CuriositàAmalfi recupera la tradizione perduta: è tornata la 'Banda del Din Din' [FOTO e VIDEO]

Amalfi recupera la tradizione perduta: è tornata la 'Banda del Din Din' [FOTO e VIDEO]

Inserito da (redazionelda), sabato 31 dicembre 2016 14:56:31

di Raffaella Gambardella

Correva l'anno 1991 quando uno dei figli migliori che la città di Amalfi abbia vantato, il compianto Pierino Florio, propose a un gruppo di amici storici di formare una "banda" che potesse sfilare per le vie del paese al mattino del 1° gennaio, come per risvegliare il popolo dalla lunga notte di fine anno.

 

Un tempo era il Sindaco che, insieme all'amministrazione comunale, girava per le vie della città augurando un lieto anno nuovo a concittadini e turisti. E la tradizione che Pierino ha voluto riportare in vita era proprio questa: far sì che alle prime luci del nuovo anno riecheggiassero, tra le vie del paese, le strofette di "Aprimme l'anno nuovo co tric-trac e botti" accompagnate dal delicato suono del triangolo, strumento musicale da sempre noto per la sua eleganza.

 

La "Banda del Din Din" era formata da molti dei notabili amalfitani (contraddistinti da una sciarpa bianca in seta su cappotto blu) e con il passare degli anni ha trovato sempre più adesioni. Erano circa 15 anni, però, che questa allegra usanza era andata perduta. Ma quest'anno, grazie ad una proposta dell'assessore alla Cultura Enza Cobalto, il sodalizio si è riunito e, grazie all'impegno di Mario Ricciardiello, Andrea Verderame ed Eugenio Farina, questa mattina ha attraversato, come un tempo, le vie cittadine allietando i tanti turisti accorsi per trascorrere qui nella Divina, la notte di San Silvestro.

 

Dal palco di Piazza Duomo, l'assessore Cobalto ha ricordato Pierino Florio, nella speranza che il recupero di essa possa ripetersi anche negli anni a venire.

 

NdR Proponiamo in calce un pezzo di repertorio da non perdere, un frammento della prima sfilata della "Banda del Din Din" del 1991, video/cimelio realizzato dall'indimenticabile Nicola Gambardella, gelosamente custodito nel suo archivio dalla figlia Raffaella, in esclusiva per il Vescovado.

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