CronacaKiev assediata, Zelensky: «Lasciati soli a combattere». Perché la NATO non può intervenire

Russia, Ucraina, guerra, Kiev, NATO

Kiev assediata, Zelensky: «Lasciati soli a combattere». Perché la NATO non può intervenire

Il presidente ucraino lamenta il fatto che il Paese sia stato «lasciato solo» di fronte all'armata russa. «Chi è pronto a combattere con noi? Io non vedo nessuno», ha detto in un video diffuso questa notte

Inserito da (Redazione LdA), venerdì 25 febbraio 2022 11:08:00

Stanotte Kiev è stata colpita da «un orribile attacco missilistico». Questa la denuncia, in un tweet, del ministro degli Esteri ucraino Dmitro Kuleba: «L'ultima volta che la nostra capitale ha sperimentato qualcosa del genere è stato nel 1941, quando è stata attaccata dalla Germania nazista. L'Ucraina sconfisse il male e lo sconfiggeremo anche questa volta. Fermare Putin. Isolare la Russia, tagliare tutti i rapporti».

La Russia, nel frattempo, stringe l'assedio su Kiev. Il ministero della Difesa russo ha detto che paracadutisti russi sono atterrati nell'area dell'aeroporto di Gostomel, una trentina di chilometri a nord-ovest di Kiev, e che la capitale ucraina è ora assediata da ovest.

Il ministero della Difesa ucraino ha invitato i civili a resistere, realizzando anche bottiglie incendiare per respingere gli occupanti, e chiedendo di «informare su movimenti di truppe, preparare molotov e neutralizzare il nemico».

Per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky le sanzioni decise dall'Occidente non siano sufficienti a fermare Putin. Il presidente ucraino lamenta il fatto che il Paese sia stato «lasciato solo» di fronte all'armata russa. «Chi è pronto a combattere con noi? Io non vedo nessuno», ha detto in un video diffuso questa notte, in cui fa un «appello ai 'Nove di Bucarest' per aiuti alla Difesa, sanzioni, pressioni sull'aggressore. Insieme dobbiamo portare la Russia al tavolo dei negoziati. Abbiamo bisogno di una coalizione contro la guerra»: recita il tweet. Il cosiddetto gruppo dei 'Nove di Bucarest' è formato da Romania, Bulgaria, Repubblica ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia e Slovacchia.

«Non abbiamo né piani né intenzioni di dispiegare le truppe Nato in Ucraina ma stiamo incrementando truppe nella parte orientale dell'Alleanza in territorio Nato», ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.

Sul piano pratico, sono stati inviati in modo massiccio uomini e mezzi nei Paesi più orientali, Polonia e Paesi baltici in primis, per mettere in sicurezza spazi aerei e frontiere. Oggi non ci sono tuttavia i presupposti per ricorrere all'articolo 5, che autorizza l'intervento militare: "Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell'America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti". La Nato è un'alleanza difensiva: interviene solo in caso di aggressione ai danni di uno o più Paesi membri (e l'Ucraina non è nella Nato), a meno che non sia l'Onu a richiedere l'intervento militare.

C'è però l'articolo 4, che recita: "Le parti si consulteranno ogni volta che, nell'opinione di esse, l'integrità territoriale, l'indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata". Quindi la Nato potrebbe intervenire se i Paesi confinanti, che fanno parte della Nato - come Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania -, venissero minacciati dai russi.

Nel frattempo, la Russia controlla l'area della centrale di Chernobyl. «Ieri unità delle forze aviotrasportate russe hanno preso il pieno controllo del territorio nell'area della centrale nucleare di Chernobyl», ha detto il generale russo Igor Konashenkov in dichiarazioni riportate stamani da Sputnik, in cui ha parlato di un «accordo con un battaglione distinto a difesa dell'impianto nucleare dell'Ucraina sulla sicurezza congiunta delle unità e del sarcofago della centrale nucleare di Chernobyl».

(Foto di copertina: Володимир Зеленський)

Galleria Fotografica