Economia e TurismoTurismo Religioso in Costa d’Amalfi: la poesia del Presepe Dipinto a Minori

Turismo Religioso in Costa d’Amalfi: la poesia del Presepe Dipinto a Minori

Inserito da (ilvescovado), sabato 17 dicembre 2016 16:08:46

Di Giuseppe Liuccio

La tappa del Turismo Religioso di questa settimana è ancora una volta Minori. Stasera, sabato 17 dicembre, alle 17,30 vi si inaugura il bellissimo presepe dipinto del Maestro Giacomo Palladino, di cui ho avuto il piacere di scrivere la prefazione/invito, che ripropongo qui di seguito, ricordando, per completezza di informazione, che l’esposizione è a Piazza Cantilena nei pressi della Basilica di Santa Trofimena, nei locali che furono adibiti a "scuderie del re", quando Vittorio Emanuele III di Savoia stabilì la sua residenza a Ravello, a Villa Episcopio, dove, tra l’altro, abdicò in favore del figlio, Umberto, passato, poi, alla storia con il nome di "Re di Maggio".

Il Presepe è poesia. Sempre. Sotto qualsiasi cielo e a tutte le latitudini, che sia frutto di creatività collettiva o di estro individuale Dovunque c’è un presepe, c’è sempre e comunque poesia di vita nel segno dell’amore, anche se ripercorre una strada già tracciata. Quello di un Artista, invece, ha sempre la freschezza della originalità della creatività, che, per sua natura, è sempre unica ed irripetibile. Il presepe di Giacomo Palladino è poesia colorata e nelle sfumature del cromatismo pulsa, palpita, squilla, sfuma, canta la vita con modulazioni, che sanno, insieme, di policromia e polifonia d’amore. Di sicuro c’è, come in tutti presepi, la galleria di personaggi del Vecchio e Nuovo Testamento: angeli in coro, Maria pervasa di stupore da beatitudine, pastori in preghiera, pecore confuse e sbandate, donne concitate nell’animazione, cane guardingo, magi nella regalità contenuta di processione lenta con cammelli e doni, Giuseppe con bastone solido e barba bianca di saggezza. C’è l’icasticità di immagini nella forza dirompente del realismo espressivo Ma il presepe dipinto di Giacomo non è né senza spazio né senza tempo, come in genere quasi tutti gli altri presepi che spesso sono anonimi ed hanno la omologazione della ripetitività. In questo i luoghi sono facilmente riconoscibili: slarghi, vicoli e scalinate, il grappolo di case di Torre Paradiso con in prospettiva il mare di Marmorata, Atrani e Amalfi. Le donne rassomigliano tanto alle "formichelle", raccoglitrici di limoni, perché il limone e lì ben visibile e stracarico di frutti quasi a ricordare gli alberi del mitologico Eden. C’è Minori frutto di un atto di creatività d’amore del pittore. Sta anche in questo l’originalità, anzi l’unicità del presepe di Giacomo Palladino, che non si smentisce mai nelle sue impennate di impegno civile/denunzia della violenza del potere di Erode che si macchia del sangue degli innocenti e che grida condanna contro i nuovi Erode che spengono i sorrisi innocenti dei bambini tumulati negli abissi del mare, quasi in vista della "terra promessa". Mi piacerebbe se nell’immediato futuro l’amico Giacomo ipotizzasse un presepe dipinto con Maria, Giuseppe e Bambinello con la pelle scura a difesa ed a protagonismo della storia dell’umanità rinnovata nel nome e nei diritti degli esclusi. Sarebbe un gran bel messaggio di umanità, di solidarietà e di civiltà nel segno della sacralità del Vangelo, ma anche dei miti di eroi e dei nel Mediterraneo del meticciato delle grandi civiltà, con la fecondità di futuro nello spirito di tolleranza /rivoluzione della Cultura alta. Papa Francesco approverebbe. E, allora, tutti quanti canteremmo con convinzione: "Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà!". E la dolcezza di "Adeste, fideles" avrebbe forza e tenerezza insieme di un altro Natale e di un altro presepe, quello della vita e dell’amore".

Per praticare il precetto della Messa domenicale, oltre che alla Basilica della Protettrice, Santa Trofimena (leggi qui), ci si può recare anche alla Chiesa dell’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento, che è a due passi ed è inserita nel grande complesso strutturale della cattedrale. Dispone di un artistico altare in marmo policromo, al cui centro troneggia un ostensorio di bella fattura. Una grande pala in tela raffigura in posizione centrale la Madonna del Rosario con ai lati i santi, Caterina, Domenico e Trofimena. Da notare e ammirare lungo le pareti laterali una doppia fila di stalli in legno. Sulla parete di fondo s’innalza la cantoria con organo, dove è in bella vista un polittico su tavola con Madonna e santi. Alla chiesa è annesso un grande salone per le riunioni dei confratelli e viene utilizzato anche come centro organizzativo di varie attività liturgiche e di solidarietà umana. La confraternita, che conta circa 150 soci, funge anche da sede del gruppo dei "Battenti" che hanno un ruolo importante e significativo nelle suggestive ritualità della Settimana Santa.

Altra Chiesa legata alla tradizione religiosa di Minori è quella di Santa Lucia, chiamata "alla fiumara" per la sua vicinanza al fiume. Pare che nacque come convento femminile. Attualmente la chiesa si presenta in ottime condizioni e pienamente adatta alle esigenze del culto liturgico. È preceduta da un sagrato con aiuole e dispone di una sola porta centrale, sormontata da una bella immagine in maiolica della Santa. L’interno, a navata unica con volta a botte, presenta nelle pareti laterali tre grossi archi. il pezzo artistico di maggior pregio è un trittico barocco in legno dorato e risale ai primi anni del XVII secolo. Sul lato destro dell’altare maggiore è collocato il sarcofago di Giovanni Simone Palumbo, che fece costruire a sue spese chiesa e convento femminile. Sul suo sarcofago è possibile leggere ancora l’epigrafe composta dal Vescovo Tommaso Brandolini.

Bella storia quella di Minori, le cui pagine più belle sono testimoniate proprio dalle sue tante chiese. Ce ne sono altre che, per la loro importanza, meritano una trattazione a parte e che mi riprometto di fare a breve La prima è la Chiesa Parrocchiale della popolosa frazione di Villamena e che è dedicata a San Gennaro e San Giuliano. Di impareggiabile pregio artistico, poi, è la chiesa dell’ Annunziata, a Torre, e il cui campanile s’innalza agile ed arioso dal verde dei limoneti ed esalta storia e bellezza a conquista di cielo nella gloria della luce a volo sul mare.

liucciogiuseppe@gmail.com

 

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