, in nome di fra' Gerardo e dei Cavalieri di Malta, fonde Oriente ed Occidente ed esalta la mediterraneità nell'incontro e nella collaborazione tra i popoli. E questa vocazione se la porta nel Dna, se da alcuni anni a questa parte organizza un evento di spessore internazionale, "Scala incontra New York", con lo stesso tema e con lo stesso spirito.

La bella cattedrale di San Lorenzo, maestosa nella struttura e luminosa di sole, veglia sui bei vigneti di Episcopio e narra di antichi fasti religiosi e civili. D'altronde Scala con la sua intraprendenza economica raggiunse grande floridezza economica e splendore monumentale, testimoniato da 120 chiese, 30 parrocchie e numerosi palazzi gentilizi, come ricorda lo storico Matteo Camera. E le tracce di un potente passato sono quasi tutte nella bella cattedrale, autentico scrigno di tesori d'arte, a cominciare dalla bellissima e splendente mitria con immaginette di santi smaltate e con pietre preziose di vari colori, dono, pare, di Carlo I d'Angiò come ringraziamento per la salvezza della sua flotta durante una terribile tempesta e per aver sconfitto i saraceni il 10 agosto, festa di San Lorenzo, cui il bel duomo è dedicato.

Ma per praticare il precetto festivo della messa a Scala c'è solo l'imbarazzo della scelta. Tante sono le chiese e tutte belle. È da ricordare infatti che nella solitudine di Scala, nel 1731, Sant'Alfonso Maria de' Liquori ideò la Congregazione dei Redentoristi e ne scrisse la Regola. E pare, anche, che nella grotta dove si ritirava in preghiera e che porta il suo nome ebbe l'ispirazione di scrivere uno dei più belli e suggestivi canti natalizi, "Quanno nascette ninno a Betlemme", che è la versione in dialetto napoletano della notissima e cantata in tutto il mondo "Tu scendi dalle stelle". Oggi la grotta è una chiesa rupestre che comunica serenità e tanta spiritualità e merita certamente una visita ed una preghiera in totale rapimento estatico. È semplicemente commovente quella essenzialità semplice e disadorna. Si respira aria di santità, appunto.

Minuta, poi, è una bellissima frazione di Scala, e vanta una chiesa, dedicata all'Annunziata, che è un contenitore di opere d'arte. Monumentali e tutti da vedere e gustare i resti della Basilica di Sant'Eustachio, che si vedevano e si vedono ancora da lontano da parte di chi ammira la costa dal mare. Per un pranzo dopo il precetto della messa domenicale a base di specialità enogastronomiche dei Lattari, spalancati sull'infinito del mare dei miti e della Grande Storia e con le cime del Sentiero degli dei a perforare il cielo, Scala, fedele alla sua ben nota tradizione dell'accoglienza di qualità, offre ampia scelta.

Io mi fermo con piacere da "Zì' ‘Ntonio" dove trovo un garbato, sorridente e colto amico, Michele Ferrigno. Un padrone di casa ineccepibile, un promoter del territorio di cui in tanti dovrebbero seguire l'esempio. Di fronte, nella gloria della luce, mi incanta sempre lo strapiombo aereo di Villa Cimbrone di Ravello, che minaccia il volo da visibilio di piacere sulla Maddalena di Atrani. E rifletto insieme a Michele e al figlio Antonio, intelligente garanzia di futuro già presente, e della moglie Eugenia, colta e creativa, che Scala, riservata e pudica, può contare sul grande valore aggiunto del relax e del silenzio ed è ancora tutta, o quasi, da scoprire e da godere nel suo tripudio di arte e natura. E ci entusiasmiamo nell'ipotizzare una passeggiata a rotoli giù per le centinaia di scalini che da Minuta, e, passando per Pontone, caracollano nella Valle dei Mulini con, a destra, i contrafforti dei monti, di fronte il Castello di Pogerola, sotto la Valle delle Ferriere, i tetti rossi delle case e le cupole delle chiese di Amalfi. A sinistra, sul costone di montagna a strapiombo, il Castrum Scalellae e la Torre dello Ziro narrano la storia di amore e morte della duchessa Giovanna d'Aragona e di Antonio Bologna, maggiordomo, che osò oltre il ruolo ed il rango ed espiò nel sangue omicida "l'oltraggio al casato". Ma le scene tragiche della "duchessa di Amalfi" di Lope de Vega si stemperano nella festa dei colori che il sole accende al mare di Capo Luna. Ed è già paradiso!!!

 

liucciogiuseppe@gmail.com

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